Ammanettato, picchiato e derubato per un debito di duemila euro: in tre a processo
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La vittima è un venditore d’auto di Teramo che, dopo essersi rivolto a un carrozziere per la riparazione di alcuni veicoli, è stato sequestrato dall’uomo insieme a due complici, che lo hanno poi picchiato e derubato di varie macchine e modellini da collezione, rivenduti su internet. Alla base, un presunto debito che il venditore nega di aver contratto
TERAMO. Una notte da incubo che ha raccontato in aula con quel senso di paura che forse non l’abbandonerà più. Perché in un processo che solitamente arriva dopo anni dai fatti, in questo caso cinque, non è mai facile rendere l’attualità delle cose. Lui, commerciante d’auto teramano, è parte offesa nel processo in cui in tre sono accusati di averlo sequestrato in un furgone, ammanettato al volante di una macchina, picchiato, minacciato con un coltello e un tirapugni, derubato di auto vere e di modellini. Tutto per un presunto debito di circa duemila euro che uno dei tre, venezuelano titolare di una officina meccanica, avrebbe vantato nei suoi confronti. Ma che per la vittima non sarebbe mai esistito.
Le accuse per i tre, il titolare della carrozzeria e due suoi amici, sono pesanti: la Procura contesta il sequestro di persona, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e lesioni. I fatti, ripercorsi ieri in aula in apertura di dibattimento davanti alla giudice monocratica Claudia Di Valerio, si sono verificati nell’aprile del 2020, in piena pandemia. La vittima ha raccontato che in passato aveva avuto rapporti di collaborazione con il carrozziere proprio per via del suo lavoro e quindi, in alcune occasioni, della necessità di sistemare delle auto. «Un giorno mi chiamò per dirmi che avrebbe dovuto vederci per parlare di lavoro e mi diede appuntamento in un posto», ha raccontato l’uomo in aula, «quella sera io sono andato ma ho trovato e gli altri due che mi aspettavano all’interno di un furgone con i vetri oscurati. Improvvisamente sono stato buttato a terra e picchiato. Mi hanno ammanettato e fatto entrare a forza nel furgone. Successivamente mi hanno portato nel mio deposito di auto, preso le chiavi, aperto il locale e ammanettato al volante di una macchina».
Dopo essersi appropriati di un rimorchio auto sempre di proprietà del commerciante, i tre avrebbero portato via varie macchine, un condizionatore e dei modellini di auto che l’uomo collezionava. «Lui mi ha costretto a firmare un foglio in cui si dichiarava che tutto quel materiale gli veniva ceduto in virtù di quei soldi che rivendicava da me», ha detto l’uomo. Per tutta la notte, visto che era stato privato del telefono cellulare, è rimasto ammanettato nel locale. «La mattina», ha continuato, «è venuto e mi ha liberato». Il commerciante, dopo essersi fatto refertare al pronto soccorso, si è presentato dai carabinieri e ha denunciato. Alcuni modellini di auto sono stati venduti su Facebook. Nel processo si è costituito parte civile rappresentato dall’avvocato Franco Propato. Si torna in aula a maggio per l’audizione dei primi testi della Pubblica accusa.
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