Asl, Natale più povero per i dipendenti
Cgil e Cisl protestano: per ritardi burocratici non saranno pagate le indennità dei progetti obiettivo a centinaia di operatori
TERAMO. Centinaia di dipendenti della Asl rimangono a bocca asciutta. Non saranno pagate nemmeno a dicembre le ex incentivazioni, cioè le indennità legate ai progetti obiettivo. E sono parecchie centinaia di euro per il lavoro in più fatto dagli operatori che così garantiscono la copertura di importanti servizi.
«Com'è possibile che interi apparati, lautamente retribuiti, non riescano a svolgere il proprio compito e a pagarne le conseguenze siano sempre e solo i dipendenti che si prodigano per risolvere i problemi della sanità teramana?», si chiedono Amedeo Marcattili della Fp Cgil e Andrea Salvi della Fp Cisl, «frustrazione e rabbia sono i sentimenti che animano i dipendenti Asl che immaginavano di trascorrere un Natale diverso. Neanche a dicembre saranno liquidate le somme per i progetti obiettivo, necessari a sopperire alla carenza di personale e strategici sul territorio. E’ la stessa Asl infatti che definisce Adi e 118 "un servizio fondamentale per il sistema di assistenza territoriale". E' inaccettabile che all'abnegazione dei lavoratori, alla loro professionalità non trovi riscontro la giusta retribuzione. Non è più tollerabile un simile trattamento nei confronti di chi si prodiga, con passione e competenza, alla cura della parte più debole della popolazione. Non è più tollerabile che a distanza di un anno non vengano corrisposti i giusti compensi e rimborsate le spese. Non è più accettabile pensare di porre dei limiti orari, più volte contestati da queste organizzazioni sindacali, alle prestazioni ben sapendo che, a meno di non sospendere l'erogazione dei servizi, non sarà possibile rispettarli. E il rischio di sospensione dei servizi stessi, oltre all’attivazione di tutti i mezzi legali e contrattuali, diventerà reale qualora entro gennaio non sarà corrisposto il dovuto!» I sindacati propongono di creare un unico centro che si occupi della questione e che i diversi apparati comunichino meglio in modo da ristabilire regole certe ed «evitare la solita pantomima di richieste ed appelli per tentare di ottenere ciò che invece rappresenta un diritto del lavoratore. E' ora di finirla di scaricare le proprie responsabilità. Il nuovo direttore generale batta un colpo, non faccia come i predecessori: abbia un reale confronto con i sindacati», concludono. (a.f.)
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