Infermiere in rianimazione
Contagiato dal virus prende la polmonite.
TERAMO. Malato di influenza A ricoverato in rianimazione a Teramo. Sono gravi le condizioni di un infermiere dell’ospedale di Sant’Omero che ha contratto una polmonite dopo essersi ammalato d’influenza. L’infermiere ha avuto la febbre a 38 per qualche giorno. Poi ha cominciato ad accusare particolari problemi respiratori e tre giorni fa è andato al pronto soccorso del “Val Vibrata”, dove gli hanno fatto una radiografia che ha evidenziato un focolaio di polmonite. E’ stato subito ricoverato nel reparto di malattie infettive di Teramo dove, fra l’altro, gli hanno fatto il tampone. Ieri sono arrivati i risultati che hanno confermato che è influenza A, ma nel frattempo le sue condizioni sono peggiorate. Tanto che è stato ricoverato in rianimazione. E’ cosciente ma se dovesse peggiorare non è escluso il ricorso all’assistenza ventilatoria meccanica.
Intanto oggi inizierà la campagna di vaccinazione e si terrà anche la riunione della commissione Asl contro la pandemia, che probabilmente adotterà misure particolari. L’altroieri si è tenuta una riunione interdipartimentale, coordinara dal direttore sanitario della Asl Pier Luca Bonazzi Del Poggetto che ha riservato nei reparti di pediatria letti per i bambini ammalati di influenza A (8 a Teramo, 4 a Sant’Omero, 4 ad Atri).
Attualmente sono sei i piccoli ricoverati per complicanze in tutta la Asl. Si tratta di casi non preoccupanti. Sono invece decine i genitori che si presentano ai pronto soccorso ogni giorno con i figli ammalati. «L’influenza va curata a casa», ribadisce Mario Di Pietro, direttore del dipartimento materno-infantile, «non c’è alcuna utilità a sapere che tipo è: non cambiano le indicazioni terapeutiche. Il paziente deve andare in ospedale solo se ha complicazioni, se non respira bene o se è particolarmente abbattuto. Invece al pronto soccorso arrivano pazienti che ad esempio hanno febbre da tre giorni, altri solo per fare il tampone e vedere se è influenza A.
Non ovviamente glieli facciamo. Il tampone peraltro dà risposta dopo 48 ore mentre i farmaci antivirali, nei casi in cui sono utili, devono essere somministrati nelle prime 48 ore. In ospedale facciamo la valutazione clinica ed eventualmente una radiografia polmonare per accertare se c’è broncolmonite e poi il paziente viene rimandato a casa». Il pediatra invece lancia un appello: «I visitatori devono limitare l’accesso in ospedale: più persone vanno in ospedale più circola il virus». Bisogna in pratica evitare di contagiare i ricoverati.
Sul fronte delle vaccinazioni, invece, da oggi si effettueranno al Siesp, il servizio di igiene, epidemiologia e sanità pubblica di Teramo (a Casalena) e nei distretti sanitari e sedi periferiche del Siesp. Per ora si possono vaccinare gli operatori sanitari e chi rientra nell’ordinanza del ministero della Salute: le donne al 2º e 3º trimestre di gravidanza, i giovani tra 6 mesi e 17 anni (ma anche gli adulti con meno di 65 anni) con malattie croniche di diverso genere e i bambini tra 6 e 24 mesi nati pre-termine.
Intanto oggi inizierà la campagna di vaccinazione e si terrà anche la riunione della commissione Asl contro la pandemia, che probabilmente adotterà misure particolari. L’altroieri si è tenuta una riunione interdipartimentale, coordinara dal direttore sanitario della Asl Pier Luca Bonazzi Del Poggetto che ha riservato nei reparti di pediatria letti per i bambini ammalati di influenza A (8 a Teramo, 4 a Sant’Omero, 4 ad Atri).
Attualmente sono sei i piccoli ricoverati per complicanze in tutta la Asl. Si tratta di casi non preoccupanti. Sono invece decine i genitori che si presentano ai pronto soccorso ogni giorno con i figli ammalati. «L’influenza va curata a casa», ribadisce Mario Di Pietro, direttore del dipartimento materno-infantile, «non c’è alcuna utilità a sapere che tipo è: non cambiano le indicazioni terapeutiche. Il paziente deve andare in ospedale solo se ha complicazioni, se non respira bene o se è particolarmente abbattuto. Invece al pronto soccorso arrivano pazienti che ad esempio hanno febbre da tre giorni, altri solo per fare il tampone e vedere se è influenza A.
Non ovviamente glieli facciamo. Il tampone peraltro dà risposta dopo 48 ore mentre i farmaci antivirali, nei casi in cui sono utili, devono essere somministrati nelle prime 48 ore. In ospedale facciamo la valutazione clinica ed eventualmente una radiografia polmonare per accertare se c’è broncolmonite e poi il paziente viene rimandato a casa». Il pediatra invece lancia un appello: «I visitatori devono limitare l’accesso in ospedale: più persone vanno in ospedale più circola il virus». Bisogna in pratica evitare di contagiare i ricoverati.
Sul fronte delle vaccinazioni, invece, da oggi si effettueranno al Siesp, il servizio di igiene, epidemiologia e sanità pubblica di Teramo (a Casalena) e nei distretti sanitari e sedi periferiche del Siesp. Per ora si possono vaccinare gli operatori sanitari e chi rientra nell’ordinanza del ministero della Salute: le donne al 2º e 3º trimestre di gravidanza, i giovani tra 6 mesi e 17 anni (ma anche gli adulti con meno di 65 anni) con malattie croniche di diverso genere e i bambini tra 6 e 24 mesi nati pre-termine.