La Asl: "L’acqua è pulita" A Roseto si torna a scuola

Parla il sindaco Pavone: per la Asl emergenza finita, gli studenti di nuovo in classe

ROSETO. Adesso l’acqua di Roseto si può bere. Il Comune ha infatti comunicato ufficialmente che i valori sono tornati alla normalità e che da domani le scuole saranno regolarmente aperte. I collaboratori scolastici saranno al loro posto almeno due ore prima del suono delle campanelle, in modo da far scorrere l’acqua dai rubinetti e verificare con certezza che non si ripetano gli episodi di acqua scura. «A seguito degli esiti delle analisi effettuate dal dipartimento di prevenzione della Asl», si legge in una nota del Comune, «sui campioni di acqua potabile prelevati la mattina del 4 aprile scorso nei plessi scolastici di via Milli, via Puglie e via Veronese, il sindaco Enio Pavone, dopo contatti telefonici con il responsabile del competente servizio della Asl di Teramo, comunica alla cittadinanza che sono rientrati nella normalità i valori relativi ai parametri di torbidità delle acque». Dunque, l’autorità sanitaria competente non ha fornito al Comune alcun documento scritto con i risultati delle analisi, ma si è limitata a fornire garanzie verbali attraverso un colloquio telefonico con il primo cittadino di Roseto fornendo «dati rassicuranti». Tanto è bastato, quindi, affinché quest’ultimo disponesse che a partire da ieri l’acqua può tornare a essere utilizzata e che da domani le scuole potranno riaprire i battenti, dopo i tre giorni di chiusura disposti dallo stesso sindaco attraverso un’ordinanza e una successiva di proroga.

Intanto ieri mattina si è tenuta in Comune una riunione tra l’amministrazione comunale e i dirigenti delle scuole rosetane, alcuni dei quali hanno giudicato un «eccesso di cautela» i provvedimenti adottati dal sindaco in relazione alla vicenda dell’acqua. Tra l’altro, come ha spiegato uno di essi, nel plesso di via Milli (sede di scuola materna ed elementare) era già da circa un mese che dai rubinetti usciva acqua scura e il fenomeno era stato segnalato verbalmente all’ufficio tecnico del Comune.

Sulla questione interviene anche Pio Rapagnà, leader della lista Città per Vivere. «Siccome la tutela della salute, la qualità dell’aria e dell’acqua e la sicurezza dei cittadini, dovrebbero essere le prime e principali preoccupazioni di un sindaco», si legge in una nota del gruppo, «non si può nascondere che un fatto di una gravità inaudita sia accaduto: e cioè che per alcuni giorni e per diverse ore, migliaia di cittadini di Roseto capoluogo, hanno bevuto acqua non potabile». Per questo motivo, oggi la lista civica Città per Vivere «chiede al sindaco Enio Pavone di rassegnare subito le proprie dimissioni insieme a tutta la sua giunta comunale», incalza l’ex parlamentare rosetano, «per incapacità nella tutela della salute dei cittadini, per mancata prevenzione del rischio e intempestivo intervento sul piano della informazione pubblica e dei provvedimenti da assumere per la riduzione del danno e per la eliminazione alla fonte delle cause dell’inquinamento dell’acqua nelle scuole di ogni ordine e grado e nella intera rete distributiva di Roseto capoluogo».

Federico Centola

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