L’Aquila batte l’Arezzo e strappa applausi

3 Agosto 2015

Rossoblù al secondo turno (prossimo avversario il Novara) con i gol di testa di De Sousa e Sanni nel primo tempo

L’AQUILA. Applausi per esorcizzare la paura. L’Aquila che batte l’Arezzo nella prima uscita stagionale e trova nel Novara (serie B) la prossima avversaria della Coppa Italia che si chiama Tim Cup (appuntamento domenica 9 allo stadio Silvio Piola) è un concentrato di buona volontà e di “io speriamo che me la cavo”.

Strana domenica d’agosto, questa, con la curva del Fattori che torna a cantare dal primo minuto e la spada di Damocle della penalizzazione che incombe. Va bene che basta saper aspettare. Ma per una sera, almeno per la prima sera, si fa finta di niente e si prova a pensare al pallone che ricomincia a rotolare. Certo, nei discorsi dei tifosi il tema del deferimento e dell’imminente processo tornano prepotentemente. Ci vorrà, insomma, per accendere d’entusiasmo la piazza. Per ora la squadra di Perrone, che soltanto nella sua prima linea – tra l’altro suscettibile di modifiche sostanziali da qui all’avvio del campionato – annovera tutte facce note, sembra piacere e strappa applausi.

La notturna si apre con una grande parata di Zandrini su colpo di testa di Sperotto a girare al 6’. Sandomenico, subito dopo, si perde nell’ultimo passaggio dopo essersi liberato per tirare in piena area di rigore. E poi si fa ammonire per proteste. Dopo sedici minuti il gol di testa della pantera De Sousa (quanto sono mancate, da queste parti, le sue reti), che mette dentro di testa su cross di Di Mercurio e strappa il primo applauso della nuova stagione. Al 26’ un tiro dalla distanza di De Francesco si alza sulla traversa. La gara vive su discreti ritmi e accelerazioni, con prove tecniche d’inserimento sulle fasce e disponibilità a cercare sempre la via del gioco. La difesa completamente rinnovata (con due nuovi e due cavalli di ritorno) se la cava discretamente. Anche se a volte i disimpegni sono un po’ macchinosi. Al 33’ per poco non ci scappa la classica frittata. L’arbitro indica il rigore dopo un contatto tra Andersen e Betancourt. Tuttavia il guardalinee lo corregge e sbandiera il fallo dell’attaccante. L’allenatore dei toscani Capuano fa il diavolo a quattro ma il rigore non viene assegnato. L’Aquila spreca subito dopo il colpo del ko. Sanni, il prestito del Pescara, regala il gol del raddoppio quando al 39’ raccoglie, sempre di testa, un cross di Ceccarelli direttamente da calcio di punizione.

Poco o nulla offre la ripresa, con l’Arezzo che esercita una pressione territoriale senza impensierire la porta dell’Aquila tranne in un’unica occasione, con una parata di Zandrini degna di nota.

Il bilancio della serata è decisamente positivo, nella prima occasione per vedere L’Aquila in azione sul campo dopo le vicende giudiziarie. I dirigenti, indagati e non, sono sugli spalti. La curva, in sintonia con il sostegno esterno garantito dai diffidati (con tanto di fumogeni) il suo processo lo ha già concluso, visto che a inizio secondo tempo viene lanciato un coro contro l’ex responsabile dell’area tecnica Ercole Di Nicola. Un passaggio rapido, così, tra una cosa e l’altra. Giusto se qualcuno l’avesse dimenticato...

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