Brucchi boccia i 12 siti: inadeguati
Il sindaco respinge le proposte del comitato «Giù le mani dal Comunale»
TERAMO. «Il sito del teatro non si può più cambiare». Le parole del sindaco Maurizio Brucchi chiudono ogni possibilità di utilizzo di uno spazio diverso dall'area dell'ex stadio. Il comitato "Giù le mani dal Comunale", che per scongiurare l'abbattimento dello storico impianto sportivo ha proposto un referendum giudicato irrealizzabile dall'amministrazione, ha elencato dodici zone alternative in cui potrebbe essere costruito il teatro. Nessuna di queste, secondo il sindaco, è idonea o migliore di quella individuata nel project financing presentato dalla ditta Straferro di Centobuchi. «Fa piacere che il comitato si sia dato da fare», sottolinea Brucchi, «ma di siti utilizzabili ce ne potrebbero essere tanti altri».
L'ostacolo più grande è di carattere procedurale: i lavori per abbattere l'ex stadio stanno per iniziare dopo la gara d'appalto appena conclusa e cambiare l'area dell'intervento significerebbe azzerrare tutto. «Questo non è possibile», osserva il sindaco, «anche perché il sito è stato scelto con l'approvazione del progetto ad ampia maggioranza in consiglio». Ci sarebbe poi un problema di costi. Alcune degli spazi indicati dal comitato non sarebbero di proprietà del Comune e andrebbero acquistate con una consistente lievitazione delle spese.
E' il caso dell'ex carcere di Sant'Agostino. «A settembre quella struttura ospiterà l'archivio di Stato», spiega Brucchi, «e comunque si tratta di un immobile vincolato, non si può radere al suo per costruirci il teatro». Lo stesso discorso vale per l'ex manicomio. Il complesso è della Asl, vale circa 14 milioni di euro, ed è sottoposto a vincoli di destinazione. «All'ex maniconio inoltre abbiamo dato una vocazione diversa», precisa Brucchi, «e non possiamo stravolgere tutte le strategie». L'istituto Regina Margherita è destinato agli alunni della De Albentiis e anche questo è vincolato a usi che ne escluderebbero la trasformazione in teatro.
L'ex ospedaletto di Porta Romana, oltre ad essere di proprietà della Asl, non avrebbe la capienza sufficiente così come la vicina palestra Mazzini con annesso ex campetto Utap. I capannoni della ex Villeroy aggiungono alla controindicazione di essere sottoposti a vendita all'asta, il problema di trovarsi alla Gammarana. «Abbiamo scelto una collocazione diversa», fa notare il sindaco, «ritenendo che il teatro vada posizionato in centro storico o nelle immediate vicinanze».
La caserma Grue poteva essere un'alternativa vera. «Anni fa il Comune non esercitò il diritto di prelazione sull'acquisto», ricorda Brucchi, «ora è occupata da finanza e vigili del fuoco». Inadeguati come posizione e spazi sarebbero il mercato coperto di piazza Verdi e l'edificio del cinema Comunale. «Su quest'ultimo è stato realizzato uno studio di fattibilità con la Fondazione Tercas», evidenzia Brucchi, «per un intervento da realizzare in caso il project financing non fosse andata a buon fine».
Dall'analisi, secondo il primo cittadino, è emerso che anche comprendendo i locali dell'Oviesse gli spazi interni sarebbero stati molto sacrificati e che la viabilità nella zona avrebbe creato disagi ai camion per carico e scarico delle scenografie. Definita impraticabile l'idea di usare i mega parcheggi, Brucchi ritiene inopportuna anche la collocazione dietro al santuario della Madonna delle Grazie. «E' una zona troppo nascosta», conclude, «va bene per gli appartamenti, non per il teatro».
L'ostacolo più grande è di carattere procedurale: i lavori per abbattere l'ex stadio stanno per iniziare dopo la gara d'appalto appena conclusa e cambiare l'area dell'intervento significerebbe azzerrare tutto. «Questo non è possibile», osserva il sindaco, «anche perché il sito è stato scelto con l'approvazione del progetto ad ampia maggioranza in consiglio». Ci sarebbe poi un problema di costi. Alcune degli spazi indicati dal comitato non sarebbero di proprietà del Comune e andrebbero acquistate con una consistente lievitazione delle spese.
E' il caso dell'ex carcere di Sant'Agostino. «A settembre quella struttura ospiterà l'archivio di Stato», spiega Brucchi, «e comunque si tratta di un immobile vincolato, non si può radere al suo per costruirci il teatro». Lo stesso discorso vale per l'ex manicomio. Il complesso è della Asl, vale circa 14 milioni di euro, ed è sottoposto a vincoli di destinazione. «All'ex maniconio inoltre abbiamo dato una vocazione diversa», precisa Brucchi, «e non possiamo stravolgere tutte le strategie». L'istituto Regina Margherita è destinato agli alunni della De Albentiis e anche questo è vincolato a usi che ne escluderebbero la trasformazione in teatro.
L'ex ospedaletto di Porta Romana, oltre ad essere di proprietà della Asl, non avrebbe la capienza sufficiente così come la vicina palestra Mazzini con annesso ex campetto Utap. I capannoni della ex Villeroy aggiungono alla controindicazione di essere sottoposti a vendita all'asta, il problema di trovarsi alla Gammarana. «Abbiamo scelto una collocazione diversa», fa notare il sindaco, «ritenendo che il teatro vada posizionato in centro storico o nelle immediate vicinanze».
La caserma Grue poteva essere un'alternativa vera. «Anni fa il Comune non esercitò il diritto di prelazione sull'acquisto», ricorda Brucchi, «ora è occupata da finanza e vigili del fuoco». Inadeguati come posizione e spazi sarebbero il mercato coperto di piazza Verdi e l'edificio del cinema Comunale. «Su quest'ultimo è stato realizzato uno studio di fattibilità con la Fondazione Tercas», evidenzia Brucchi, «per un intervento da realizzare in caso il project financing non fosse andata a buon fine».
Dall'analisi, secondo il primo cittadino, è emerso che anche comprendendo i locali dell'Oviesse gli spazi interni sarebbero stati molto sacrificati e che la viabilità nella zona avrebbe creato disagi ai camion per carico e scarico delle scenografie. Definita impraticabile l'idea di usare i mega parcheggi, Brucchi ritiene inopportuna anche la collocazione dietro al santuario della Madonna delle Grazie. «E' una zona troppo nascosta», conclude, «va bene per gli appartamenti, non per il teatro».
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