Lanciotti, sospese le ricerche Gli amici: «Noi ti aspettiamo»
Oltre seicento uomini per 26 giorni impegnati in perlustrazioni in quota e nei sentieri più impervi Il prefetto Stelo incontra i familiari: «I soccorritori ritengono di aver fatto tutto il possibile»
TERAMO. I numeri a raccontare 26 giorni ininterrotti di ricerche: 634 persone impegnate, 1.052 chilometri di tracce percorse a piedi e 863 con elicotteri.
Da ieri, dopo un mese, sono state sospese le ricerche di Giorgio Lanciotti, l’escursionista 35enne di Roseto, disperso sul Gran Sasso che in queste settimane è stato attraversato in tutte le sue vie, anche le più impervie e in quota, da uomini della guardia di finanza, del soccorso alpino e speleologico, dei carabinieri, dei vigili del fuoco e da tantissimi volontari che, anche davanti alle giornate di maltempo, non si sono mai fermati. Con loro, nel piazzale di Prati di Tivo dove è stato allestito il posto di coordinamento dei pompieri, i genitori e i familiari di Giorgio, figlio di Gloriano Lanciotti, ex direttore provinciale della Cna, la confederazione degli artigiani, e componente della giunta della Camera di commercio.
«Nelle zone impervie sono state effettuate riprese approfondite con elicotteri e droni e impiegate, in aree definite, le unità cinofile e, per non lasciare nulla di intentato, le ricerche si sono spinte anche sul versante aquilano, in particolare nelle zone e negli itinerari che Giorgio Lanciotti avrebbe potuto ipoteticamente percorrere, presumibilmente disorientato», scrive la prefettura, «non essendo emersi, a oggi, elementi investigativi dai quali desumere scenari di scomparsa diversi dalla ipotesi di evento accidentale in alta montagna, i soccorritori ritengono di aver fatto tutto il possibile e che le ricerche, salvo dovessero in futuro emergere ulteriori elementi, non possano proseguire tenuto conto, inoltre, dell’approssimarsi della cattiva stagione. Stando a quanto riferito dagli esperti, il mancato ritrovamento potrebbe trovare spiegazione nella combinazione di contemporanee condizioni sfavorevoli nell’ambito di uno scenario estremamente impervio». Ieri il prefetto Fabrizio Stelo ha incontrato i genitori e i familiari «per esprimere la piena vicinanza istituzionale e il pieno sostegno umano».In queste settimane gli amici di Giorgio non sono mai mancati: vicino ai familiari, pronti ad organizzare gruppi di ricerca. Cosi scrivono in una lettera: «Caro Giorgio oggi sono 26 i giorni d’attesa con la speranza che trovassero anche un solo oggetto o intuito che ci portasse a te. Ma oggi la macchina del soccorso si è arresa… quel furgone rosso che abbiamo fissato con speranza e fiducia per 26 giorni è andato via …giusto o sbagliato che sia pensando di aver fatto ciò che era nelle loro possibilità! Il prefetto ha interrotto ufficialmente le ricerche… ma il tuo cerchio d’amore no! È qui, come il primo giorno con la speranza di un segno che ci conduca a te … con tanti quesiti da risolvere …. Il tuo cerchio d’amore continuerà a cercarti (ognuno nelle sue possibilità )con l’aiuto di tanti volontari che con delicato affetto ed empatia vedono nella ricerca quasi lo stesso Giorgio che vediamo noi! Un giorno un soccorritore ci ha detto : “Preparatevi anche all’idea che la montagna non ve lo ridia”. Sì , noi possiamo capirlo (anche se al momento il cuore non l’ammetterebbe) ma non prima di aver fatto veramente il possibile! Tutti insieme rispettosamente ci stringiamo più forti di prima… un grazie doveroso ai soccorritori tutti… a chi c’è stato , a chi c’è e a chi ci sarà…noi ti aspettiamo ancora !» Lanciotti, titolare di un centro di revisioni auto e moto a Scerne di Pineto, è un appassionato di montagna. La sua auto è stata trovata, quando sono scattate le ricerche, in prossimità del campeggio, al lato della strada che porta a Cima Alta. L’escursionista da quella zona è salito alla Madonnina da dove ha raggiunto il rifugio Franchetti e successivamente la vetta del Corno Grande. Postato il video che lo ritrae davanti alla croce della cima, di lui non si è saputo più nulla.
©RIPRODUZIONE RISERVATA