Discarica, la guerra delle associazioni
Altre due vogliono essere parte civile, i difensori si oppongono.
TERAMO. Altre associazioni ambientaliste e altri cittadini hanno chiesto di potersi costituire parte civile nel processo per il crollo della discarica La Torre, ma alcuni difensori si sono opposti. Ieri si è aperta all’insegna di queste eccezioni la prima udienza del procedimento che vede imputati 11 tra amministratori e tecnici, tra cui il presidente della Regione Gianni Chiodi, all’epoca primo cittadino di Teramo. Ora sarà il giudice monocratico Armanda Servino a decidere se accogliere la richiesta delle parti civili.
Prossima udienza il 16 giugno. Va detto che il gup Marco Billi a gennaio ha già ammesso delle parti civili: i residenti di La Torre, il Wwf e Marco De Luca, un cittadino, che ha proposto azione popolare in nome del Comune. Nell’udienza di ieri hanno chiesto di potersi costituire anche la Lac, la Lega abolizione caccia (rappresentata dall’avvocato Fabio De Massis) e altri cittadini residenti nella zona della discarica crollata (rappresentati dall’avvocato Tommaso Navarra), ma alcuni dei difensori (i legali Francesco Mastromauro e Gugliemo Marconi) hanno sollevato delle eccezioni sulla legittimità della richiesta. Ora sarà il giudice a decidere.
Sotto accusa per il crollo dei rifiuti, avvenuto nel febbraio di tre anni fa, oltre al presidente della Regione Gianni Chiodi, ci sono il presidente della Provincia Ernino D’Agostino, i consiglieri regionali Berardo Rabbuffo, ex vice sindaco di Teramo, Claudio Ruffini, ex sindaco di Giulianova ed ex presidente della Provincia (per lui prescrizione per uno dei capi d’imputazione), l’ex sindaco di Teramo Angelo Sperandio, Nicola D’Antonio, tecnico del Comune, Massimo Di Giacinto, ex dirigente regionale dei rifiuti, Franco Gerardini, dirigente regionale rifiuti ed ex parlamentare, Maria Pia Gramenzi, dirigente dell’Arta, Maria Daniela Marcozzi Rozzi, dirigente dell’Arta e Ferdinando Di Sanza, dirigente provinciale ambiente.
Rito abbreviato, così come chiesto dalla difesa, per tre tecnici progettisti della discarica: Carlo Taraschi, consigliere provinciale Pdl, Roberto Di Giovanni, e Marcello Catalogna. Per loro prossima udienza a giugno. Secondo la procura il sito La Torre non era idoneo per ospitare una discarica a causa della sua instabilità e tutte le proroghe concesse non erano legittime sia perchè la discarica aveva esaurito la sua capienza e avrebbe dovuto essere chiusa al massimo nel 2004, sia perchè all’epoca c’erano altri impianti che potevano accogliere i rifiuti. (d.p.)
Prossima udienza il 16 giugno. Va detto che il gup Marco Billi a gennaio ha già ammesso delle parti civili: i residenti di La Torre, il Wwf e Marco De Luca, un cittadino, che ha proposto azione popolare in nome del Comune. Nell’udienza di ieri hanno chiesto di potersi costituire anche la Lac, la Lega abolizione caccia (rappresentata dall’avvocato Fabio De Massis) e altri cittadini residenti nella zona della discarica crollata (rappresentati dall’avvocato Tommaso Navarra), ma alcuni dei difensori (i legali Francesco Mastromauro e Gugliemo Marconi) hanno sollevato delle eccezioni sulla legittimità della richiesta. Ora sarà il giudice a decidere.
Sotto accusa per il crollo dei rifiuti, avvenuto nel febbraio di tre anni fa, oltre al presidente della Regione Gianni Chiodi, ci sono il presidente della Provincia Ernino D’Agostino, i consiglieri regionali Berardo Rabbuffo, ex vice sindaco di Teramo, Claudio Ruffini, ex sindaco di Giulianova ed ex presidente della Provincia (per lui prescrizione per uno dei capi d’imputazione), l’ex sindaco di Teramo Angelo Sperandio, Nicola D’Antonio, tecnico del Comune, Massimo Di Giacinto, ex dirigente regionale dei rifiuti, Franco Gerardini, dirigente regionale rifiuti ed ex parlamentare, Maria Pia Gramenzi, dirigente dell’Arta, Maria Daniela Marcozzi Rozzi, dirigente dell’Arta e Ferdinando Di Sanza, dirigente provinciale ambiente.
Rito abbreviato, così come chiesto dalla difesa, per tre tecnici progettisti della discarica: Carlo Taraschi, consigliere provinciale Pdl, Roberto Di Giovanni, e Marcello Catalogna. Per loro prossima udienza a giugno. Secondo la procura il sito La Torre non era idoneo per ospitare una discarica a causa della sua instabilità e tutte le proroghe concesse non erano legittime sia perchè la discarica aveva esaurito la sua capienza e avrebbe dovuto essere chiusa al massimo nel 2004, sia perchè all’epoca c’erano altri impianti che potevano accogliere i rifiuti. (d.p.)