Italia, non è l’ora della paura

24 Giugno 2014

Con l’Uruguay in palio gli ottavi, Prandelli sceglie il 3-5-2 e la coppia Balo&Ciro

INVIATO A NATAL. È il giorno delle risposte. Fa più paura la garra charrúa o la sgarrata azzurra, l’ultima, capace di spedire in orbita il Costa Rica? Non solo: riusciranno Balotelli e Immobile a reggere il confronto con la coppia da mille e un notte Suarez-Cavani? Lo spietato faccia a faccia tra Italia e Uruguay (una sola giocherà gli ottavi) non può che cominciare con i dubbi che alimentano la vigilia, dubbi che Cesare Prandelli ha cercato di spazzare a parole, sostituendosi al vento che non soffia più vigoroso dall’oceano, visto che le nuvole hanno avuto la meglio, rilasciando sulla città una quantità d’acqua impressionante nel giro di poche ore. Era mezza allagata la strada che dal lungomare porta all’Arena das Dunas: i ritiri delle due squadre sono uno a mezzo chilometro dall’altro, ma prima del trasferimento allo stadio solo il maltempo ha negato alla Celeste un bagno di folla come quello dell’altra sera, quando centinaia e centinaia di tifosi uruguaiani in processione hanno riempito il viale d’accesso al Serhs Grand Hotel per incitare la squadra di Tabarez, mentre poco più in là, al Pestana Resort, gli azzurri erano circondati solo dai mitra dei venti soldati che sorvegliano il loro quartier generale.

Qui solo sotto la bandiera del sole di Montevideo si respira entusiasmo. Merito della vittoria sull’Inghilterra che ha rilanciato le azioni dell’Uruguay grazie al broker Suarez, laddove in casa azzurro l’incertezza regna sovrana. Così facile capire perché Prandelli abbia messo sulle ferite della Nazionale degli autentici impacchi di fiducia, arrivando perfino a evitare di nascondere la formazione che oggi all’una (le 18 in Italia) scenderà sullo scolorito rettangolo verde di Natal. Nessun timbro ufficiale sull’undici titolare, per carità, ma il ritorno alla difesa a tre e il lancio dell’inedito tandem Balotelli-Immobile sembrano delle realtà che difficilmente l’ultima notte prima dell’esame riuscirà a spazzare. Via libera al 3-5-2 di stampo juventino che sembra aver soppiantato il 3-4-1-2 provato domenica allo stadio Frasqueirão: una mediana a quattro potrebbe costringere Pirlo a un superlavoro in copertura, mentre con Marchisio alla sua sinistra (invece che nei panni del trequartista) e Verratti a destra, il più brasiliano degli azzurri – come lo chiamano qui – potrebbe pensare molto di più alla costruzione del gioco e alle verticalizzazioni per la premiata (si spera) ditta B&C, Balo e Ciro.

Ricominciando il discorso formazione per la coda, Bonucci sarà il centrale di una difesa completata da Barzagli a destra e Chiellini a sinistra, un assetto che con Buffon tra i pali riproduce fedelmente quello della Juventus. Nel cuore del centrocampo gli altri due bianconeri, i già citati Pirlo e Marchisio che dovrebbero trovarsi nel pacchetto con Verratti, là dove nella squadra di Conte agiscono Vidal e Pogba.

Troppo poco filtro? È uno degli interrogativi “vaganti”, anche se Prandelli ora non ha dei veri mediani in rosa. Pensa di poter rimediare con degli elementi capaci di rinculare fino sull’ultima linea, quella difensiva: Darmian a destra e il recuperato De Sciglio (all’esordio) a sinistra.

Insomma, l’equilibrio non dovrebbe mancare con l’Uruguay in pressione. Un modulo a fisarmonica, considerando che in poche mosse è capace di trasformarsi in un copertissimo 5-3-2. E la fisarmonica, come cantava Gianni Morandi, «suona per ricordarti un amore», quello delle ripartenze che sono un marchio di fabbrica del nostro calcio. Per lucidarlo ci vorranno però le conclusioni di Balotelli e Immobile, scelti da Prandelli dopo il fallimento (soprattutto a livello di pericolosità offensiva) dei vari Cerci, Cassano e Insigne nella ripresa con il Costa Rica. Il contropiede contro la garra: pronti per Italia-Uruguay?

@pioleotto

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