Pescara in crisi, vanno via cinque soci
Il gruppo di Sebastiani non vuole ricapitalizzare le perdite, De Cecco infuriato.
PESCARA. La crisi è servita. Dopo la riunione di martedì, ieri è aumentata la frattura tra Daniele Sebastiani e il resto della società. L’ad ha confermato tramite una lunga mail le dimissioni. «Noi (si riferisce anche a Di Tieri, Acciavatti Pirocchi e Di Cosimo, gli altri soci dimissionari, ndc) non ricapitalizzeremo perché non condividiamo la gestione della società. Io da tempo ho mandato una mail ai i soci annunciando l’intenzione di lasciare».
«All’epoca dissi anche che se la nostra uscita poteva creare problemi alla ricapitalizzazione, avrei garantito in tempo una soluzione alternativa con l’arrivo di altri imprenditori», dice con irruenza Sebastiani. «Mi fu mandato a dire che non c’erano problemi e che loro avrebbero ricapitalizzato anche il restante 30%. Ora a poche ore dall’assemblea dicono che non hanno più la possibilità per farlo».
Però, nonostante il caos più totale Sebastiani aggiunge: «Faccio presente che, come più volte detto da Peppe De Cecco, responsabile dell’area tecnica della società, il club a suo dire avrebbe un patrimonio di 6 milioni di euro. Per questo motivo non comprendo le preoccupazioni di una compagine che se da un lato sarebbe costretta a sborsare un valore più elevato in questo momento, dall’altro avrebbe un accrescimento del patrimonio».
E la frase più importante che pronuncia è questa: «Nonostante tutto, sono disposto per il bene della società ad intervenire alla ricapitalizzazione evitando problemi a Peppe De Cecco, a condizione che lo stesso si impegni contestualmente al riacquisto delle mie quote, prima della successiva ricapitalizzazione (tra febbraio e marzo, ndc). Naturalmente in futuro non intendo speculare su nessun tipo di situazione legata ai risultati, come un’eventuale promozione in B, chiedendo soltanto la restituzione della quota ricapitalizzata».
Peppe De Cecco, invece, è molto amareggiato. «Sono profondamente deluso dal comportamento di queste persone», afferma. «Non ci aspettavamo questa prova di forza che lascia il Pescara in oggettive difficoltà. Posso solo dire che noi abbiamo già ricapitalizzato per il nostro 70%,, ma non lo faremo per coprire i debiti contratti anche da chi è andato via».
De Cecco, inoltre, in uno scatto di rabbia ha rilasciato anche queste dichiarazioni all’Ansa: «Se entro il 21 dicembre non ci sarà qualche fatto nuovo, i libri contabili della Pescara Calcio andranno in Tribunale». Il big della pasta vuole troppo bene al Pescara e difficilmente farà emergere uno scenario del genere.
Intanto le ore passano e la data del 21 dicembre si avvicina. In società sono già iniziate le grandi manovre per cercare di far entrare altre persone. Angelo Renzetti attende solo l’ok per rilevare il 10% delle quote. «Io ci sono pronto per tuffarmi in questa avventura», ha detto dalla Svizzera l’ex presidente. «Voglio dare una mano a questa società e attendo un segnale con la speranza che le cose si sistemino tra gli attuali soci».
E oggi l’entourage biancazzurro proverà a sondare la volontà del gruppo Barbarossa, ovvero i proprietari della catena di magazzini Acqua&Sapone. Potrebbe essere uno dei nuovi soci del Pescara.
«All’epoca dissi anche che se la nostra uscita poteva creare problemi alla ricapitalizzazione, avrei garantito in tempo una soluzione alternativa con l’arrivo di altri imprenditori», dice con irruenza Sebastiani. «Mi fu mandato a dire che non c’erano problemi e che loro avrebbero ricapitalizzato anche il restante 30%. Ora a poche ore dall’assemblea dicono che non hanno più la possibilità per farlo».
Però, nonostante il caos più totale Sebastiani aggiunge: «Faccio presente che, come più volte detto da Peppe De Cecco, responsabile dell’area tecnica della società, il club a suo dire avrebbe un patrimonio di 6 milioni di euro. Per questo motivo non comprendo le preoccupazioni di una compagine che se da un lato sarebbe costretta a sborsare un valore più elevato in questo momento, dall’altro avrebbe un accrescimento del patrimonio».
E la frase più importante che pronuncia è questa: «Nonostante tutto, sono disposto per il bene della società ad intervenire alla ricapitalizzazione evitando problemi a Peppe De Cecco, a condizione che lo stesso si impegni contestualmente al riacquisto delle mie quote, prima della successiva ricapitalizzazione (tra febbraio e marzo, ndc). Naturalmente in futuro non intendo speculare su nessun tipo di situazione legata ai risultati, come un’eventuale promozione in B, chiedendo soltanto la restituzione della quota ricapitalizzata».
Peppe De Cecco, invece, è molto amareggiato. «Sono profondamente deluso dal comportamento di queste persone», afferma. «Non ci aspettavamo questa prova di forza che lascia il Pescara in oggettive difficoltà. Posso solo dire che noi abbiamo già ricapitalizzato per il nostro 70%,, ma non lo faremo per coprire i debiti contratti anche da chi è andato via».
De Cecco, inoltre, in uno scatto di rabbia ha rilasciato anche queste dichiarazioni all’Ansa: «Se entro il 21 dicembre non ci sarà qualche fatto nuovo, i libri contabili della Pescara Calcio andranno in Tribunale». Il big della pasta vuole troppo bene al Pescara e difficilmente farà emergere uno scenario del genere.
Intanto le ore passano e la data del 21 dicembre si avvicina. In società sono già iniziate le grandi manovre per cercare di far entrare altre persone. Angelo Renzetti attende solo l’ok per rilevare il 10% delle quote. «Io ci sono pronto per tuffarmi in questa avventura», ha detto dalla Svizzera l’ex presidente. «Voglio dare una mano a questa società e attendo un segnale con la speranza che le cose si sistemino tra gli attuali soci».
E oggi l’entourage biancazzurro proverà a sondare la volontà del gruppo Barbarossa, ovvero i proprietari della catena di magazzini Acqua&Sapone. Potrebbe essere uno dei nuovi soci del Pescara.