Concorso truccato all'ArtaFernandez, il teramanobuono per tutte le stagioni
Il direttore amministrativo è ai domiciliari. Palermitano, vive da anni in Abruzzo dove ha mantenuto posti apicali con le giunte Falconio e Del Turco
TERAMO. E' un colletto bianco con la "c" maiuscola. Per un lustro, Antonio Fernandez, il direttore amministrativo dell'Arta arrestato ieri, è stato nella top ten dei dirigenti della Regione Abruzzo. Anzi, dal 1997 al '99, è al vertice del settore personale con il potere di gestire 1700 dipendenti dell'ente. E di controllare una spesa che allora si aggirava sui 150 miliardi di vecchie lire.
PRESO A TERAMO. Ma questo ganglio principale della pubblica amministrazione, giunto in Abruzzo dalla Sicilia a metà degli anni '80 (con tanto di specializzazione alla Luiss), dopo aver vinto un concorso pubblico e occupato un posto chiave in Regione, è rimasto tanto potente quanto sconosciuto.
Vive da anni a Teramo con la moglie che lavora a Giulianova. Ha insegnato alla facoltà di medicina di Chieti e all'Itis di Nereto. Ha lavorato anche a Ofena e Celano, ha elaborato la pianta organica della Regione Abruzzo ed ora controlla conti e personale dell'ente strumentale che ha potere su fiumi, mare e aria che respiriamo, ma davvero in pochi, anzi in pochissimi, sanno raccontare chi sia Fernandez.
Appena qualche battuta come: «E' uno che sa dialogare con i sindacati». Oppure: «Non è di sinistra», ma è riuscito a mantenere posti apicali sia con Antonio Falconio che con Ottaviano Del Turco alla guida della Regione. Ma quando ieri la polizia di Pescara ha bussato alla sua porta di casa, in via Cavour, nel centro della città, accanto allo storico castello Della Monica, per dirgli che era agli arresti, la notizia ha stentato a fare il giro degli ambienti curiosi della città di provincia.
Un commento vale per tutti: «Sì, vive a Teramo da anni ma se gira per Teramo si saluta da solo». A parlare, peraltro, è un teramano che lavora proprio nell'Arta.
Allora chi è Antonio Fernandez, 56 anni, nato a Palermo, ma da trent'anni cittadino abruzzese?
DA PALERMO A OFENA. Fernandez si laurea in Economia e Commercio nel 1979 con 110 e lode. Il primo incarico lo ha dietro uno sportello di banca quando, nel 1981, vince un concorso da impiegato nel Banco di Sicilia. Ma nel 1982 si specializza alla Luiss di Roma come segretario comunale e gli si aprono prospettive di lavoro nella nostra regione. Dove?
Lo ritroviamo nell'Aquilano, a Ofena, come segretario comunale dal 1985 al 1990. Ma Fernandez fa carriera. Entra in Regione nel 1994, con un altro concorso pubblico, negli uffici dei programmi per il territorio, poi in quelli della risorse economiche e infine, nel 1997, a capo del servizio personale. In questi anni Fernandez trova anche il tempo per svolgere il ruolo di commissario ad acta per i bilanci di previsione e consuntivi nel Comune di Celano e nella Comunità montana Amiternina; di insegnare ordinamento regionale all'Istituto tecnico industriale di Nereto e di presiedere commissioni d'appalto per la formazione professionale e le imprese giovanili.
Porta peraltro la sua firma il più delicato degli atti: la pianta organica della Regione Abruzzo, con 1700 dipendenti da non scontentare.
Arriviamo così al 2001 quando entra all'Arta ed occupa subito la poltrona più importante di direttore dell'Area amministrativa.
DIONISIO E FERNANDEZ. Allora l'Arta è in mano al commissario, l'avvocato Maurizio Dionisio, che ora è il difensore del colletto bianco arrestato.
