La riunione per la Johnson Controls

CORROPOLI

Johnson Controls ribadisce lo stop e i licenziamenti

La multinazionale americana non lascia intravedere margini di trattativa nell'incontro con Regione e sindacati. Sabato 21 previsto corteo tra i comuni di Colonnella e Alba Adriatica

CORROPOLI. E' sempre più concreta la possibilità che lo stabilimento Johnson Controls dismetta la produzione del sito industriale di Corropoli con 60 dipendenti. La multinazionale americana ha confermato, infatti, la chiusura entro la fine dell'anno della produzione con l'avvio della procedura di licenziamento collettivo. È quanto emerge dall'incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali sull'ennesima vertenza della provincia di Teramo, la Johnson Controls, e convocato dall'assessore regionale Pietro Quaresimale. Presenti le parti sociali, Natascia Innamorati della Fiom Cgil, con la Rsu Valter Trifiletti, Oscar Silvestri e Piero Mattioli, e Marco Boccanera della Fim Cisl. Alla riunione hanno preso parte anche il sottosegretario alla Presidenza della giunta regionale, Umberto De Annuntiis, il presidente dell'Unione dei comuni della Vibrata Vagnoni, il sindaco di Corropoli Dantino Vallese, e il vicesindaco di Alba Adriatica Pulcini.

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«Nessun dato, nessun numero, solo la certezza dei licenziamenti - scrivono le forze sindacali - decisione unilaterale e totalmente inaccettabile». I margini di manovra, da quanto si apprende, sono molto ristretti e il rappresentante della multinazionale ha parlato di crisi del mercato e di piano generale di riduzione di costi e personale, facendo chiaramente intendere che non c'è spazio per soluzioni localistiche. L'assessore Quaresimale, assieme a De Annuntiis, si è fatto carico di portare la vertenza al Ministero delle imprese e del made in Italy.

Nella mattinata di sabato 21 ottobre è previsto un corteo tra i comuni di Colonnella e Alba Adriatica. «La nostra linea è chiara - sottolinea Quaresimale - stare al fianco dei lavoratori in un momento difficile per il loro futuro lavorativo e investire il governo di una vertenza che ha risvolti internazionali».