La fuga dalla Asl costa 42 milioni
Mobilità passiva in aumento: il 26% dei ricoveri avviene in altre regioni, l’esodo più forte in Vibrata
TERAMO. E’ la cartina al tornasole dello stato di salute della sanità teramana. La mobilità passiva indica l’esodo dei pazienti verso altre Asl. E quindi indica anche il grado di fiducia nei confronti delle strutture sanitarie o la capacità della Asl di dare risposte alle esigenze dei pazienti, soprattutto in tempi accettabili.
Il report dell’agenzia sanitaria regionale parla chiaro: nel 2011 i residenti nel territorio della Asl di Teramo sono quelli che più degli altri abruzzesi si sono andati a far curare altrove. Su 57.189 ricoveri nel 2011 15.209 sono avvenuti fuori regione. L’indice di emigrazione è dunque del 26%, addirittura dieci punti in più della Asl seconda in classifica, quella dell’Aquila, dove è del 16,3%. In definitiva 49 abitanti ogni mille vanno a farsi ricoverare fuori regione. Tutto questo mentre la mobilità passiva regionale è pure in lieve calo: dai 43009 ricoveri fuori regione del 2010 si è passati ai 42.823 del 2011. Non a caso fra i voti assegnati dalla giunta regionale al direttore generale della Asl Giustino Varrassi nella riconferma di fine agosto spicca lo “zero” per l’abbattimento della mobilità passiva.
Ovviamente la propensione all’esodo dei pazienti teramani ha un costo. Innanzitutto costa in termini di disagi per i malati che ritengono di non potersi curare vicino casa ma di dover “espatriare” in altre regioni. Ma c’è poi la spesa vera e propria. I dati elaborati nel report dall’agenzia sanitaria regionale si riferiscono ai soli ricoveri, quindi rimane fuori una fetta importante di prestazioni - come risonanze magnetiche, Tac, mammografie - che pure sono soggette a mobilità passiva. Nonostante le cifre si riferiscano ai soli ricoveri la cifra fa venire i brividi: i teramani nel 2011 hanno portato alle Asl di fuori regione 42 milioni 279mila euro, poco meno di un terzo di tutta la spesa che dovrà sostenere, ovviamente, la Regione. In particolare l’esodo è avvenuto per le prestazioni chirurgiche, per cui sono stati spesi 28 milioni 175.839 euro. Più contenuta la spesa per le prestazioni mediche: 14 milioni 103.167 euro.
Interessante anche l’analisi dei centri i cui pazienti più si rivolgono ad Asl fuori regione. Nella classifica dei primi 30 centri d’Abruzzo per la propensione all’esodo, ben 14 sono teramani, quasi tutti della Val Vibrata. Nella classifica il terzo e quarto posto sono di Valle Castellana e Martinsicuro, rispettivamente il 16 e 14% della popolazione va a farsi curare fuori regione, presumibilmente nelle Marche, visto che entrambi i centri sono al confine. In fondo, dunque, non c’è tanto da stupirsi se i pazienti preferiscano percorrere pochi chilometri per raggiungere strutture sanitarie di Ascoli o San Benedetto. Quello che fa specie è il 28° posto in Abruzzo di Sant’Omero, i cui abitanti (il 6%) preferiscono evitare anche l’ospedale che hanno sotto casa. Una scelta che è costata alla Regione più di un milione di euro. Stessa percentuale anche per i residenti a Pietracamela, al 27° posto. Ragionando per importo delle prestazioni eseguite fuori regione, fra i centri teramani in classifica, quello che ha fatto registrare una maggiore spesa è Alba Adriatica, con 2 milioni 860mila euro.
Tutto, o quasi, il flusso di pazienti, è diretto verso le Marche. Secondo il report le prestazioni dei teramani nelle Marche sono costate 25 milioni 246mila euro: è la cifra più alta spesa non solo fra tutte le Asl abruzzesi ma anche in tutte le Regioni d’Italia. Scendendo ancor più nel dettaglio l’85,9% dei ricoveri di abruzzesi a Villa Anna di San Benedetto è di teramani, così per il 96,6% all’ospedale di San Bendetto e per il 93,8% in quello di Ascoli.
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