BIANCAZZURRI AL 4° POSTO
Il Pescara vola con la cooperativa del gol
Dieci marcatori diversi (come il Benevento) per il miglior attacco del campionato: la svolta con il passaggio al 4-3-2-1
PESCARA . È presto per parlare di effetti speciali, ma di certo da queste parti raramente ci si annoia. Quasi tre mesi di gioie e delusioni, esperimenti e cambi di rotta, fino alla svolta delle ultime gare, dove il Pescara ha finalmente mostrato una fisionomia ben precisa. Non più dottor Jekyll e mister Hyde, ora la squadra incarna una sola identità. Il colpaccio al Castellani di Empoli ha consolidato la bontà della scelta di Luciano Zauri di passare al 4-3-2-1, il modulo ad “albero di Natale” che sta esaltando le caratteristiche dei biancazzurri. E le tre vittorie nelle ultime quattro partite hanno spinto il Delfino al quarto posto. Alzi la mano chi avrebbe immaginato di vederlo così in alto dopo alcuni passaggi a vuoto abbastanza clamorosi. L’ultimo, appena tre settimane fa, contro lo Spezia in casa. Probabilmente la svolta è arrivata la settimana successiva al ko casalingo con i liguri, quando il Pescara ha sfidato il Benevento tra le mura amiche. Era il 26 ottobre, meno di un mese fa, e quel giorno Zauri ha deciso che bisognava dare un’altra sterzata, molto più convinta rispetto alle precedenti. Il 41enne marsicano ha riposto il 3-5-2 nel cassetto (senza tuttavia abbandonarlo definitivamente) virando forte sul 4-3-2-1. Quel giorno i biancazzurri hanno rifilato un poker al Benevento, la capolista che vanta tuttora la miglior difesa del torneo con appena 8 reti subite. Da un lato la solidissima corazzata di Inzaghi che, se si esclude lo scivolone all’Adriatico, fin qui ha avuto una continuità impressionante (sette successi, quattro pareggi e una sconfitta); dall’altro un Pescara irrequieto e sregolato, una squadra senza mezze misure (un solo pari in 12 gare, poi sei vittorie e cinque ko) che ha l’attacco più prolifico della B con 22 reti.
C’è, però, un tratto che accomuna le due compagini. Entrambe hanno avuto infatti la capacità di mandare a bersaglio tanti giocatori, ben dieci, e nessun’altra fino a questo momento ha saputo fare meglio. Nella cooperativa biancazzurra del gol hanno trovato spazio due difensori (Davide Bettella e Hugo Campagnaro), quattro centrocampisti (Luca Palmiero, Massimiliano Busellato, Ledian Memushaj e Josè Machìn) e quattro attaccanti (Gennaro Borrelli, Riccardo Maniero, Marco Tumminello e Cristian Galano). Serve davvero il bomber? Il mercato di riparazione si avvicina, mancano sette partite al termine del girone di andata e a breve inizierà il solito tormentone che ha accompagnato gli ultimi campionati del Pescara. «Per fare il salto di qualità», recita lo slogan, «bisogna avere in rosa un attaccante da venti gol a stagione».
Eppure, talvolta il campo ha sentenziato che anche senza un bomber di razza è possibile viaggiare comodamente nelle alte sfere della classifica. Attualmente il terminale offensivo è Gennaro Borrelli che nelle gerarchie iniziali era la quarta scelta dopo Marco Tumminello, Matteo Brunori e Riccardo Maniero. L’infortunio di Tumminello gli ha permesso di scalare una posizione, poi Zauri ha deciso di puntare tutto sul 19enne capocannoniere della Primavera 2 2018-19. Borrelli ha ripagato la fiducia segnando un gol in quattro partite da titolare e, soprattutto, offrendo quasi sempre prestazioni generose. Il suo lavoro “sporco” in attacco, la capacità di aprire gli spazi per gli inserimenti dei compagni rappresentano alcuni segreti della risalita del Delfino. La bravura nel difendere il pallone tenendo costantemente impegnati i centrali difensivi avversari, la voglia di lottare in ogni azione hanno permesso al baby di ritagliarsi uno spazio importante e di fare funzionare quasi alla perfezione il nuovo sistema di gioco. Certamente, non sarà facile mantenersi su quei livelli. Vedremo cosa succederà da qui al giro di boa sperando che il solito tormentone (“Serve un centravanti”) non torni di moda.
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