TERAMO
Il personale del Delifico chiede aiuto a Mattarella: "Ripristini la legalità"
Lettera al presidente della Repubblica a 25 giorni dal sequestro della scuola e invocato il diritto allo studio: "Ad oggi non è stata prospettata alcuna soluzione concreta e praticabile"
TERAMO. La comunità scolastica del Convitto Melchiorre Delfico e dell'Istituto d'Istruzione Superiore Delfico-Montauti di Teramo ha scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere il suo intervento affinché «venga ripristinata una situazione di legalità e venga garantito il diritto allo studio, alla sicurezza e al lavoro per tutti» dopo che l'edificio scolastico, che accoglieva 1300 studenti, è stato sequestrato e chiuso dalla magistratura perché ritenuto pericolante.
Una «situazione estremamente grave e preoccupante» scrive il personale del Delfico perché «ad oggi non è stata prospettata dagli enti competenti alcuna soluzione concreta e praticabile». Situazione, si legge nella lettera a Mattarella, «particolarmente critica per gli studenti convittori, temporaneamente alloggiati, grazie all'intervento degli enti territoriali, in una struttura alberghiera locale il cui costo è garantito solo per il primo mese».
Inoltre «la mancanza di mense nelle strutture ospitanti o l'impossibilità di usufruirne ove presenti rende difficoltosa la gestione quotidiana dei pasti da parte dei genitori».
E ancora, «le lezioni pomeridiane per gli alunni dei Licei Scientifico, Coreutico, Musicale, Classico ed Europeo si svolgono in altre sedi e in tempi ridotti rendendo impossibile conciliare gli impegni scolastici con le attività extrascolastiche, sportive e musicali, nonché con terapie riabilitative e sanitarie». Una «disagevole condizione» alla quale «si aggiungono i problemi legati al trasporto pubblico locale, impreparato a gestire flussi di studenti in orario pomeridiano e a garantire un numero sufficiente di corse»; ulteriore preoccupazione è «per gli studenti con bisogni educativi speciali (Bes), che risentono del cambiamento dell'orario e delle modalità didattiche attuali».
«Il 3 ottobre l'edificio è stato chiuso - ricorda il personale del Delfico - con sequestro preventivo impeditivo, richiesto dalla Procura di Teramo, rigettato dal Gip e disposto dal Tribunale, in composizione collegiale, in funzione di Giudice d'Appello cautelare, ai sensi dell'articolo 322 bis cpp; provvedimento basato sul presupposto che l'edificio sia pericolante, in contrasto con le precedenti perizie tecniche che lo avevano ritenuto idoneo».
«Il nostro territorio è già stato profondamente ferito dagli effetti degli eventi sismici come il terremoto dell'Aquila del 2009 e quelli che hanno colpito Amatrice e il centro Italia nel 2016 e nel 2017» scrive la comunità scolastica del Delfico. «Questa situazione compromette gravemente il diritto allo studio e il diritto al lavoro del personale scolastico». L'unica soluzione sarebbe una tempestiva riapertura dell'Istituto, «con tutte le verifiche tecniche necessarie e una futura chiusura programmata per fare i necessari lavori di adeguamento con previsione di spazi scolastici alternativi».