NEL WEEK END IL DELFINO RIPOSA
Pescara, il centrocampo croce e delizia di Pillon
Il trio Memushaj-Brugman-Machìn, considerato il migliore della B, mostra problemi nella fase difensiva e il tecnico studia nuove soluzioni per risolverli
PESCARA. Il ritornello sta diventando fastidioso. Prima di affrontare il Pescara, tutti gli allenatori avversari non hanno risparmiato elogi al centrocampo biancazzurro. «È il più forte della serie B», ripetevano all’unisono. In verità già dalla scorsa estate, prima del via al campionato, Josè Machìn, Gaston Brugman e Ledian Memushaj sono stati indicati da molti tecnici e addetti ai lavori già come il trio migliore della cadetteria. La storia dei complimenti in realtà nascondeva qualche dubbio che pochi coraggiosi hanno sottolineato.
Ovviamente, non sulle qualità individuali dei tre, che sono calciatori fortissimi per la categoria. Piuttosto, le perplessità nascevano (e permangono) sull’assortimento della mediana che annovera tre giocatori più votati ad offendere che a difendere. Insomma, tutto bene quando si ha il pallone tra i piedi, un po’ meno quando il gioco è in mano gli avversari.
Più precisamente, le criticità maggiori si verificano nel momento in cui il Pescara perde il possesso della sfera e le coperture preventive vanno spesso a farsi benedire, almeno negli ultimi tempi. La tendenza di questi centrocampisti a spingersi in avanti per accompagnare l’azione fa saltare l’ordine tattico. L’effetto provoca la perdita delle posizioni giuste e l’apertura di invitanti praterie per gli avversari che sfruttano i buchi centrali con estrema facilità.
Tra i tre, l’unico ad avere discrete capacità nella fase di interdizione è Memushaj, mezzala eclettica in grado di rispettare le consegne sia in fase offensiva che difensiva. Tuttavia, anche l’albanese ama gli inserimenti verso l’area di rigore avversaria. Contro il Cittadella, una sua sortita in attacco non andata a buon fine (pallone perso all’altezza del limite dell’area veneta) ha dato il là al contropiede che ha portato al gol-partita realizzato da Finotto.
Brugman, nonostante qualche acciacco fisico, anche quest’anno sta giocando con grande continuità. Gli piace il ruolo di playmaker, però è chiaro che al suo fianco avrebbe bisogno di un sostegno continuo nella fase di non possesso. La tecnica del 26enne uruguaiano è sprecata per la serie B, ma da lui non si può pretendere granché in fase difensiva.
L’altro è Machìn che ha mezzi straordinari, ma a livello tattico deve compiere progressi enormi. Le difficoltà nascono quando l’ex Brescia perde la posizione.
Chiaramente, prima di sfidare il Pescara, gli allenatori avversari non hanno mai sollevato le possibili controindicazioni che un centrocampo così assortito avrebbe potuto scatenare. Hanno preferito riempire il terzetto di parole al miele. Al contrario, da queste parti, si sono registrate varie voci fuori dal coro degli adulatori . Anche Bepi Pillon, dall’alto della sua esperienza, era consapevole delle insidie. E, sin dai primi giorni del ritiro, aveva lavorato duramente per evitare disfunzioni. Il regresso lo ha inquietato: «Ci sono cose da chiarire con la squadra», ha detto nel dopo partita a Verona. Nuove soluzioni in arrivo...
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