Flavia, condanna ridotta all’automobilista
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La 22enne rosetana investita e uccisa dal guidatore ubriaco: l’uomo passa dai 7 anni del primo grado a 4 anni e 10 mesi
TERAMO. In uno Stato di diritto arriva il momento in cui è l’aritmetica degli sconti a scandire le vite dei condannati e quelle dei familiari delle vittime. Chi finisce in una vicenda processuale sa che prima o poi questo avviene.
Il caso è quello di Flavia Di Bonaventura, la 22enne rosetana che un anno fa venne investita e uccisa da Davide De Felicibus, il 34enne di Atri trovato ubriaco alla guida della macchina e per cui ieri in Corte d’appello, è arrivata una riduzione della condanna che dai sette anni del primo grado passa a 4 anni, 10 mesi e 20 giorni.
I tecnicismi giuridici spiegano che la riduzione è la conseguenza della rinuncia al ricorso in Appello da parte dell’imputato e dell’accoglimento della richiesta fatta dalla difesa dell’applicazione di una pena concordata, così come indicato dall’articolo 599 bis del codice di procedura penale, con una riduzione di un terzo grazie anche al riconoscimento delle attenuanti generiche motivate dalla incensuratezza. Accuse e responsabilità non cambiano.
E allora servono le parole di un padre per andare oltre i tecnicismi giuridici e l’aritmetica degli sconti. Dice Antonio Di Bonaventura, il padre di Flavia: «Pur nel dramma, che nulla potrà mai scalfire, ci conforta che la giustizia abbia fatto il suo corso con l’accertamento delle responsabilità. Avevamo a cuore solo questo, la verità, che è stata confermata dalla Corte d’appello». L’avvocato Claudio Iaconi che rappresenta la famiglia parte civile commenta: «Non ci ha colti di sorpresa la decisione dell’imputato di rinunciare, dinanzi alle resistenze che gli sono state opposte, ai motivi di appello che puntavano a mettere in discussione il merito della vicenda, Ciò gli ha consentito, secondo il codice, di vedersi accordato uno sconto di pena sul dato dell’incensuratezza, aspetto sul quale la parte civile non può interferire, che lascia intonsa la responsabilità, che è quel che vale e interessa». De Felicibus è assistito dagli avvocati Ida Nardi e Massimo Galassi. Così dichiara Galassi: «La Procura generale ha accolto la richiesta fatta dalla difesa per l’applicazione della pena concordata. È stato valutato positivamente il comportamento processuale del nostro assistito». De Felicibus è agli arresti domiciliari dall’agosto dell’anno scorso e da giugno di quest’anno ha il permesso di uscire per lavorare: è impegnato in una cooperativa sociale che assiste gli anziani. De Felicibus, il cui tasso alcolemico al momento dell’incidente era risultato superiore a 1,5, quella sera era alla guida di una macchina senza copertura assicurativa: la vettura era risultata di proprietà di una familiare e il 34enne all’epoca dei fatti disse di non sapere che fosse senza assicurazione. La Panda condotta dall’uomo piombò sulle due bici con cui i tre ragazzi, Flavia e i due amici rimasti feriti, stavano tornando a Roseto dopo una serata trascorsa a Scerne. Flavia, studentessa all’accademia delle Belle Arti di Roma e con il sogno di fare la pittrice, era sulla bici di uno dei due amici quando tutti vennero travolti e sbalzati sull’asfalto.Così ha scritto il giudice Lorenzo Prudenzano nelle motivazioni della sentenza di primo grado dopo il rito abbreviato: «I fatti sono gravi, il grado della colpa ascrivile all’imputato è elevatissimo, tenuto conto della concorrenza di guida in stato di ebbrezza e di guida a velocità più che doppia rispetto a quella massima consentita dalla legge, peraltro in orario notturno; si deve aggiungere la scelleratezza dell’utilizzo di una vettura priva di copertura assicurativa; non vanno dimenticati i precedenti di polizia relativi alla guida in stato di ebbrezza accertata nel 2010 e al danneggiamento di auto della polizia».
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