Il rombo dei motori per l’addio a Gianni

23 Giugno 2014

Decine e decine di moto e una grande folla hanno dato l’ultimo saluto in cattedrale al dipendente comunale morto sull’A14

TERAMO. Dapprima è solo il rombo del quattro cilindri della Honda Fireblade, una delle sue moto preferite, a fare da colonna sonora all’uscita della bara dalla cattedrale. Nella suggestione del momento sembra un canto di dolore rivolto alla folla muta che ai piedi della scalinata, in piazza Orsini, attende il feretro dell’amico Gianni Mazzarulli, il 61enne dipendente comunale morto giovedì mattina sull’autostrada fra Marotta e Fano. Poi, mentre la bara viene deposta nel carro funebre si accendono i motori di decine e decine di motociclette schierate nella piazza, un urlo meccanico che sale altissimo, un addio che a lui sarebbe certamente piaciuto. Sono i tanti amici del Motoclub Teramo e di altri sodalizi di appassionati delle due ruote. Poi gli acceleratori smettono di girare, il rombo si placa e nella piazza torna un silenzio quasi assoluto: si sente solo il singhiozzo appena soffocato della moglie Carmelita che, insieme agli altri familiari, riceve le condoglianze delle centinaia e centinaia di persone, forse più di mille, che hanno voluto salutarlo per l’ultima volta. Che Gianni Mazzarulli fosse una persona conosciuta e amata in città lo si sapeva; la grande folla che domenica mattina alle 9.30 ha voluto rendergli l’ultimo omaggio non ha fatto altro che confermarlo. «La sua speranza, la sua operosità, la gioia della sua vita sono per noi un dono», ha detto don Aldino Tomassetti nell’omelia della messa funebre in una cattedrale gremita, con tantissime persone in piedi, che si è stretta attorno al composto dolore della famiglia. Nella folla tanti volti noti della città – tra questi il sindaco Maurizio Brucchi e altri amministratori – tante persone legate al mondo del basket che in Gianni, addetto al palasport comunale, avevano un amico di lunga data e un sicuro punto di riferimento; tanti appassionati di moto; tanti amici o semplici conoscenti che ogni giorno salutava in piazza col suo sorriso e la sua gentilezza. Sul feretro una foto che lo ritrae con il suo cane e la pettorina di commissario di gara, l’incarico che avrebbe dovuto svolgere ieri, come tante altre volte in tanti altri circuiti, al mondiale Superbike di Misano: proprio lì stava andando quando un malore lo ha fatto cadere dalla moto e lo ha ucciso. Dopo la messa il lungo corteo di moto di moto ha scortato il carro funebre fino al cimitero di Cartecchio, dive Gianni è stato sepolto accanto alla madre.

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