Lanciano, 13 giornate di squalifica
La società bacchetta i tesserati espulsi: comportamento da stigmatizzare
LANCIANO. Un caso nazionale. Virtus Lanciano-Cisco interrotta all’80’ con i rossoneri ridotti in sei è entrata nella storia. Lo stesso dicasi per Simone Di Francesco, il 31enne arbitro di Teramo protagonista della sfida di coppa al Biondi. Sette ammonizioni e cinque espulsioni in mezzo al campo, ben 13 le giornate di squalifica comminate dal giudice sportivo. Tutte da scontare in coppa. Sono stati fermati anche il capitano Colussi, Antonioli e il tecnico Dino Pagliari (per due giornate) che non sono stati espulsi, ma che, evidentemente, hanno detto qualche parola di troppo al direttore di gara dopo il triplice fischio che ha sancito la fine anticipata dell’incontro. Mano pesante (tre giornate) per Oshadogan, l’ultimo a cui è stato sventolato il cartellino rosso per gioco falloso.
La Virtus Lanciano, ieri, sul proprio sito Internet ha espresso «il proprio rammarico per quanto accaduto» e ha stigmatizzato «il comportamento dei propri tesserati che si sono allontanati, con la propria condotta, dallo stile auspicato e sempre adottato da questa società. Contestualmente la società comunica che in settimana ci sarà un confronto con tutto lo staff su quanto accaduto; in quella sede, in linea con il codice di comportamento interno e alla luce delle decisioni prese dal giudice sportivo, saranno definiti i provvedimenti del caso».
I precedenti. A livello professionistico non ci sono tracce di episodi del genere. Lo stesso in Abruzzo, nei maggiori campionati dilettantistici. Un precedente porta di recente al calcio femminile, in serie D, nel Veneto. Roba del febbraio scorso: cinque giocatrici del Treporti sono state espulse nella sfida sul campo dell’Alpes Lesio Feltre e l’arbitro ha mandato tutti negli spogliatoi al 32’ della ripresa. Nel 1997 una gara play off di serie D, tra Rieti e Pomezia, è stata interrotta anzitempo per cinque espulsioni (dell’arbitro Marrazzo) sanzionate al Pomezia.
Ironia della sorte, ieri a Firenze, si è svolto un incontro tra gli arbitri e le società di Prima e Seconda divisione. Nessun commento su quanto accaduto a Lanciano dal designatore Stefano Braschi.
Tre cartellini rossi (per doppia ammonizione) per gioco falloso, altri due diretti: uno per proteste (Mammarella) e uno perché Di Cecco avrebbe applaudito il direttore di gara dopo l’ammonizione per gioco falloso a Colombaretti. L’arbitro può aver sbagliato alcune decisioni, di certo è apparso fiscale. Ma tutto ciò non basta a giustificare il nervosismo e i fallacci dei rossoneri.
Ironia all’altoparlante. Cinque ammoniti e un espulso dopo 36’, poi un rigore contestato assegnato alla Cisco. Infine, un gol annullato al frentano Sansone. Fine del primo tempo e squadre negli spogliatoi con l’altoparlante del Biondi che irradiava le note della canzone “Je so pazz” di Pino Daniele. E, alla fine, dopo il triplice fischio all’80’, ancora musica all’altoparlante: “In questo mondo di ladri” di Antonello Venditti.
E la Cisco? La società romana ha affidato il suo pensiero al sito Internet, parlando di «vergognosa caccia all’uomo inscenata dai giocatori della Virtus Lanciano».
La Virtus Lanciano, ieri, sul proprio sito Internet ha espresso «il proprio rammarico per quanto accaduto» e ha stigmatizzato «il comportamento dei propri tesserati che si sono allontanati, con la propria condotta, dallo stile auspicato e sempre adottato da questa società. Contestualmente la società comunica che in settimana ci sarà un confronto con tutto lo staff su quanto accaduto; in quella sede, in linea con il codice di comportamento interno e alla luce delle decisioni prese dal giudice sportivo, saranno definiti i provvedimenti del caso».
I precedenti. A livello professionistico non ci sono tracce di episodi del genere. Lo stesso in Abruzzo, nei maggiori campionati dilettantistici. Un precedente porta di recente al calcio femminile, in serie D, nel Veneto. Roba del febbraio scorso: cinque giocatrici del Treporti sono state espulse nella sfida sul campo dell’Alpes Lesio Feltre e l’arbitro ha mandato tutti negli spogliatoi al 32’ della ripresa. Nel 1997 una gara play off di serie D, tra Rieti e Pomezia, è stata interrotta anzitempo per cinque espulsioni (dell’arbitro Marrazzo) sanzionate al Pomezia.
Ironia della sorte, ieri a Firenze, si è svolto un incontro tra gli arbitri e le società di Prima e Seconda divisione. Nessun commento su quanto accaduto a Lanciano dal designatore Stefano Braschi.
Tre cartellini rossi (per doppia ammonizione) per gioco falloso, altri due diretti: uno per proteste (Mammarella) e uno perché Di Cecco avrebbe applaudito il direttore di gara dopo l’ammonizione per gioco falloso a Colombaretti. L’arbitro può aver sbagliato alcune decisioni, di certo è apparso fiscale. Ma tutto ciò non basta a giustificare il nervosismo e i fallacci dei rossoneri.
Ironia all’altoparlante. Cinque ammoniti e un espulso dopo 36’, poi un rigore contestato assegnato alla Cisco. Infine, un gol annullato al frentano Sansone. Fine del primo tempo e squadre negli spogliatoi con l’altoparlante del Biondi che irradiava le note della canzone “Je so pazz” di Pino Daniele. E, alla fine, dopo il triplice fischio all’80’, ancora musica all’altoparlante: “In questo mondo di ladri” di Antonello Venditti.
E la Cisco? La società romana ha affidato il suo pensiero al sito Internet, parlando di «vergognosa caccia all’uomo inscenata dai giocatori della Virtus Lanciano».