MARTINSICURO
Aggrediscono l'addetto alla sicurezza del locale, arrestati due ragazzi
Ai domiciliari finiscono un 20enne e un 25enne del posto che avevano preso il vigilante a calci e pugni e lo avevano colpito con una scala in alluminio
MARTINSICURO. Era la notte del 2 gennaio scorso, quando all’esterno di un locale di Martinsicuro, terminata una festa, gli avventori si stavano apprestando a uscire, quando un gruppo di ragazzi, verosimilmente perché inviatati a lasciare in fretta il locale, si è scagliato con veemenza contro un addetto alla sicurezza 50enne.
L’uomo è stato sopraffatto: colpito con una serie di calci e pugni anche quando ormai era steso a terra. Una volta rialzatosi con non poca fatica, il vigilante aveva cercato riparo all’interno dell’attività commerciale ma era stato raggiunto e colpito nuovamente con una scala in alluminio recuperata in uno sgabuzzino attiguo.
Trasportato al Pronto soccorso di Sant’Omero, i medici gli hanno dato 40 giorni di prognosi per le fratture riportate.
Le indagini condotte dai carabinieri della Stazione di Martinsicuro avevano consentito di individuare il gruppo che aveva partecipato all’aggressione, tra cui i due ragazzi - C.A. 25enne di San Benedetto del Tronto e T.M.D. 20enne di Colonnella - che maggiormente, con le loro condotte facinorose, avevano picchiato con violenza l’uomo.
Al termine delle indagini, i militari truentini hanno rimesso una dettagliata informativa di reato, contenente i nominativi del branco che ha preso parte all’aggressione, al sostituto procuratore della Repubblica di Teramo, Stefano Giovagnoni, che ha inoltrato al giudice delle indagini preliminari la richiesta per le esigenze cautelari nei confronti di due di loro. Il gip Marco Procaccini, concordando con gli esiti dell’attività investigativa dei carabinieri e accogliendo la richiesta del pm, ha emesso l’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale coercitiva domiciliare.
I due giovani, questa mattina, sono stati prelevati dai carabinieri di Martinsicuro e condotti in caserma ove sono state notificate le rispettive ordinanze, successivamente, espletati gli atti necessari, sono stati condotti nelle relative abitazione agli arresti domiciliari.