Serie A

Il commentone della 26esima giornata di Serie A

24 Febbraio 2025

Inter capolista. Il Como frena il Napoli di Conte, che a una settimana dallo scontro diretto si trova ora a -1 dai nerazzurri. Inseguono gli altri nerazzurri dell'Atalanta, a soli 3 punti dalla vetta, in quella che si prospetta sempre più una guerra a tre per il tricolore

Lecce vs Udinese

La ventiseiesima giornata si apre con la sfida tra Lecce e Udinese a Via del Mare. Match con poche occasioni, marcato da un episodio molto discusso al 27': Jean anticipa Ekkelenkamp e poi contende la sfera con Lovric, sovrastandolo. L'intervento sembra pulito, ma per dinamica colpisce alla testa il centrocampista sloveno con l'avambraccio. Secondo le nuove linee guida, questa non dovrebbe essere una situazione tale da dover richiamare all'on field review il direttore di gara, ma il VAR Guida richiama al monitor l'arbitro Bonacina, che assegna il penalty. Molte polemiche su questo rigore, sia per il contatto sia per ciò che avviene dopo: nonostante non sia il primo rigorista designato, Lucca prende in mano il pallone e si incarica della trasformazione, litigando con i suoi compagni di squadra. Dopo un'accesa discussione sul terreno di gioco, alla fine il bomber italiano segna dagli 11 metri, raggiungendo così la doppia cifra. Passano pochi minuti e Runjaic, furioso per il comportamento dell'ex Ajax, lo sostituisce, e nel post partita affermerà- che "la squadra è al primo posto". Nella ripresa il Lecce non crea grandi pericoli, ma anzi sono i friulani a sfiorare il raddoppio, specie con Iker Bravo e Lovric, le cui conclusioni terminano poco distanti dalla porta difesa da Falcone. Vincono così per 0-1 i bianconeri, che continuano l'ottimo periodo di forma e raggiungono la decima posizione, mettendo sempre più nei guai i salentini, in piena lotta salvezza.

Venezia vs Lazio

Il sabato inizia al Penzo e al Tardini, con il Venezia e il Parma che affrontano rispettivamente la Lazio e il Bologna. Tra Venezia e Lazio non mancano di certo le occasioni, che capitano da entrambe le parti: a una fase iniziale di studio seguono le prime minacce biancocelesti, con Isaksen ma soprattutto con Dia, che, smarcato da un preciso suggerimento di Zaccagni, si divora il gol del vantaggio al 23’. Nella ripresa il Venezia ha le più importanti opportunità di segnare, due da calcio piazzato e una in contropiede: sfiorano il gol prima Maric, di poco a lato, poi Schingtienne, che scheggia il palo, e infine Oristanio, che dopo una conduzione palla al piede per circa 40 metri, se la sposta sul piede forte e tira, trovando un fantastico riflesso da parte di Mandas. Finisce 0-0 il match, non senza emozioni ma con recriminazioni sia da una parte che dall’altra: gli arancioneroverdi per i tanti tentativi e la ferocia agonistica messa in campo, le Aquile per aver perso punti contro un’avversaria sulla carta non temibile, a riprova delle difficoltà che nascondono tutte le partite del nostro campionato.

Parma vs Bologna

L’altra partita delle 15 vede l’esordio assoluto da allenatore di Serie A di Cristian Chivu, chiamato in causa per sostituire Pecchia. Il Bologna crea molto, ma non si rende mai particolarmente pericoloso: ci provano Ndoye e poi Cambiaghi, non impensierendo però Suzuki. I Crociati si chiudono molto bene e ripartono velocemente, ed è proprio da una di queste situazioni di contropiede che nasce il gol del vantaggio: Bonny riceve in area spalle alle porta, prova il suggerimento per Almqvist ma la palla non giunge a destinazione per l’intervento irregolare da parte di Beukema con il polso destro. Dal dischetto si presenta lo stesso attaccante francese, che torna al gol dopo 105 giorni.

Nella seconda frazione di gara non cambia il canovaccio tattico: i rossoblu attaccano, i Ducali aspettano per poi colpire. Se i Felsinei costruiscono bene ma faticano a trovare soluzioni negli ultimi metri, i gialloblu invece sono molto cinici: al 79’ arriva il gol del raddoppio, firmato da Man e Sohm. Il rumeno punta la difesa avversaria, viene raddoppiato e poi persino triplicato ma con un bel filtrante serve il numero 19, che se la porta avanti e con un preciso diagonale mancino chiude i giochi, fissando il punteggio sul 2-0. Esordio da sogno per Chivu, che trova 3 punti di fondamentale importanza per la lotta salvezza.

