PALLA AL CENTRO
La vera sfida è far ripartire tutto lo sport
C’è un nuovo orizzonte, quello del 18 maggio quando le squadre di serie A potranno tornare a svolgere allenamenti collettivi secondo il protocollo sanitario della Figc. E poi dal 10-12 giugno si potrebbe giocare per concludere la stagione. Si delinea, quindi, il quadro invocato dal calcio per cercare di salvare il salvabile di un’industria, quella del pallone, che versa ogni anno circa 1,2 miliardi di tasse. È facile immaginare che ripartiranno - a porte chiuse, ovviamente - la serie A e, probabilmente, la serie B. Improbabile la C, ancor meno i dilettanti per i quali la stagione è da considerare virtualmente conclusa. Per gli italiani non è fondamentale che il calcio ricominci. E questo è condivisibile, sono altre le priorità. Ma anche quella del pallone è un’attività produttiva e, prima o poi, dovrà riprendere. Dovrà convivere con il coronavirus, come tutti. Per soldi, ma non solo. Perché è vero che i club professionistici hanno già speso gli introiti dei diritti televisivi e sono indebitati fino al collo. Ma più grave della situazione economica c’è il rischio di una serie di contenziosi legali che possono paralizzare l’attività compromettendo anche la prossima stagione. È questa la considerazione che ha spinto in queste settimane il presidente della Figc Gabriele Gravina a tessere la tela con il Governo e con il mondo scientifico, a costo di sembrare poco connesso con il resto del Paese. Immaginare di congelare le classifiche e stilare verdetti a tavolino senza ricorsi e contro-ricorsi milionari è utopia pura per un mondo calcistico capace di dividersi su tutto. Ecco perché chiudere la stagione assegnando scudetto, i posti nelle coppe europee e retrocessioni è diventato un imperativo. Oltre, ovviamente, alla possibilità di incassare i soldi dei diritti tv. Sarà un’estate all’insegna del calcio giocato, non del calciomercato. Saranno mesi in cui oltre al presente bisognerà pensare e ridisegnare il futuro dello sport. Non solo quello d’èlite, soprattutto quello di base. I settori giovanili, i dilettanti, le discipline sportive che si praticano all’aperto e quelle al chiuso: saranno tante le problematiche da affrontare in un’estate diversa, poco incline alle ferie abituali; da sfruttare invece per porre le basi alla vera ripartenza dello sport.
@roccocoletti1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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