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ABRUZZO

Le vongolare si fermano di nuovo. E cresce l'allarme granchio blu

La marineria giuliese è preoccupata: «Anche davanti alla nostra costa è cominciata l’invasione. La femmina del crostaceo depone le uova a un miglio al largo e questo rende difficile catturarla»

GIULIANOVA. Stop alla pesca dei molluschi bivalvi: le vongolare si fermano da mercoledì  18 ottobre  fino al 31 ottobre, come richiesto dal provvedimento della direzione marittima di Pescara. Nell’ordinanza firmata dal comandante della Capitaneria di porto di Pescara Fabrizio Giovannone c'è scrtto che «nel periodo dal 18 ottobre al 31 ottobre (estremi compresi), nel compartimento marittimo di Pescara, è vietata la pesca professionale dei molluschi bivalvi. Le unità abilitate all’esercizio della pesca con altri attrezzi, oltre alla draga idraulica, possono optare per la continuazione dell’attività anche nel periodo di interruzione, previa apposizione dei sigilli da parte dell’autorità marittima».

Sono 84 le imbarcazioni turbosoffianti aderenti al Consorzio di pescatori di vongole, il Cogevo Abruzzo, che da domani restano agli ormeggi, osservando un periodo di fermo tecnico pensato per tutelare la fauna marina; l’attività di pesca riprenderà regolarmente il 2 novembre, salvo proroghe. A preoccupare i marittimi della flotta giuliese, composta da 52 vongolare, è il pericolo costituto dal granchio blu, il grosso crostaceo proveniente dall’America sempre più presente nei nostri mari, che «sta proliferando in maniera esponenziale sottocosta, ovvero sotto i 500 metri dalla riva del mare», come riferisce, piuttosto allarmato, il marittimo Walter Squeo. «È iniziata l’invasione anche da noi», annuncia il pescatore, «e come Cogevo stiamo cercando di trovare una soluzione efficace per tenere sotto controllo il problema e proteggere le nostre vongole, sempre più minacciate dal crostaceo».

Ieri il presidente del Cogevo Abruzzo Giovanni Di Mattia ha partecipato alla conferenza regionale della pesca di cui è componente, che si è svolta a Pescara, sottoponendo il problema costituito dal fenomeno granchio blu, con l’obiettivo di trovare un valido provvedimento per non rischiare la distruzione dei banchi di vongole. «Il crostaceo ama particolarmente le acque salmastre», precisa Squeo, «e per questo sta proliferando in modo particolare in prossimità dei fiumi. La femmina del granchio blu depone le proprie uova a circa un miglio di distanza, quindi fuori dall’area di sottocosta, ed è difficile per noi la cattura: per tale motivo, si rischierebbe l’invasione. Vicino alla foce del Tordino», conclude, «ma anche sulla spiaggia di Tortoreto ne sono stati avvistati recentemente diversi esemplari».