L’urna con le ceneri può stare in casa
Una delibera permette di conservare i resti dei propri cari anche nel salotto.
GIULIANOVA. Per chi lo volesse, a Giulianova è possibile conservare in casa le ceneri del proprio caro estinto. E’ un gesto di grande sensibilità ed affetto quello di poter custodire nel salotto buono, nello studio o in altro luogo vissuto della casa, i resti dei nonni, dei genitori o di una persona comunque cara. Questo grazie ad una delibera della vecchia giunta del 18 ottobre 2005 quando l’amministrazione comunale, su sollecitazione dell’Aifam (Associazione Imprese Funebri Abruzzese-Molisana) aderente alla Feniof (Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri), decise di uniformarsi ad un decreto dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Una decisione quella dell’ex Capo dello Stato, supportata da un parere del Consiglio di Stato e dalla proposta del ministro della Salute, che all’articolo 1 del decreto accoglieva in termini positivi il nuovo regime di “affidamento ai familiari dell’urna cineraria del defunto“ con conservazione della stessa presso l’abitazione.
LA NOVITA’. Ma all’epoca fu negata la possibilità della dispersione delle ceneri in mare, in terra o in altri luoghi per il parere contrario del Consiglio di Stato avallato dall’assenza di una legge-quadro nazionale. Una proposta di legge per la dispersione delle ceneri, dopo le tante naufragate nel passato per inedia, è ora all’attenzione del parlamento su iniziativa del senatore Antonio Tomassini, componente della commissione sanità. In Abruzzo, a differenza del Friuli, dell’Emilia Romagna e della provincia autonoma di Trento, la normativa che dovrebbe disciplinare l’affidamento e la dispersione delle ceneri è ancora allo studio. Sono però passati 7 anni e non è stato ancora messo nero su bianco.
PARLA VENTURONI. L’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, è stato sollecitato in tal senso giacchè nella nostra regione tali tematiche toccano ogni anno centinaia di persone che devono rinunciare a desideri espressi prima della morte. Così dice Venturoni al riguardo: «La questione del terremoto ci ha tenuti impegnati moltissimo. L’argomento va affrontato. A settembre, alla riapertura dei lavori, presenteremo un legge organica ascoltando doverosamente anche le associazioni di categoria». La legge regionale dovrebbe contemplare anche la dispersione esterna delle ceneri che oggi può avvenire solo all’interno di apposita area cimiteriale. Come dicevamo a Giulianova, uno dei pochi comuni se non l’unico d’Abruzzo, il problema è stato superato da qualche anno.
CENERI DELL’EMIGRATA. Nel 2005 c’era la necessità di riportare in città le ceneri di una signora emigrata in Inghilterra, ma il Consolato italiano a Londra si oppose per l’assenza di un provvedimento comunale che permettesse appunto la custodia in casa dell’urna cineraria. Con estrema celerità una delibera di Giunta, (la numero 378/2005), consentì il trasporto da oltremanica fino a Giulianova con relativa custodia domestica. La delibera in questione prevede che «la richiesta di affidamento dell’urna cineraria, risultante da espressa volontà del defunto per tale forma di conservazione, deve essere presentata all’ufficiale di stato civile da parte del coniuge o, in assenza, dal parente più prossimo. In presenza di più parenti dello stesso grado, è necessaria l’espressione di una volontà comune ed inequivocabile. In mancanza di parenti, la richiesta può essere presentata anche dall’esecutore testamentario.
All’atto della consegna materiale dell’urna deve essere redatto apposito verbale». La delibera prevede anche l’affidamento ai familiari di urne già precedentemente tumulate presso il cimitero, ma in questo caso è obbligatorio, per motivi igienico-sanitari, il preventivo parere della Asl. Fatto recente capitato a Tortoreto dove non esiste un regolamento che disciplina la materia. Al momento di portare l’urna cineraria a casa, i parenti del defunto si sono visti negare tale possibilità e così, in attesa che il Comune vibratiano approvi un apposito regolamento, i resti del caro estinto sono stati parcheggiati presso l’ossario di Giulianova.
LA NOVITA’. Ma all’epoca fu negata la possibilità della dispersione delle ceneri in mare, in terra o in altri luoghi per il parere contrario del Consiglio di Stato avallato dall’assenza di una legge-quadro nazionale. Una proposta di legge per la dispersione delle ceneri, dopo le tante naufragate nel passato per inedia, è ora all’attenzione del parlamento su iniziativa del senatore Antonio Tomassini, componente della commissione sanità. In Abruzzo, a differenza del Friuli, dell’Emilia Romagna e della provincia autonoma di Trento, la normativa che dovrebbe disciplinare l’affidamento e la dispersione delle ceneri è ancora allo studio. Sono però passati 7 anni e non è stato ancora messo nero su bianco.
PARLA VENTURONI. L’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, è stato sollecitato in tal senso giacchè nella nostra regione tali tematiche toccano ogni anno centinaia di persone che devono rinunciare a desideri espressi prima della morte. Così dice Venturoni al riguardo: «La questione del terremoto ci ha tenuti impegnati moltissimo. L’argomento va affrontato. A settembre, alla riapertura dei lavori, presenteremo un legge organica ascoltando doverosamente anche le associazioni di categoria». La legge regionale dovrebbe contemplare anche la dispersione esterna delle ceneri che oggi può avvenire solo all’interno di apposita area cimiteriale. Come dicevamo a Giulianova, uno dei pochi comuni se non l’unico d’Abruzzo, il problema è stato superato da qualche anno.
CENERI DELL’EMIGRATA. Nel 2005 c’era la necessità di riportare in città le ceneri di una signora emigrata in Inghilterra, ma il Consolato italiano a Londra si oppose per l’assenza di un provvedimento comunale che permettesse appunto la custodia in casa dell’urna cineraria. Con estrema celerità una delibera di Giunta, (la numero 378/2005), consentì il trasporto da oltremanica fino a Giulianova con relativa custodia domestica. La delibera in questione prevede che «la richiesta di affidamento dell’urna cineraria, risultante da espressa volontà del defunto per tale forma di conservazione, deve essere presentata all’ufficiale di stato civile da parte del coniuge o, in assenza, dal parente più prossimo. In presenza di più parenti dello stesso grado, è necessaria l’espressione di una volontà comune ed inequivocabile. In mancanza di parenti, la richiesta può essere presentata anche dall’esecutore testamentario.
All’atto della consegna materiale dell’urna deve essere redatto apposito verbale». La delibera prevede anche l’affidamento ai familiari di urne già precedentemente tumulate presso il cimitero, ma in questo caso è obbligatorio, per motivi igienico-sanitari, il preventivo parere della Asl. Fatto recente capitato a Tortoreto dove non esiste un regolamento che disciplina la materia. Al momento di portare l’urna cineraria a casa, i parenti del defunto si sono visti negare tale possibilità e così, in attesa che il Comune vibratiano approvi un apposito regolamento, i resti del caro estinto sono stati parcheggiati presso l’ossario di Giulianova.