Lavoratori in nero nell’azienda dei cinesi
Blitz in una ditta di imballaggi di Bellante: scatta la chiusura in attesa della regolarizzazione
TERAMO. I fantasmi di Prato, morti mentre vivevano e lavoravano nell’azienda lager, sono stati sepolti senza un nome. Perchè nessuno si è presentato per riconoscere i sette cittadini cinesi vittime del rogo che ha divorato lo stabilimento. Una strage che ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica una realtà dove il vuoto delle regole regna sovrano.
Una realtà presente anche nella provincia teramana dove, soprattutto in Val Vibrata, la presenza dei cittadini cinesi ha numeri da grande metropoli. E proprio in questo contesto, ormai da anni, le forze dell’ordine organizzano servizi di controlli negli opifici da loro gestiti. L’ultimo è stato fatto qualche giorno fa dalla polizia a Bellante: in una piccola azienda che fa attività di imballaggio gestita da cinesi i poliziotti hanno scovato cinque operai cinesi di cui due senza un regolare contratto di lavoro.L'operazione di controllo è stata condotta dall'ufficio immigrazione della questura, dalla Asl e dell'ispettorato del lavoro. La presenza di lavoratori in nero ha fatto scattare le sanzioni previste dalla legge con la sospensione dell'attività della ditta fino a quando non sarà regolarizzata tutta la manodopera presente nel laboratorio.
Sotto il profilo igienico sono state riscontrate irregolarità che riguardano l’impianto di aerazione e la sistemazione di alcuni bagni all’interno dello stabilimento.
La ditta di Bellante ha un mese di tempo per mettersi in regola con le sanzioni e le prescrizioni che sono state elevate dalle autorità.
La polizia ha specificato che l’azienda non era un dormitorio: nessuno degli operai trascorreva la notte nei locali. L'attività di controllo congiunta proseguirà anche nei prossimi giorni.
Dopo i fatti di Prato l’attenzione si è innalzata, anche se va detto che nel Teramano i controlli e la vigilanza nei laboratori gestiti da imprenditori cinesi sono ormai da tempo entrati nella quotidianità delle forze dell’ordine sia nel capoluogo sia nel resto della provincia.
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