Torino vs Milan

Alle 18 il Torino ospita il Milan, reduce dalla pesante eliminazione in Champions contro il Feyenoord. È forse la partita più ricca di colpi di scena ed errori della giornata, che iniziano già al 5’: Pedersen prova a lanciare per Sanabria, con Thiaw che difende l’uscita fuori area di Maignan. Il portiere francese, però, anziché rinviare comodamente in rimessa laterale, prova a spazzare più centralmente, colpendo in pieno lo stesso Thiaw. Il goffo intervento di Magic Mike genera una carambola clamorosa, con il pallone che termina in fondo alla rete. Dopo qualche minuto di confusione, i rossoneri provano a riordinare le idee e vanno vicini al pari con Santi Giménez, la cui conclusione viene però alzata sopra la traversa da Milinkovic-Savic. Al 31’ momento chiave dell’incontro: Jiménez crossa per Leao, che di testa indirizza verso la porta, trovando l’opposizione di Pedersen con la mano. Sul dischetto si presenta Pulisic, che però non riesce a battere Milinkovic-Savic, miracoloso a salvare il risultato. Quarto rigore parato su cinque quest’anno per il numero 32, mentre è il primo errore in carriera di Pulisic dagli 11 metri.

Prima dell’intervallo, è ancora il Toro a spaventare il Diavolo, con Vlasic che impensierisce Maignan, bravo e reattivo stavolta. Nella ripresa, i meneghini vanno vicinissimi al gol del nuovo equilibrio in molte occasioni: Fofana, Jiménez e Reijnders mettono a dura prova l’estremo difensore granata, che con 3 riflessi sventa gli attacchi avversari. Al 69’ Joao Felix ha la palla buona per l’1-1, ma il suo bolide mancino si infrange contro il palo. Dopo un lungo forcing, finalmente arriva il gol della parità: Sottil va sul fondo e crossa basso, Walukiewicz respinge corto e Reijnders raccoglie, piazzando nell’angolino alto. Nel momento in cui i rossoneri hanno dalla loro parte anche l’inerzia della gara, altra disattenzione che costa carissima: Thiaw fa fallo su Sanabria, che batte velocemente la punizione e serve Gineitis. Il lituano, appena dentro l’area di rigore, calcia subito, pescando il jolly da posizione defilata. È il gol che vale i 3 punti e l’11esimo posto in classifica, grazie soprattutto al gigante serbo, che si sta rivelando un muro quasi invalicabile.

Se da una parte è giusto lodare il Torino, d’altra parte è inevitabile criticare i rossoneri: dall’arrivo di Conceicao il gruppo sembrava essersi ricompattato, ma così non è stato. Senza andare troppo lontano, in questa partita Thiaw anziché rincuorare Maignan dopo il pesante errore, ha scosso la testa ed è andato a riprendere la propria posizione in campo, un atteggiamento che denota senz’altro un gruppo poco coeso. Ma non solo, anche l’errore sul secondo gol è da matita blu: fin da bambini viene insegnato a mettersi davanti al pallone dopo un fallo per evitare la rimessa in gioco immediata, ma piuttosto che a difendere i giocatori milanisti si sono concentrati più a protestare con l’arbitro. Lo spogliatoio sembra spaccato, l’allenatore non pare abbia dato una propria impronta di gioco e i continui cali di concentrazione pesano sulla classifica, che sarebbe disastrosa se rimanesse così fino alla fine dell’anno.

Inter vs Genoa

Chiude il sabato l’Inter, che contro il Genoa ha la ghiottissima possibilità di passare qualche ora da capolista e mettere pressione al Napoli, in campo alle 12.30 di domenica. I nerazzurri, consapevoli della grande chance, provano subito a mettere sotto pressione il Grifone, ma non trovando mai occasioni veramente pericolose: a conferma di quanto detto, il primo tempo termina con 6 tiri per la squadra di Inzaghi, di cui neanche uno nello specchio della porta. Nella seconda metà di gara, il match rimane simile ai precedenti 45 minuti: i rossoblu provano a colpire in contropiede, mentre il Biscione fa la partita, alla ricerca dell’intuizione giusta. Acerbi è miracoloso su Miretti al 54’, mentre Barella sfiora l’eurogol al 70’: riceve da Calhanoglu, se la aggiusta e tira un missile, centrando in pieno l’incrocio. Inter anche sfortunata, che con questo palo va in vetta alla classifica di chi ha colpito più legni in campionato, aggiornando lo score a 15. In una serata in cui sembra andare tutto storto, Josep Martinez, all’esordio in Serie A con la maglia nerazzurra, salva il risultato al 76’, uscendo a valanga su Ekuban e scongiurando la beffa.

