Iper di Bellante, partiti i lavori
L’impresa non aspetta il giudizio al Consiglio di Stato e apre il cantiere.
BELLANTE. L’enorme scavo domina l’area tra la Teramo-mare e la Statale 80. È il primo segno della nascita del centro commerciale di Bellante Stazione. La battaglia legale non è ancora conclusa, il ricorso al Consiglio di Stato contro il via libera all’intervento dato dal Tar dev’essere ancora esaminato, ma il progetto della ditta veneta Boldrin condiviso dal Comune, dopo una lunga fase di stallo, è entrato nella fase esecutiva.
I TRE IPER. Quello di Bellante Stazione diventerebbe il secondo grande centro commerciale nel raggio di cinque chilometri lungo la vallata del Tordino e supererà il primogenito, il «Gran Sasso» di Teramo, per estensione e tipologia di attività collegate. È inoltre in progetto un terzo iper sul Tordino, quello di Giulianova. IL RICORSO. Gli scavi sono partiti, ma la certezza che l’intervento proseguirà senza intoppi non c’è ancora. L’udienza al Consiglio di Stato dedicata al ricorso della Foruminvest, la società olandese che ha realizzato il centro commerciale alle porte di Teramo e che ha già cercato invano di bloccare al Tar l’intervento concorrente, non è stata neppure fissata. Il sindaco di Bellante Renzo Di Sabatino però non teme sorprese. «Ho il dovere dell’ottimismo», dice, «in teoria il procedimento può essere bloccato, ma sono fiducioso».
I TEMPI. È più che ottimista la ditta proponente, che ha avviato il cantiere nonostante il giudizio rimasto aperto. Il procedimento ancora in corso, dopo il primo pronunciamento al Tar favorevole all’opera, rende tuttavia difficile il calcolo dei tempi di realizzazione dell’intervento. Sul tabellone del cantiere, non a caso, è riportata solo la data di inizio lavori, non quella di fine lavori. Di Sabatino vuol definire al più presto anche questo aspetto. «Ho chiesto chiarimenti all’impresa», sottolinea il primo cittadino, «e tra qualche giorno avrò indicazioni precise sui termini di conclusione dei lavori».
LE DIMENSIONI. In ballo ci sono cento milioni d’investimento da parte della Boldrin e la creazione di una struttura da 144mila metri quadri che, oltre all’area destinata ai negozi, avrà spazi per la ristorazione e l’intrattenimento.
LE CONTROPARTITE. Il centro commerciale, che sorgerà nei pressi dell’uscita della Teramo-mare, cambierà i connotati a Bellante Stazione. Le ricadute positive, a parte i nuovi posti di lavoro, al momento non quantificabili, abbracceranno altre zone del territorio comunale. Come contropartita per l’avallo al progetto, la ditta veneta garantirà al Comune la realizzazione di una serie di opere pubbliche. Di Sabatino e i vertici della Boldrin hanno fissato il cronoprogramma di questi interventi. «I lavori per i marciapiedi a Bellante Stazione e per la piazza al paese saranno avviati entro fine anno», sottolinea il sindaco, «le altre opere partiranno nei mesi successivi». La distribuzione temporale degli interventi pubblici a carico dell’impresa servirà anche a evitare accavallamenti e a dare il tempo al Comune per eventuali modifiche. Per il momento non sono state apportate variazioni significative al progetto principale, se non qualche ritocco riguardante le infrastrutture di servizio al centro commerciale, ma in caso di modifiche la convenzione prevede che l’amministrazione possa riconsiderare in parte le opere concordate come contropartita.
I TRE IPER. Quello di Bellante Stazione diventerebbe il secondo grande centro commerciale nel raggio di cinque chilometri lungo la vallata del Tordino e supererà il primogenito, il «Gran Sasso» di Teramo, per estensione e tipologia di attività collegate. È inoltre in progetto un terzo iper sul Tordino, quello di Giulianova. IL RICORSO. Gli scavi sono partiti, ma la certezza che l’intervento proseguirà senza intoppi non c’è ancora. L’udienza al Consiglio di Stato dedicata al ricorso della Foruminvest, la società olandese che ha realizzato il centro commerciale alle porte di Teramo e che ha già cercato invano di bloccare al Tar l’intervento concorrente, non è stata neppure fissata. Il sindaco di Bellante Renzo Di Sabatino però non teme sorprese. «Ho il dovere dell’ottimismo», dice, «in teoria il procedimento può essere bloccato, ma sono fiducioso».
I TEMPI. È più che ottimista la ditta proponente, che ha avviato il cantiere nonostante il giudizio rimasto aperto. Il procedimento ancora in corso, dopo il primo pronunciamento al Tar favorevole all’opera, rende tuttavia difficile il calcolo dei tempi di realizzazione dell’intervento. Sul tabellone del cantiere, non a caso, è riportata solo la data di inizio lavori, non quella di fine lavori. Di Sabatino vuol definire al più presto anche questo aspetto. «Ho chiesto chiarimenti all’impresa», sottolinea il primo cittadino, «e tra qualche giorno avrò indicazioni precise sui termini di conclusione dei lavori».
LE DIMENSIONI. In ballo ci sono cento milioni d’investimento da parte della Boldrin e la creazione di una struttura da 144mila metri quadri che, oltre all’area destinata ai negozi, avrà spazi per la ristorazione e l’intrattenimento.
LE CONTROPARTITE. Il centro commerciale, che sorgerà nei pressi dell’uscita della Teramo-mare, cambierà i connotati a Bellante Stazione. Le ricadute positive, a parte i nuovi posti di lavoro, al momento non quantificabili, abbracceranno altre zone del territorio comunale. Come contropartita per l’avallo al progetto, la ditta veneta garantirà al Comune la realizzazione di una serie di opere pubbliche. Di Sabatino e i vertici della Boldrin hanno fissato il cronoprogramma di questi interventi. «I lavori per i marciapiedi a Bellante Stazione e per la piazza al paese saranno avviati entro fine anno», sottolinea il sindaco, «le altre opere partiranno nei mesi successivi». La distribuzione temporale degli interventi pubblici a carico dell’impresa servirà anche a evitare accavallamenti e a dare il tempo al Comune per eventuali modifiche. Per il momento non sono state apportate variazioni significative al progetto principale, se non qualche ritocco riguardante le infrastrutture di servizio al centro commerciale, ma in caso di modifiche la convenzione prevede che l’amministrazione possa riconsiderare in parte le opere concordate come contropartita.