Fabiana, è caccia a chi era con lei e non l’ha soccorsa dopo il malore

foto di Giampiero Marcocci

12 Gennaio 2025

Si indaga per morte come conseguenza di altro reato e soppressione di cadavere, nuovi interrogatori. Intanto la famiglia disdice la conferenza stampa annunciata per domani

GIULIANOVA. È una lettura coordinata e logica di quelli che per ora sono solo indizi scandire le indagini serrate di un fascicolo giudiziario aperto per morte come conseguenza di altro reato e soppressione di cadavere. Per ora contro ignoti. Perché, esclusa la morte per cause violente, è caccia aperta a chi era con Fabiana Piccioni e non l’ha soccorsa dopo il malore mortale conseguenza del mix di droghe assunte dalla 46enne di Giulianova bruciata nuda tra i rifiuti di via Cavoni, al confine con Mosciano Sant’Angelo. E se l’autopsia, che ha fornito certezze lapidarie sulle cause del decesso, non è riuscita a dare indicazioni precise sulla data della morte, l’attenzione di investigatori e inquirenti si concentra sui giorni di scomparsa della donna che dal pomeriggio del 2 aveva fatto perdere le tracce interrompendo il silenzio solo con un messaggio vocale inviato alla mamma per dirle «Sto bene». Poi niente più fino al drammatico epilogo di una vicenda che ha profondamente colpito la comunità di Giulianova.

Molti tabulati telefonici richiesti sono già all’esame degli investigatori così come le immagini di tanti sistemi di videosorveglianza di un’ampia zona di Giulianova. Fondamentali, naturalmente, i tabulati telefonici per capire gli ultimi contatti della donna e ricostruire gli ultimi spostamenti. Anche ieri, così come succede da giovedì, sono state sentiti altre decine di persone informate sui fatti. Si continua a cercare la bicicletta della donna, così come i vestiti e il suo cellulare. Per questo nella giornata di venerdì i carabinieri hanno fatto ripulire dalle sterpaglie tutta l’area di via Cavoni ma niente di quello che si cerca è stato trovato. Naturalmente non si esclude che tutto questo materiale sia stato fatto sparire in qualche altra zona, magari bruciato così come qualcuno ha cercato di fare con il corpo della donna portato in campagna e dato alle fiamme.

La famiglia della donna, tramite l’avvocato Pier Francesco Manisco che l’assiste, aveva convocato per domani una conferenza stampa che è stata disdetta nel pomeriggio di ieri. «Abbiamo preso coscienza del fatto che in un momento così delicato, nel quale gli inquirenti, con tanta attenzione e cura lavorano alla ricostruzione dei fatti, l’intervento della famiglia di Fabiana potrebbe solo creare confusione», si legge in una nota inviata da Manisco, «nell’interesse della verità per Fabiana e scusandoci per il disguido, annulliamo la convocazione».

I familiari, il papà Franco, la mamma Giulia e il fratello Alessandro, venerdì pomeriggio sono stati sentiti dal pm Greta Aloisi che segue le indagini e al magistrato hanno indicato, così come già fatto nella denuncia di scomparsa presentata ai carabinieri nella giornata del 4 gennaio, il nome di un conoscente di Fabiana che lei aveva ripreso a frequentare. Gli stessi non escludono l’ipotesi che la 46enne possa essere stata costretta a fare uso di droghe. Anche ieri, tramite l’avvocato, hanno ribadito piena fiducia dell’operato di chi indaga «per fare chiarezza sulla morte di Fabiana».

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