Passano appena 2 minuti ed ecco l’1-0 della Beneamata: Calhanoglu pennella dalla bandierina per Lautaro, che di testa manda alle spalle di Leali, aiutato anche dalla deviazione di Masini. Nel finale, occasione per chiuderla sia per Taremi che per il capitano interista, ma Leali salva nelle due circostanze. Finisce così 1-0 per l’Inter, che, per la prima volta in stagione, va prima in solitaria, in attesa del Napoli. Grande prova anche del Genoa di Vieira, che esce a testa altissima da San Siro. Prima di passare alla prossima partita, vorrei fare un plauso a Lautaro Martinez, capitano e leader nerazzurro: anche in questa stagione, nonostante le difficoltà soprattutto a livello realizzativo, il “Toro” raggiunge la doppia cifra in campionato per la sesta volta consecutiva, stabilendo un nuovo record nella storia della squadra meneghina. Il carisma e l’attaccamento alla maglia, che non dimostra solo a parole ma anche con i fatti, valgono più di mille gol per i suoi tifosi, ma certo, se abbina tutte queste qualità, non può che diventare un idolo e un esempio per fan e compagni.

Como vs Napoli

Come già preannunciato, all’ora di pranzo di domenica si sfidano Como e Napoli, entrambe alla ricerca di punti seppur con obiettivi diversi. Si sblocca subito la gara, con l’autogol tragicomico di Rrahmani al 7’: rimessa laterale di Politano per il centrale kosovaro, che senza guardare la appoggia al proprio portiere. L’ex Verona è convinto che Meret sia rimasto tra i pali, quando invece l’estremo difensore azzurro si era posizionato fuori dallo specchio della porta, proprio per evitare che un errore con i piedi potesse portare a una rete avversaria. Si compie così un autogol incredibile, che mette subito la strada in salita per i partenopei. Errore da una parte ed errore dall’altra, con Raspadori che al 17’ approfitta di uno svarione difensivo di Kempf e pareggia subito il risultato, andando a segno per la seconda partita di fila a 483 giorni dall’ultima volta.

Il primo tempo è segnato da un’elevata aggressività da parte dei campani, mentre la ripresa è giocata a ritmi più bassi. Ciononostante, la prima occasione importante della ripresa capita sui piedi di McTominay: Raspadori imbuca per lo scozzese, che esegue un perfetto controllo orientato prima di concludere a rete, ma Butez gli nega la gioia del gol con un riflesso felino. Nel momento clou della gara, Diao spezza l’equilibrio, su suggerimento del solito Paz: il fantasista argentino riceve da Cutrone, comanda il contrattacco fino al limite dell’area e poi serve Diao, che con un preciso diagonale spedisce alle spalle di Meret, siglando la quinta rete nelle prime 8 presenze con la maglia biancoazzurra. La partita non ha più niente da dire e termina per 2 a 1, con i Lariani che raggiungono quota 28 punti, mentre gli azzurri perdono la vetta della classifica a una settimana di distanza dallo scontro diretto.

Verona vs Fiorentina

Alle 15 si contendono la posta in palio Verona e Fiorentina, in un match povero di emozioni. Nel primo tempo ci provano Kean e Sarr, sui cui tiri sventano la minaccia prima Montipò e poi De Gea. Nella seconda metà di gara, invece, un episodio mette in apprensione molti tifosi, fiorentini e non: Kean rimane a terra dopo uno scontro aereo, riportando un taglio sul sopracciglio. Dopo essere stato medicato, il bomber azzurro torna in campo, ma si accascia al suolo poco dopo, rievocando il dramma di qualche mese fa accorso a Bove. Forse anche a causa dello spavento, la viola accusa il colpo, subendo gli Scaligeri fino alla fine. Ed è proprio su una delle ultime palle della partita che arriva il gol decisivo: Duda serve Mosquera, che prova ad allargare il gioco, ma Caprini intercetta. Il rimpallo finisce però tra i piedi di Bernede, che vince un contrasto con Ranieri, salta secco Comuzzo e spiazza De Gea, mandando in estasi il proprio pubblico. La squadra di Zanetti guadagna 3 punti importantissimi e anche meritati, non tanto per il gioco espresso ma più per la voglia mostrata, perché onestamente sembra che questo Verona tanto meglio non possa fare. Continua invece il periodo nero per la squadra di Palladino, che collezione la terza sconfitta di fila, evidenziando un notevole problema nel finalizzare, con solo un gol segnato in queste ultime partite.