In undici anni, Fernandez, decide tutte le consulenze esterne, i bilanci, i contratti del personale, i concorsi, le promozioni e gli acquisti anche dei mobili della sede di Chieti e nelle mense dell'Arta. Gestisce 13 grandi appalti e si ritrova a controllare la bellezza di 77 milioni di euro. Alla fine, accanto al suo nome, nelle note di giudizio, compare una sola parola: «eccellente». Fino all'arresto di ieri mattina a Teramo per l'assunzione di un precario.
PRESO A TERAMO. Ma questo ganglio principale della pubblica amministrazione, giunto in Abruzzo dalla Sicilia a metà degli anni '80 (con tanto di specializzazione alla Luiss), dopo aver vinto un concorso pubblico e occupato un posto chiave in Regione, è rimasto tanto potente quanto sconosciuto.
Vive da anni a Teramo con la moglie che lavora a Giulianova. Ha insegnato alla facoltà di medicina di Chieti e all'Itis di Nereto. Ha lavorato anche a Ofena e Celano, ha elaborato la pianta organica della Regione Abruzzo ed ora controlla conti e personale dell'ente strumentale che ha potere su fiumi, mare e aria che respiriamo, ma davvero in pochi, anzi in pochissimi, sanno raccontare chi sia Fernandez.
Appena qualche battuta come: «E' uno che sa dialogare con i sindacati». Oppure: «Non è di sinistra», ma è riuscito a mantenere posti apicali sia con Antonio Falconio che con Ottaviano Del Turco alla guida della Regione. Ma quando ieri la polizia di Pescara ha bussato alla sua porta di casa, in via Cavour, nel centro della città, accanto allo storico castello Della Monica, per dirgli che era agli arresti, la notizia ha stentato a fare il giro degli ambienti curiosi della città di provincia.
Un commento vale per tutti: «Sì, vive a Teramo da anni ma se gira per Teramo si saluta da solo». A parlare, peraltro, è un teramano che lavora proprio nell'Arta.
Allora chi è Antonio Fernandez, 56 anni, nato a Palermo, ma da trent'anni cittadino abruzzese?
DA PALERMO A OFENA. Fernandez si laurea in Economia e Commercio nel 1979 con 110 e lode. Il primo incarico lo ha dietro uno sportello di banca quando, nel 1981, vince un concorso da impiegato nel Banco di Sicilia. Ma nel 1982 si specializza alla Luiss di Roma come segretario comunale e gli si aprono prospettive di lavoro nella nostra regione. Dove?
Lo ritroviamo nell'Aquilano, a Ofena, come segretario comunale dal 1985 al 1990. Ma Fernandez fa carriera. Entra in Regione nel 1994, con un altro concorso pubblico, negli uffici dei programmi per il territorio, poi in quelli della risorse economiche e infine, nel 1997, a capo del servizio personale. In questi anni Fernandez trova anche il tempo per svolgere il ruolo di commissario ad acta per i bilanci di previsione e consuntivi nel Comune di Celano e nella Comunità montana Amiternina; di insegnare ordinamento regionale all'Istituto tecnico industriale di Nereto e di presiedere commissioni d'appalto per la formazione professionale e le imprese giovanili.
Porta peraltro la sua firma il più delicato degli atti: la pianta organica della Regione Abruzzo, con 1700 dipendenti da non scontentare.
Arriviamo così al 2001 quando entra all'Arta ed occupa subito la poltrona più importante di direttore dell'Area amministrativa.
DIONISIO E FERNANDEZ. Allora l'Arta è in mano al commissario, l'avvocato Maurizio Dionisio, che ora è il difensore del colletto bianco arrestato.
In undici anni, Fernandez, decide tutte le consulenze esterne, i bilanci, i contratti del personale, i concorsi, le promozioni e gli acquisti anche dei mobili della sede di Chieti e nelle mense dell'Arta. Gestisce 13 grandi appalti e si ritrova a controllare la bellezza di 77 milioni di euro. Alla fine, accanto al suo nome, nelle note di giudizio, compare una sola parola: «eccellente». Fino all'arresto di ieri mattina a Teramo per l'assunzione di un precario.
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