TERAMO

Il bambino alle maestre: “Picchia sempre mamma e la vuole uccidere”. Padre patteggia 3 anni

16 Gennaio 2025

L’uomo ha scelto di patteggiare: è accusato di maltrattamenti sulla donna picchiata davanti ai bimbi Dopo l’arresto il tribunale per i minorenni gli ha vietato di incontrare i tre piccoli per un anno

 TERAMO. A dare voce alla paura di un bambino di 8 anni che dopo la scuola non voleva tornare a casa «perché papà picchia sempre mamma e la vuole uccidere» ci avevano pensato le maestre pronte a denunciare dopo le parole del piccolo. Così, dopo i passaggi obbligati di un’inchiesta, nell’ottobre scorso quel papà era stato arrestato. Ieri l’uomo, un 45enne teramano, ha patteggiato tre anni per maltrattamenti, lesioni e minacce alla moglie davanti ai tre figlioletti. Che per gli psicologi è violenza assistita, per il codice penale è una circostanza aggravante.

Il difensore dell’uomo, l’avvocato Nello Di Sabatino, ha chiesto per il suo assistito la scarcerazione con gli arresti domiciliari in una comunità di recupero e su questo il giudice Roberto Veneziano (davanti a cui si è svolto il rito del patteggiamento) si è riservato. Il 45enne, per cui è stata disposta la sospensione della responsabilità genitoriale, ha il divieto di incontrare i figli per un anno così come disposto proprio dal tribunale per i minorenni.

Nel fascicolo giudiziario, articolato e complesso come lo sono tutti quelli che trattano di violenze in famiglia alla presenza di figli minorenni, sono finiti i racconti delle maestre, di altri familiari che all’inizio hanno cercato di negare quei maltrattamenti alla donna ma poi hanno ammesso. A dimostrazione di quello che, per investigatori e inquirenti, era il clima di terrore che si viveva in quella casa.

Le indagini, all’epoca delegate dal pm Silvia Scamurra alla squadra mobile della questura teramana, hanno ricostruito meticolosamente svariati episodi di maltrattamenti avvenuti davanti al piccolo e ai fratelli. In più occasioni l’uomo avrebbe colpito la compagna con schiaffi e pugni, talvolta afferrandola per il collo, trascinandola per i capelli in giro per l’alloggio e minacciandola di morte: «Ti ammazzo, ti faccio fare una brutta fine se non fai quello che ti dico io».

Non solo. Tante volte l’avrebbe minacciata, qualora ci fosse stata la separazione, di toglierle i bambini, di non farglieli più vedere, di portarli lontano da lei. I maltrattamenti sarebbero avvenuti non solo tra le mura domestiche, ma anche in macchina e sempre alla presenza dei piccoli.

In un caso l’uomo, che faceva uso di sostanze stupefacenti, aveva prima picchiato la moglie poi danneggiato alcune stanze dell’abitazione con pugni e testate perché convinto che nell’abitazione fossero entrati dei ladri. Sempre davanti ai piccoli. È andata avanti così per mesi, fino a quando le parole di un bambino hanno fatto scattare le indagini della Procura con la successiva richiesta e adozione dell’ordinanza di custodia cautelare per l’uomo. Ora la donna e i bambini sono ospiti di alcuni familiari e sono seguiti dai servizi sociali. Lei sta cercando riprendersi la vita. La sua e quella dei figli.

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