Ici, migliaia di cartelle pazze
Ritenuti edificabili per un errore terreni agricoli e giardini privati.
TERAMO. Nel calderone dell’Ici “impazzita” sono finiti non solo terreni agricoli ma anche giardini privati e aree di tutela ambientale. L’errore, che il Comune attribuisce alla società di riscossione Assoservizi, ha fatto partire migliaia di cartelle con richieste di pagamenti non dovuti per l’imposta comunale sugli immobili. A generare il colossale equivoco è stato il varo del nuovo piano regolatore che ha trasformato in edificabili, quindi soggetti all’Ici, vari terreni. Ma molti dei destinatari delle cartelle “pazze” non hanno goduto dell’aumento di valore delle aree connesso al cambio di destinazione.
Per questo, ovviamente, non devono sborsare un centesimo.
L’amministrazione si è accorta della clamorosa svista a inizio settimana, correggendo immediatamente il tiro con una nuova nota inviata ai proprietari e scaricando la responsabilità sull’Assoservizi. Il rimedio adottato non è nulla di più che «un rattoppo» per il consigliere comunale del Pd Maurizio Verna, secondo cui il dietrofront sulle richieste di pagamento non basta ad «assolvere» la giunta. «La stessa amministrazione», afferma, «si è subito difesa applicando un principio che usa ormai da anni: quando le cose vanno bene il merito è mio, quando si sbaglia la colpa è di altri».
Verna sottolinea la portata dell’errore. «Tra quelli per i quali è stato richiesto il pagamento dell’Ici», fa notare, «sono stati inseriti anche terreni classificati nel Prg come G7: aree di tutela ambientale e verde privato, dove non possono assolutamente essere realizzate nuove costruzioni».
Si tratta di spazi sottoposti a vincoli assoluti, più stringenti anche di quelli previsti per gli appezzamenti agricoli. «Questo errore sta innescando molti dubbi», insiste l’ex assessore, «nei proprietari che sapevano di non avere aree edificabili ma ai quali l’amministrazione ha comunicato il contrario».
Il “tentativo riparatore” fatto dalla giunta, che ha trasformato le richieste di pagamento in semplici avvisi non vincolanti, è ritenuto insufficiente dal consigliere di opposizione. «Migliaia di comunicazioni errate», osserva, «non possono essere seguite da un generico invito ad andare negli uffici competenti per un chiarimento. Questo comporta perdita di tempo, di ore di lavoro, e aumento del traffico».
Secondo Verna, davanti agli sportelli comunali si formeranno lunghe file di cittadini costretti a riparare a un errore compiuto non da loro, ma dall’amministrazione. «Per rimediare seriamente a tutto questo», prosegue il consigliere, «bisognava comunicare lo sbaglio tramite una nuova lettera ai cittadini che hanno erroneamente ricevuto la notifica, chiedendo possibilmente scusa».
L’amministrazione, insomma, secondo Verna avrebbe dovuto azzerare l’operazione e procedere alla definizione di «un elenco più accurato dei terreni e quindi dei proprietari che hanno avuto modifiche, sia peggiorative che migliorative, rispetto al vecchio piano regolatore, così da poter adeguare la denuncia Ici».
Per questo, ovviamente, non devono sborsare un centesimo.
L’amministrazione si è accorta della clamorosa svista a inizio settimana, correggendo immediatamente il tiro con una nuova nota inviata ai proprietari e scaricando la responsabilità sull’Assoservizi. Il rimedio adottato non è nulla di più che «un rattoppo» per il consigliere comunale del Pd Maurizio Verna, secondo cui il dietrofront sulle richieste di pagamento non basta ad «assolvere» la giunta. «La stessa amministrazione», afferma, «si è subito difesa applicando un principio che usa ormai da anni: quando le cose vanno bene il merito è mio, quando si sbaglia la colpa è di altri».
Verna sottolinea la portata dell’errore. «Tra quelli per i quali è stato richiesto il pagamento dell’Ici», fa notare, «sono stati inseriti anche terreni classificati nel Prg come G7: aree di tutela ambientale e verde privato, dove non possono assolutamente essere realizzate nuove costruzioni».
Si tratta di spazi sottoposti a vincoli assoluti, più stringenti anche di quelli previsti per gli appezzamenti agricoli. «Questo errore sta innescando molti dubbi», insiste l’ex assessore, «nei proprietari che sapevano di non avere aree edificabili ma ai quali l’amministrazione ha comunicato il contrario».
Il “tentativo riparatore” fatto dalla giunta, che ha trasformato le richieste di pagamento in semplici avvisi non vincolanti, è ritenuto insufficiente dal consigliere di opposizione. «Migliaia di comunicazioni errate», osserva, «non possono essere seguite da un generico invito ad andare negli uffici competenti per un chiarimento. Questo comporta perdita di tempo, di ore di lavoro, e aumento del traffico».
Secondo Verna, davanti agli sportelli comunali si formeranno lunghe file di cittadini costretti a riparare a un errore compiuto non da loro, ma dall’amministrazione. «Per rimediare seriamente a tutto questo», prosegue il consigliere, «bisognava comunicare lo sbaglio tramite una nuova lettera ai cittadini che hanno erroneamente ricevuto la notifica, chiedendo possibilmente scusa».
L’amministrazione, insomma, secondo Verna avrebbe dovuto azzerare l’operazione e procedere alla definizione di «un elenco più accurato dei terreni e quindi dei proprietari che hanno avuto modifiche, sia peggiorative che migliorative, rispetto al vecchio piano regolatore, così da poter adeguare la denuncia Ici».