Famiglia vittima di minacce di morte 

Riceve lettere anonime e subisce atti di vandalismo da un mese. Ha aderito al comitato che si oppone all’antenna 5G

GIULIANOVA. Minacce di morte continue, solo per aver contribuito alla realizzazione degli striscioni “No Antenna 5G”. È ciò che sta succedendo dal 29 maggio scorso a una famiglia di Case di Trento, che come tante altre famiglie del quartiere, dal 13 luglio dell’anno scorso, fa parte del comitato sorto per opporsi all’antenna prevista nella frazione giuliese.
«Non dormiamo più per la paura», raccontano i coniugi vittime delle minacce contenute nelle lettere anonime, «e nostro figlio ha lo stomaco bloccato. Non si è liberi di esprimere la propria opinione?». Dal 29 maggio scorso, infatti, nel cortile di casa di questa famiglia, e fuori dal cancello, sono state lasciate diverse lettere anonime, recapitate in giorni e ore diverse, che contengono minacce di una tragica morte del figlio e altri ricatti nei confronti degli altri membri della famiglia. I responsabili, ad oggi, non sono stati ancora individuati. «Controllano tutti i nostri movimenti», aggiunge la famiglia nel racconto, «e non riusciamo a beccarli. Comunque siamo andati alcuni giorni fa dai carabinieri di Giulianova con il nostro avvocato, Franco Rampa, e finalmente sono state avviate le indagini». Lo stesso avvocato Rampa precisa che «i carabinieri sono già al lavoro per individuare presto i responsabili. La famiglia richiederà i danni morali subiti, ma una parte del ricavato sarà destinata alla ricerca sul cancro, anche perché quell’antenna potrebbe avere effetti deleteri sulla salute della popolazione». La famiglia aveva anche attivato delle telecamere di sorveglianza, ma queste ultime sono state divelte e lasciate in una busta all’interno del giardino.
Tutto è cominciato il 13 luglio 2023, quando diversi cittadini di Case di Trento hanno saputo dei lavori di scavo in un’area privata per la piattaforma su cui poi dovrebbe essere realizzata l’antenna, e così si è creato subito il comitato “No Antenna 5G”. Sono state raccolte circa 1.600 firme, oltre a diverse pubblicazioni sui giornali, ed è nata l’idea di realizzare alcuni striscioni da apporre nel quartiere. «Sono stati chiesti dei preventivi, ma erano cifre esorbitanti», precisa la famiglia vittima di minacce, «e così il comitato ha contattato noi, perché abbiamo uno studio di grafica pubblicitaria. Ci siamo messi a disposizione gratuitamente e abbiamo realizzato circa 30 striscioni, ma tre sono stati trafugati, altri strappati e altri ancora sono stati tolti per paura. Ora ne restano solo dieci. Confidiamo nei carabinieri affinché possano riuscire, nel più breve tempo possibile, a individuare i responsabili di queste minacce».
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