Empoli vs Atalanta

Dopo l’uscita in Champions League contro il Club Brugge, l’Atalanta riparte da Empoli, dove sfida una squadra agguerrita in cerca di punti per la salvezza. Inizio rabbioso della Dea, che parte a mille cercando di dimenticare il risultato di qualche giorno fa. I nerazzurri la sbloccano al 27’, grazie a un autogol: Zappacosta prova a metterla in mezzo, Gyasi sporca il traversone ma inganna il proprio portiere, per la più sfortunata delle autoreti. Sulle ali dell’entusiasmo, arriva subito il raddoppio: al 33’, corner corto battuto da Lookman che poi va al cross, De Ketelaere spizza e palla che diventa buona per Retegui, infallibile da due passi. Passano 10 minuti e arriva il tris firmato Lookman: Retegui imbuca per il pallone d’oro africano, che solo davanti a Silvestri lo salta con la suola e poi deposita in rete. L’Empoli ha due occasioni per rientrare in partita, una con Cacace e una con Henderson, con la sfera che in ambedue le circostanze sfiora il palo. Realizza il poker Lookman, che in ripartenza sigla la sua seconda doppietta stagionale.

Sul finire, arrotonda il risultato Zappacosta, che con un preciso rasoterra beffa Silvestri. Si riprende così l’Atalanta, che si lascia alle spalle la Champions e può puntare ora sul campionato, con il primo posto che dista solo 3 punti. Breve parentesi su Ademola Lookman, giocatore formidabile, abilissimo nel dribbling e anche ottimo realizzatore, che in settimana ha ricevuto le critiche pubbliche da parte del proprio allenatore per il rigore sbagliato in un momento fondamentale del match, che avrebbe potuto riaprirlo. È rarissimo vedere delle accuse in mondovisione così eclatanti e ingenerose, anche considerando che era stato lo stesso attaccante nigeriano ad aver segnato il primo e unico gol della partita atalantina, subentrando nella ripresa pur non essendo al 100%. Non nuovo a queste situazioni Gasperini, che già si era reso protagonista nel caso che ha coinvolto il Papu Gomez: sembra quasi insofferente a cedere la scena a un suo calciatore, riconfermandosi un allenatore fortissimo ma con grandi limiti caratteriali, che ne hanno condizionato la carriera.

Cagliari vs Juventus

L’ultima sfida della domenica è tra Cagliari e Juventus. Il match dell’Unipol Domus si sblocca subito, con il gol da opportunista di Dusan Vlahovic: tornato titolare dopo 9 giornate, l’attaccante serbo va in pressione su Mina, che non stoppa e viene sorpreso dall’ex Fiorentina. Il bomber bianconero si ritrova così solo davanti a Caprile, lo salta e insacca, siglando il vantaggio al 12’. Se il passivo della prima frazione di gara rimane di solo un gol, gran merito lo ha proprio il portiere in prestito dal Napoli: salva con i piedi su Yildiz sia al 22’ che al 29’, tenendo a galla i suoi. Nella ripresa il Casteddu ha un atteggiamento più spregiudicato, ma non riesce a creare situazioni molto pericolose, anche grazie all’ottimo atteggiamento difensivo della Vecchia Signora. Anzi, sono proprio i piemontesi a sfiorare il raddoppio, sempre con Vlahovic: imbeccato in campo aperto da Douglas Luiz al 78’, il top-scorer juventino fallisce un’ottima chance, anche a causa della spinta da dietro di Luperto, non giudicata irregolare da Colombo. Per ricordare, questi sono contatti la cui intensità viene giudicata in campo, motivo per cui non sono episodi da on field review. All’83’, che occasione per il Cagliari di pareggiare! Makoumbou crossa in area, Mina anticipa involontariamente Piccoli che stava per battere a rete a colpo sicuro e poi scarica per Florinel Coman, la cui conclusione si spegne a lato di un soffio. Prima del triplice fischio finale, Yildiz ha un’altra opportunità per segnare, ma Caprile vince ancora una volta il duello personale con il talentuoso giocatore turco. Vince di misura la Juve, non senza soffrire ma ottenendo il massimo risultato, portando così a 4 la serie consecutiva di vittorie in campionato, dopo la cocente delusione per l’eliminazione in Champions.

Chiude la 26esima giornata il posticipo tra Roma e Monza, con i giallorossi che hanno una gigantesca opportunità di accorciare sulle altre concorrenti per un piazzamento in Europa, a causa delle sconfitte di Bologna, Milan e Fiorentina e il pareggio della Lazio.

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