Tasse, salta il voto sulla proroga

Mantini (Udc) e Lolli (Pd) contro il governo: aquilani discriminati.

L’AQUILA. Salta il voto sugli emendamenti-tasse. Tra le proteste dei deputati abruzzesi per ora gli aquilani potranno contare solo sulla parola di Berlusconi. Ha prevalso la logica economica su quella politica e così è stato adottato il metodo del voto solo sugli emendamenti rispetto ai quali il governo aveva espresso parere favorevole. Di conseguenza non esiste atto scritto che conceda ai contribuenti aquilani una proroga della sospensione del pagamento delle tasse. Sul decreto anti-crisi verrà posta la fiducia. Se da un lato i deputati Pierluigi Mantini (Udc) e Giovanni Lolli (Pd) parlano di «discriminazione» e «atto gravissimo» del governo nei confronti degli abruzzesi, dall’altro l’onorevole Marcello De Angelis (Pdl) mastica amaro e attende la proroga.

Mantini annuncia una «lettera-appello a Gianni Letta», perché il sottosegretario alla presidenza del consiglio, «con la sensibilità che gli è propria da abruzzese e da uomo di Stato, intervenga per correggere la discriminazione nei confronti dei terremotati abruzzesi, costretti a pagare il 100 per 100 delle tasse». Per Mantini, la scelta del governo è «un atto irragionevole e offensivo, ma c’è ancora la possibilità di correggerla». Il parlamentare insiste «sulla soluzione proposta nel mio emendamento, il 50 per cento delle imposte in 36 rate, a partire dal 2012. È un po’ meno di quanto hanno avuto altri, ma almeno è il segno di un respiro fiscale che è necessario se si vuole che l’Aquila e i comuni terremotati tornino a vivere». L’onorevole Lolli giudica «gravissimo» il fatto che «nonostante le solenni promesse di Silvio Berlusconi siano stati respinti, nell’esame del decreto anti-crisi alla Camera, gli emendamenti con cui chiedevamo il rinvio della restituzione delle tasse sospese per tutti i cittadini delle zone colpite dal sisma».

«Non è bastata la protesta ferma e decisa del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, non sono bastate le lettere, i comunicati dei comitati, le tantissime voci degli aquilani, non è bastato il nostro lavoro in Parlamento per spiegare le ragioni dei cittadini. La città dell’Aquila e i suoi cittadini vengono abbandonati a loro stessi in un modo che non ha precedenti nella storia del nostro paese. Unica nota positiva in questa drammatica situazione è l’approvazione dell’emendamento di cui sono primo firmatario che proroga la cassa integrazione per le due aziende Finmek dell’Aquila e di Sulmona». De Angelis (Pdl) condivide quest’ultima considerazione e spiega che «in via non ufficiale i rappresentanti del governo hanno ventilato l’ipotesi di intervenire con un’ulteriore ordinanza. Quindi aspettiamo, ma sono fiducioso.

L’impressione che ho avuto dopo molti giorni di lavoro duro e convulso in commissione è che si siano messe così tanto le mani sul testo originale da stravolgerlo completamente. Sono stati inseriti, con vari emendamenti del governo, argomenti avulsi dalla crisi e sono stati stravolti gli equilibri di bilancio. Ha prevalso la logica contabile su quella politica. Tremonti e i suoi emissari hanno irrigidito il dibattito e chiuso gli spazi. La soddisfazione è scarsa se non per il sostegno da parte della minoranza. Se li avessimo votati in commissione, gli emendamenti (De Angelis ha chiesto la proroga di 6 mesi ndr) sarebbero passati».

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