Chiodi apre la casa-famiglia per disabili
Inaugurata la struttura nell’ex ospedaletto di via Taraschi. E’ gestita dall’Anffas e si occupa anche di autismo
TERAMO. Il nuovo centro per diversamente abili "La Dimora" è pronto ad aprire i battenti in città e potrà ospitare fino a dieci utenti che non possono più contare sul sostegno della famiglia. La struttura, realizzata nei locali dell'ex ospedaletto di via Taraschi , è stata presentata ieri alla città dal governatore Gianni Chiodi e del presidente della Provincia Valter Catarra nel corso della dodicesima giornata nazionale della Fondazione organizzata dalla Fondazione Tercas. Il presidente Mario Nuzzo ha scelto non a caso come tema della celebrazione quello del volontariato e del welfare ospitando la festa nell'edificio di via Taraschi che al suo interno oltre a "La Dimora" ospita a piano terra anche un centro psico-educativo specializzato nella cura dell'autismo.
Entrambe le strutture sono gestite dalla fondazione Anffas che ha ricevuto i locali in comodato d'uso gratuito dalla Fondazione Ventilij: la porzione di edificio destinata ai due centri è stata ristrutturata e resa funzionale per lo scopo grazie al finanziamento della Regione e della Fondazione Tercas. La residenza "La Dimora" è in particolare una struttura di carattere residenziale per l'accoglienza di persone disabili che, non appena entrata a regime, potrà ospitare dieci utenti e un nucleo familiare ristretto (figlio/genitore) mentre il centro psico educativo, finanziato per intero dalla Fondazione Tercas, è attivo già dal 2011 e tratta attualmente oltre 30 bambini con disturbi dello sviluppo e in particolare con la sindrome dell'autismo. Entrambe le strutture ieri sono state prese a simbolo della collaborazione virtuosa tra pubblico e privato sia per l'opera di recupero della struttura che per la realizzazione di centri di tipo assistenziale. «Non è un caso aver scelto questa sede per celebrare la giornata della Fondazione», ha spiegato Nuzzo che ha annunciato la volontà della Fondazione Tercas di stanziare nei prossimi anni una percentuale sempre maggiore di contributi per iniziative di carattere sociale e assistenziale. «Dall'inizio delle sue attività la Fondazione ha stanziato circa 20 milioni di euro nel sociale», ha detto, «è nostra volontà continuare in questa direzione, si tratta di un settore che non può aspettare mentre a volte si può temporeggiare negli investimenti di carattere culturale». Secondo il presidente Chiodi il coinvolgimento di partner pubblici e privati sarà sempre più una strada obbligata per la definizione di un nuovo modello di welfare. «Il sistema socio-assistenziale attuale è arrivato al capolinea», ha spiegato, «dobbiamo renderci conto che non può essere più lo Stato a fare tutto per tutti, in questo senso credo che questi centri siano un esempio importante per il territorio dove mancavano, tra l'altro, strutture residenziali per disabili». Alla discussione sul futuro del welfare e dell'associazionismo hanno partecipato ieri anche il presidente del Centro servizi volontariato Valerio Pichini e il rettore Rita Tranquilli Leali mentre a confrontarsi sulle esperienze sul territorio sono stati l'assessore delle Politiche sociali del Comune Giorgio D'Ignazio, Rossella Di Meco del settore Politiche sociali della Regione insieme a don Igor Di Diomede della Caritas di Teramo, Paolo d'Angelo dell'Anffas Teramo e Loredana Fanino dell'associazione Agave di Sant'Egidio .
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