Giulianova, trappola per favorite
I baby giallorossi dopo il Pescara fermano sul pari anche il Verona.
GIULIANOVA. Una straordinaria prestazione del Giulianova e le condizioni pietose del Fadini, “arato” dalle nazionali Under 17, cancellano l’enorme gap tecnico tra le due squadre e consegnano agli archivi giallorossi un pareggio che vale molto più di un punto in classifica. Il Giulianova è una banda di debuttanti che, per assenze e acciacchi, si tiene insieme con lo sputo. Il Verona è una squadra costruita per vincere, che gioca a memoria ed è in vetta alla classifica. I gialloblù, è vero, hanno fuori le due prime punte della rosa (Selva e Colombo), ma è un contrattempo da poco rispetto a quelli con cui deve convivere Bitetto, costretto a cambiare ancora modulo e ad affidarsi a un inedito 5-3-2.
Con queste premesse, non dovrebbe esserci partita. E invece no. Bellezza e complessità del calcio, sulle zolle del Fadini - che certamente non favoriscono gli ospiti - va in scena una sfida tesa ed equilibrata dall’inizio alla fine. Il primo tempo del Giulianova è da manuale. Sembra che i giallorossi facciano il 5-3-2 da sempre. Il Verona è soffocato, impossibilitato ad esprimere la propria supremazia tecnica, fisica e di esperienza (a proposito: tra le due formazioni titolari ci sono 56 anni di differenza!). I giuliesi fanno densità sulla propria trequarti, rubano e recuperano palloni, ripartono con azioni rapide e profonde senza lasciare quasi mai isolate le punte Schneider e Carbonaro.
Il Giulianova è un collettivo vero, la cui compattezza fa sì che non incidano sulla partita i mostruosi divari nei confronti individuali (uno su tutti: Dezi, classe ’92 e un fisichetto da ragazzino, affronta sulla mediana il possente Pensalfini, 32 anni e credenziali da serie B). Fino all’intervallo il Giulianova è addirittura più pericoloso del Verona, che per liberarsi dalla ragnatela giallorossa dovrebbe mandare all’assalto i difensori esterni ma non lo fa, e così quando attacca è in perenne inferiorità numerica (sei uomini contro otto). La capolista manda segnali minacciosi solo nel finale con due bei tiri del francese Rantier. La partita dei giallorossi si complica per i malanni muscolari dell’ottimo Schneider, costretto a uscire e sostituito dall’inizio della ripresa da Di Matteo.
Non sarà la stessa cosa. Nella ripresa il Giulianova soffre, non esce più dalla sua metà campo con la disinvoltura di prima, vede il Verona - guidato dal formidabile regista Esposito - assaltare in massa la porta di Dazzi. Però, a parte un paio di episodi (nel secondo, in pieno recupero, ci mette una pezza a colori capitan Garaffoni), i gialloblù non riescono a rendersi pericolosi. Demerito loro, forse. Certamente merito del Giulianova, che ci mette lo spirito giusto. Bitetto perde per strada anche Lieti e cambia pelle, passando al 4-3-1-2 con Del Grande sulla trequarti, e poi il leader di centrocampo Croce, costretto a uscire per una botta al piede. Ma il Giulianova resiste lo stesso. Finisce con un pareggio giusto, applaudito da entrambe le curve. Il Verona resta in testa, il Giulianova scivola in zona play out ma conferma (lo aveva già fatto vedere con il Pescara) di poter mettere in crisi chiunque. La strada per la salvezza sarà lunga e sofferta, ma la benzina per percorrerla c’è.
IL TABELLINO
GIULIANOVA: 0 - VERONA: 0
Con queste premesse, non dovrebbe esserci partita. E invece no. Bellezza e complessità del calcio, sulle zolle del Fadini - che certamente non favoriscono gli ospiti - va in scena una sfida tesa ed equilibrata dall’inizio alla fine. Il primo tempo del Giulianova è da manuale. Sembra che i giallorossi facciano il 5-3-2 da sempre. Il Verona è soffocato, impossibilitato ad esprimere la propria supremazia tecnica, fisica e di esperienza (a proposito: tra le due formazioni titolari ci sono 56 anni di differenza!). I giuliesi fanno densità sulla propria trequarti, rubano e recuperano palloni, ripartono con azioni rapide e profonde senza lasciare quasi mai isolate le punte Schneider e Carbonaro.
Il Giulianova è un collettivo vero, la cui compattezza fa sì che non incidano sulla partita i mostruosi divari nei confronti individuali (uno su tutti: Dezi, classe ’92 e un fisichetto da ragazzino, affronta sulla mediana il possente Pensalfini, 32 anni e credenziali da serie B). Fino all’intervallo il Giulianova è addirittura più pericoloso del Verona, che per liberarsi dalla ragnatela giallorossa dovrebbe mandare all’assalto i difensori esterni ma non lo fa, e così quando attacca è in perenne inferiorità numerica (sei uomini contro otto). La capolista manda segnali minacciosi solo nel finale con due bei tiri del francese Rantier. La partita dei giallorossi si complica per i malanni muscolari dell’ottimo Schneider, costretto a uscire e sostituito dall’inizio della ripresa da Di Matteo.
Non sarà la stessa cosa. Nella ripresa il Giulianova soffre, non esce più dalla sua metà campo con la disinvoltura di prima, vede il Verona - guidato dal formidabile regista Esposito - assaltare in massa la porta di Dazzi. Però, a parte un paio di episodi (nel secondo, in pieno recupero, ci mette una pezza a colori capitan Garaffoni), i gialloblù non riescono a rendersi pericolosi. Demerito loro, forse. Certamente merito del Giulianova, che ci mette lo spirito giusto. Bitetto perde per strada anche Lieti e cambia pelle, passando al 4-3-1-2 con Del Grande sulla trequarti, e poi il leader di centrocampo Croce, costretto a uscire per una botta al piede. Ma il Giulianova resiste lo stesso. Finisce con un pareggio giusto, applaudito da entrambe le curve. Il Verona resta in testa, il Giulianova scivola in zona play out ma conferma (lo aveva già fatto vedere con il Pescara) di poter mettere in crisi chiunque. La strada per la salvezza sarà lunga e sofferta, ma la benzina per percorrerla c’è.
IL TABELLINO
GIULIANOVA: 0 - VERONA: 0
ARBITRO: Zanichelli di Genova. NOTE: terreno in cattive condizioni. Spettatori 2.284 (1.074 paganti e 1.210 abbonati), incasso totale 17.765 euro. Ammoniti Lieti, Carbonaro e Schneider. Angoli 2-5. Recupero 1’ e 7’. |