Donna con una forte emicrania

Cure innovative per l’emicrania grave 

Il centro cefalee sta somministrando una molecola, ancora non approvata dall’Agenzia del farmaco, a dieci pazienti

TERAMO. Mazzini all’avanguardia nella cura del mal di testa grave. Un farmaco nuovissimo, tanto che ancora non è stato approvato dall’Aifa – l’agenzia italiana del farmaco – è stato somministrato, da meno di un mese, a un gruppo di 10 pazienti del centro cefalee, attivo all’interno del reparto di neurologia.

Maurizio Assetta, primario di Neurologia

«Si tratta di un cosiddetto farmaco biologico, un anticorpo monoclonale frutto dell'ingegneria genetica. È “umanizzato”, quindi poco immunogeno: in pratica non si sviluppano anticorpi che lo bloccano», spiega il primario, Maurizio Assetta. Non essendo ancora approvato dall’Aifa la Asl non potrebbe acquistarlo, «ma l’azienda produttrice ne ha data una fornitura alla Asl al prezzo simbolico di un euro a fiale (in realtà ne costa 700). Tutto questo in attesa del parere dell’Aifa, che arriverà probabilmente a settembre: poi i centri cefalee potranno prescriverlo a pazienti con forme gravi di cefalea emicranica cronica farmacoresistente», aggiunge Assetta.
Una prima dose di Enerumab, questo il nome della molecola, è stata iniettata a 10 pazienti del centro cefalee, la cui responsabile è Alfonsina Casalena. I riscontri per ora sono ottimi – il trattamento dovrebbe prevedere circa sei somministrazioni, anche se ancora non ci sono le indicazioni dell’Aifa – peraltro il farmaco ha pochissime effetti collaterali (lieve stitichezza e qualche piccola reazione cutanea) molto minori di altri analgesici. Certo, é un farmaco con cui si fa prevenzione: il singolo attacco, cioè la fase acuta, si tratta con altro.
E una delle 10 pazienti, uno dei casi più gravi, è P.G. 41 anni di Giulianova. «Ho iniziato a 22-23 anni con i primi attacchi, ma dopo la prima gravidanza sono aumentati tanto», racconta la paziente, «ormai sono sette anni che ho in media 20 attacchi al mese. Non sono brevi, durano a lungo e bisogna prendere medicinali ma spesso non funzionano. Diventa un circolo vizioso. Io ho girato l’Abruzzo in lungo e in largo. Ma senza riuscire a risolvere il problema. Poi, praticamente per caso, sono arrivata nel reparto di neurologia dell’ospedale di Teramo: mi sentivo tanto male e non sapevo che esisteva un centro cefalee. Qui sono stata aiutata sia dal punto di vista umano che clinico. Intanto abbiamo tolto i farmaci superflui, che non avevano fatto effetto e che mi davano solo fastidi, prescritti da altri. Ora mi hanno fatto la prima puntura del nuovo farmaco. Gli attacchi sono diminuiti, sono diventati meno della metà, ora mi sento meglio. Dovrò farne altre di punture, spero in ulteriori miglioramenti. Sono molto contenta, ora dico a tutti che all’ospedale di Teramo c’è un ottimo centro cefalee: se ne parla poco di emicranie croniche, ma ne soffrono in tanti».
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