Appalti poco chiari, la Cisl diffida la Asl

Scuteri: gravi irregolarità sull’affidamento del Cup, tagliati 10 operatori e stipendi in ritardo di 5 mesi

TERAMO. Una fitta nebbia circonda gli appalti della Asl. E la Cisl diffida l’azienda a rendere pubblici quali sono i servizi esternalizzati o dati in convenzione, a quali cooperative o società sono stati affidati. Il segretario provinciale, Antonio Scuteri, osserva che da oltre un anno ha avanzato queste richieste al dirigente del settore beni e servizi, chiedendo anche copia dei contratti di appalto, ma senza esito.

La posta in gioco è alta: la Asl ormai impegna almeno il 20% del suo bilancio negli appalti dei servizi. Per legge la Asl è tenuta a informare preventivamente i sindacati sui servizi da esternalizzare e i contratti di appalto. «La Cisl dice definitivamente "stop" per fare, una volta per tutte, chiarezza sugli appalti al fine di garantire il rispetto delle regole sociali, dei contratti di lavoro e delle norme di salute e sicurezza a favore dei lavoratori ed evitare anche eventuali intermediazioni di manodopera», afferma Scuteri.

Il sindacalista segnala casi di «mancato riassorbimento dei lavoratori in caso di cambio di appalto, come prescrive obbligatoriamente una normativa contrattuale in materia di appalti, lasciando, all'improvviso, intere famiglie senza reddito e senza prospettive». E fa l’esempio dell’appalto al consorzio Nike per la gestione del Cup: non sono stati riassorbiti 10 lavoratori della cooperativa Service che aveva l’appalto precedente. Non solo: su pressione dei sindacati la Asl ha assegnato altri appalti alla Nike- la gestione dello sportello libere professioni e del recupero crediti - per favorire l’assunzione dei 10 tagliati fuori. Risultato, osserva Scuteri: sono state assunte altre 30 persone ma non i 10 esclusi. Scuteri parla del rischio di «assunzioni clientelari (fatte senza alcun criterio oggettivo e a discapito quindi dei più deboli e della qualità dei servizi)». E segnala che «ilpagamento di stipendi avviene con ritardi clamorosi (alcuni addirittura pagati costantemente oltre 5 mesi dalla data di scadenza)» oltre al «mancato rispetto delle norme di sicurezza e della salute dei lavoratori (gli addetti sono spesso in contatto con materiali o prodotti nocivi senza adeguata informazione e protezione).Tutto ciò mal si concilia con gli sforzi del presidente della Regione Gianni Chiodi e dei cittadini impegnati con grossi sacrifici nel risanamento del sistema sanitario abruzzese. La diffida della Cisl è mirata ad ottenere immediatamente il rispetto delle regole sociali e, nel più breve tempo possibile, il rilascio di tutti gli atti richiesti nonché la prevista convocazione preventiva delle parti in caso di future esternalizzazioni dei servizi. Sappiamo che il silenzio del direttore generale Giustino Varrassi non è una mancanza di attenzione nei confronti della Cisl. Ma ora una risposta non è più rinviabile ed è indispensabile per ristabilire la trasparenza». La Cisl sull’argomento ha già avuto un incontro con il viceprefetto Roberta Di Silvestre e tre giorni fa ha chiesto un incontro al prefettoValter Crudo.(a.f.)

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