Il Pescara regala punti in trasferta
Avanti di due reti a Portogruaro, nella ripresa subisce la rimonta.
PORTOGRUARO. Un altro pareggio in trasferta, il quarto lontano dall’Adriatico. Altri due punti persi per strada, un film già visto. Il solito Pescara che fuori casa accarezza la vittoria e poi se la lascia sfuggire quando sente di averla in pugno. Il 2-2 maturato sul campo della capolista Portogruaro ha il sapore di una beffa per i biancazzurri. Primo tempo chiuso in vantaggio di due reti e quella che sembra una strada in discesa si trasforma in una salita impervia. Il Pescara ha subìto la rimonta dei granata e ha anche rischiato di perdere la gara in un secondo tempo diventato un incubo. E non è un caso, perché quello del Mecchia è il quarto pareggio in trasferta di fila. Tutti sviluppatisi nello stesso modo: con il Pescara in vantaggio e poi riacciuffato.
La stessa squadra che non ha sbagliato niente nei primi 45’ di gioco, nella ripresa è rimasta dentro gli spogliatoi. In campo sono andati giocatori impauriti, incapaci di gestire il vantaggio maturato grazie a una partita pressoché perfetta tatticamente: chiusura degli spazi e ripartenze. Una condotta premiata dal terzo gol di testa del capitano Samuele Olivi, dopo 11’, e da un contropiede da manuale: palla rubata all’ex Siniscalchi, Ganci che si è involato sulla sinistra e palla per il killer Sansovini, alla seconda rete di seguito. Prima vittoria esterna e aggancio in vetta alla classifica, roba da applausi. Una goduria per i circa 300 tifosi al seguito, accolti con un benvenuto dallo speaker dello stadio. Portogruaro alle corde, Pescara sicuro di sè. Niente che faccia pensare a quello che poi si è materializzato alla ripresa del gioco.
La stessa squadra che ha fatto la voce grossa all’inizio è diventata, poi, impaurita e sterile. Ci sarebbero le praterie da sfruttare al cospetto di un Portogruaro che si getta all’assalto. E, invece, no. Il Pescara si è fatto del male da solo. In 4 minuti, dal 9’ al 13’, è passato dallo 0-2 al 2-2. E ad aiutare la prima della classe nell’impresa ci si è messo anche Andrea Gessa che ha sbagliato un cambio di gioco in fase di impostazione e ha messo il pallone sui piedi di Cunico, il giocatore granata più dotato tecnicamente. Che ha verticalizzato subito per Ettore Marchi, sorprendendo la difesa che stava salendo: per l’attaccante veneto, al terzo gol in campionato, trafiggere Pinna è stato un gioco da ragazzi. Di solito una formazione esperta come il Pescara reagisce gestendo la gara. Non questo Pescara che, invece, è andato in bambola e ha incassato anche il 2-2.
Un regalo se si pensa che la difesa (aspettava un fischio dell’arbitro per un fallo di mano) è rimasta colpevolmente ferma ad ammirare lo stacco, da fermo, di Cristian Altinier, entrato da poco al posto di Bocalon. Pareggio dopo poco meno di un’ora di gioco con altri 30’ da giocare al cospetto di un Portogruaro scatenato. Poteva capitolare ancora, la squadra di Cuccureddu. Al 23’ la dea bendata gli ha dato una mano: nella stessa azione Espinal, Cunico e Altinier hanno avuto la possibilità di segnare il 3-2, ma i biancazzurri l’hanno sfangata. E sono riusciti a portare a casa il punto grazie a un finale dignitoso. Ma resta il rammarico di un successo svanito quando sembrava cosa fatta. La gestione della gara è ancora un problema e, finora, ha, in parte, vanificato un cammino buono, ma non eccellente come potrebbe essere. Il Pescara è sceso dal 2º al 3º posto, ma ha continuato a farsi del male. E’ imbattuto, ma non riesce a carburare, sfruttando per intero le sue potenzialità.
La stessa squadra che non ha sbagliato niente nei primi 45’ di gioco, nella ripresa è rimasta dentro gli spogliatoi. In campo sono andati giocatori impauriti, incapaci di gestire il vantaggio maturato grazie a una partita pressoché perfetta tatticamente: chiusura degli spazi e ripartenze. Una condotta premiata dal terzo gol di testa del capitano Samuele Olivi, dopo 11’, e da un contropiede da manuale: palla rubata all’ex Siniscalchi, Ganci che si è involato sulla sinistra e palla per il killer Sansovini, alla seconda rete di seguito. Prima vittoria esterna e aggancio in vetta alla classifica, roba da applausi. Una goduria per i circa 300 tifosi al seguito, accolti con un benvenuto dallo speaker dello stadio. Portogruaro alle corde, Pescara sicuro di sè. Niente che faccia pensare a quello che poi si è materializzato alla ripresa del gioco.
La stessa squadra che ha fatto la voce grossa all’inizio è diventata, poi, impaurita e sterile. Ci sarebbero le praterie da sfruttare al cospetto di un Portogruaro che si getta all’assalto. E, invece, no. Il Pescara si è fatto del male da solo. In 4 minuti, dal 9’ al 13’, è passato dallo 0-2 al 2-2. E ad aiutare la prima della classe nell’impresa ci si è messo anche Andrea Gessa che ha sbagliato un cambio di gioco in fase di impostazione e ha messo il pallone sui piedi di Cunico, il giocatore granata più dotato tecnicamente. Che ha verticalizzato subito per Ettore Marchi, sorprendendo la difesa che stava salendo: per l’attaccante veneto, al terzo gol in campionato, trafiggere Pinna è stato un gioco da ragazzi. Di solito una formazione esperta come il Pescara reagisce gestendo la gara. Non questo Pescara che, invece, è andato in bambola e ha incassato anche il 2-2.
Un regalo se si pensa che la difesa (aspettava un fischio dell’arbitro per un fallo di mano) è rimasta colpevolmente ferma ad ammirare lo stacco, da fermo, di Cristian Altinier, entrato da poco al posto di Bocalon. Pareggio dopo poco meno di un’ora di gioco con altri 30’ da giocare al cospetto di un Portogruaro scatenato. Poteva capitolare ancora, la squadra di Cuccureddu. Al 23’ la dea bendata gli ha dato una mano: nella stessa azione Espinal, Cunico e Altinier hanno avuto la possibilità di segnare il 3-2, ma i biancazzurri l’hanno sfangata. E sono riusciti a portare a casa il punto grazie a un finale dignitoso. Ma resta il rammarico di un successo svanito quando sembrava cosa fatta. La gestione della gara è ancora un problema e, finora, ha, in parte, vanificato un cammino buono, ma non eccellente come potrebbe essere. Il Pescara è sceso dal 2º al 3º posto, ma ha continuato a farsi del male. E’ imbattuto, ma non riesce a carburare, sfruttando per intero le sue potenzialità.