Bimbo conteso a Teramo, il papà ricorre per riaverlo
Prima lo rapisce alla madre, poi lo riporta e ora si rivolge ai giudici della Cassazione
TERAMO. Finisce davanti ai giudici della Suprema Corte il caso del bimbo di Valle Castellana conteso dai genitori. Dopo la disperata fuga di 15 giorni con il piccolo di 3 anni (conclusa in una caserma dei carabinieri di Pomezia), il padre Yuri D.A. ha presentato ricorso in Cassazione. Il suo legale Felice Franchi chiede la revoca del provvedimento con cui il tribunale dei minori di Ancona ha disposto per il bambino il ritorno dalla madre Eva L.P., una cantante greca che vive tra Corfù e Cipro.
A Valle Castellana, il piccolo paese di montagna al confine tra Teramo e Ascoli balzato al centro delle cronache locali e nazionali per l'ennesimo disperato caso di un bimbo conteso da genitori separati, continuano a ripetere che per il padre «è un'ingiustizia, perchè per tre anni è stato solo lui a crescere il figlio». La difesa di familiari e conoscenti è strenua: «la fuga è stata un gesto di disperazione, ha avuto paura di non poterlo più rivedere una volta che fosse tornato in Grecia». E il piccolo da un mese è tornato in Grecia con la madre che, dopo una prima fuga del padre da Corfù con il figlio che allora aveva appena nove mesi, si era appellata alla convenzione dell'Aja per riportare il figlio nel suo Paese. E' lei che ha denunciato la prima sparizione del piccolo fino ad ottenere dal tribunale dei minori non l'affido ma un ordine di rimpatrio in Grecia. Ed è da questo provvedimento che il giovane padre di 29 anni a fine febbraio è fuggito una seconda con il bambino.
Il tribunale dei minori di Ancona - competente per territorio visto che Valle Castellana ricade nel distretto giuridico di Ascoli - dopo aver accertato quella che ha definito «l'illecita sottrazione del minore» a dicembre 2011 ha disposto l'ordine di rimpatrio in Grecia e la restituzione del bimbo alla madre. Per il momento, dunque, non c'è stato ancora nessun provvedimento di affido ad uno dei genitori. «Il tribunale», aveva spiegato marzo l'avvocato della donna Paolo Botzios, «valutati il superiore interesse del bambino ha disposto il rientro del minore in Grecia obbligando il padre a riportarlo entro 15 giorni dalla notifica del provvedimento, ovvero a non opporsi alla riconsegna alla madre. Si tratta di un provvedimento adottato dopo aver instaurato il contraddittorio delle parti e valutato le risultanze istruttorie».
Il provvedimento del tribunale è del 24 febbraio. Il resto è cronaca già scritta: il 10 marzo, quindi allo scadere dei quindici giorni, padre e figlio spariscono. E' lo stesso tribunale dei minori a segnalare la scomparsa alla procura di Ascoli che apre un fascicolo indagando l'uomo per sottrazione di minori. Dopo quindici giorni di ricerche il padre in fuga si presenta ai carabinieri. E' l'ultima volta che vede il figlio.
A Valle Castellana, il piccolo paese di montagna al confine tra Teramo e Ascoli balzato al centro delle cronache locali e nazionali per l'ennesimo disperato caso di un bimbo conteso da genitori separati, continuano a ripetere che per il padre «è un'ingiustizia, perchè per tre anni è stato solo lui a crescere il figlio». La difesa di familiari e conoscenti è strenua: «la fuga è stata un gesto di disperazione, ha avuto paura di non poterlo più rivedere una volta che fosse tornato in Grecia». E il piccolo da un mese è tornato in Grecia con la madre che, dopo una prima fuga del padre da Corfù con il figlio che allora aveva appena nove mesi, si era appellata alla convenzione dell'Aja per riportare il figlio nel suo Paese. E' lei che ha denunciato la prima sparizione del piccolo fino ad ottenere dal tribunale dei minori non l'affido ma un ordine di rimpatrio in Grecia. Ed è da questo provvedimento che il giovane padre di 29 anni a fine febbraio è fuggito una seconda con il bambino.
Il tribunale dei minori di Ancona - competente per territorio visto che Valle Castellana ricade nel distretto giuridico di Ascoli - dopo aver accertato quella che ha definito «l'illecita sottrazione del minore» a dicembre 2011 ha disposto l'ordine di rimpatrio in Grecia e la restituzione del bimbo alla madre. Per il momento, dunque, non c'è stato ancora nessun provvedimento di affido ad uno dei genitori. «Il tribunale», aveva spiegato marzo l'avvocato della donna Paolo Botzios, «valutati il superiore interesse del bambino ha disposto il rientro del minore in Grecia obbligando il padre a riportarlo entro 15 giorni dalla notifica del provvedimento, ovvero a non opporsi alla riconsegna alla madre. Si tratta di un provvedimento adottato dopo aver instaurato il contraddittorio delle parti e valutato le risultanze istruttorie».
Il provvedimento del tribunale è del 24 febbraio. Il resto è cronaca già scritta: il 10 marzo, quindi allo scadere dei quindici giorni, padre e figlio spariscono. E' lo stesso tribunale dei minori a segnalare la scomparsa alla procura di Ascoli che apre un fascicolo indagando l'uomo per sottrazione di minori. Dopo quindici giorni di ricerche il padre in fuga si presenta ai carabinieri. E' l'ultima volta che vede il figlio.
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