Difeso dal pulpito, sospeso dal vescovo

21 Settembre 2013

Tentato stupro: don Elvio non parla e resta in cella, la vittima è una rom. Il parroco ed i fedeli di Giulianova: è una trappola

GIULIANOVA. Il vescovo lo sospende, dichiarandosi «esterrefatto e addolorato», ma il suo parroco lo difende fino a dirsi pronto a chiedere che si tratta di un raggiro, mentre la comunità si divide. La vicenda di don Elvio Re, il sacerdote 62enne arrestato dai carabinieri di Assisi martedì scorso con l'accusa di violenza sessuale, farà discutere a lungo. L’uomo, viceparroco di Santa Maria Annunziata a Giulianova Lido, è comparso ieri davanti al giudice per le indagini preliminari Alberto Avenoso e al sostituto procuratore di turno Gemma Miliani. Il gip, come riporta il sito Umbria24.it, ha convalidato l’arresto ed emesso un’ordinanza di misura cautelare in carcere. Il religioso si è avvalso della facoltà di non rispondere, non fornendo alcuna versione dei fatti ai magistrati.

LE ACCUSE. Don Elvio è stato arrestato dopo che martedì scorso una cinquantenne di origine rom lo ha denunciato per violenza sessuale dicendo di essere stata aggredita nella sua abitazione di Santa Maria degli Angeli martedì mattina. Secondo quanto ha raccontato ai militari don Elvio, che si era presentato come padre Angelo, l’avrebbe aggredita strappandole i vestiti di dosso e procurandole una contusione alla spalla.

«È STATO INCASTRATO». «Sono tranquillo, non ho fatto nulla». Queste le parole che, subito dopo essere stato fermato, don Elvio ha detto al telefono a don Ennio Di Bonaventura, parroco dell’Annunziata. «Probabilmente è stato incastrato», dichiara don Ennio, «ma ho fiducia nella giustizia». Parla con voce bassissima, don Ennio, quasi rotta dal pianto, e con lo sguardo stanco di chi non dorme da diversi giorni. Il prete, infatti, è stato il primo a ricevere la notizia martedì sera, direttamente da don Elvio, e se ne è portato addosso il peso, insieme alla consapevolezza che lo scandalo stesse per scoppiare da un momento all’altro. «Le accuse non possono essere vere», ribadisce il prete, «Don Elvio ha aiutato quella donna e sua figlia che erano in difficoltà; non l’avrebbe mai molestata». La donna, 50enne di etnia rom, ha vissuto per un certo periodo all’Annunziata in una roulotte, salvo poi tornare, qualche tempo fa, a Santa Maria degli Angeli.

Anche nell’omelia della messa di ieri mattina, celebrata in occasione di un funerale, don Ennio ha chiesto ai fedeli di pregare per il loro viceparroco, ribadendo di avere fiducia nel lavoro della magistratura.

«UNA TRAPPOLA». La notizia si è diffusa a macchia d’olio in tutto il quartiere, ma gli abitanti sostengono la tesi del parroco. «Appena l’ho saputo ho pensato subito che si trattasse di una trappola», rivela scioccato un residente. «È stata la donna ad incastrarlo e ad abusare della sua buona fede: forse avrà chiesto del denaro a don Elvio e poi, non ricevendolo, si è vendicata». In tanti fanno scudo al viceparroco, ricordando la sua timidezza.

COMUNITÀ DIVISA. «Don Elvio ha battezzato i miei figli», racconta una signora, «e spesso viene a pranzo o a cena a casa nostra». In quattro anni di permanenza nella parrocchia dell’Annunziata, don Elvio si è guadagnato la stima e l’affetto di molte persone. Non tutti però sono convinti dell’innocenza di don Elvio, originario di San Ginesio. «La chiesa dovrebbe far prendere moglie anche ai preti», interviene un abitante, «perché l’uomo ha delle pulsioni naturali che a volte sono difficili da tenere a bada».

lL VESCOVO. Il vescovo Michele Seccia si dichiara «sorpreso, esterrefatto, meravigliato e profondamente addolorato dalla notizia che un sacerdote abbia messo in atto comportamenti non consoni all’esercizio del suo ministero, tanto più rivolti a danno della persona». Seccia ha provveduto a sospendere il religioso da tutte le funzioni del ministero presbiterale in modo cautelativo e per il tempo necessario a chiarire i fatti sia a livello civile che canonico. Il vescovo gli ha però assegnato un avvocato di fiducia, Massimo Spaccasassi. Il religioso è difeso anche da Concetta Colleoni del foro di Perugia.

(ha collaborato

Margherita Totaro)

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