Lorenzo, morte senza colpevoli
Rapporto in procura e al tribunale dei minori: un gioco finito male
TERAMO. E’ morto per un gioco, mentre faceva vedere ai suoi amici come riusciva a stare in equilibrio sul muretto del vascone: il giorno dopo la tragedia le indagini della polizia fissano così gli ultimi minuti della giovane vita di Lorenzo Di Patrizio. Non ci sono colpevoli per la morte dello studente teramano di 14 anni che lunedì sera è annegato nel serbatoio del Consorzio per lo sviluppo industriale, in contrada Carapollo, alla periferia di Teramo. Questo è quello che dicono gli investigatori della squadra mobile nei due rapporti rimessi al magistrato di turno della procura di Teramo, Bruno Auriemma, e a quello del tribunale dei minorenni, Antonella Picardi: ora saranno i magistrati a decidere se aprire delle inchieste.
Per ora i vasconi non sono stati sequestrati. Per tutta la serata di lunedì i poliziotti hanno lavorato per ricostruire la dinamica della tragedia, raccogliendo le testimonianze dei tre giovanissimi amici, tutti coetanei, che lunedì sera erano con Lorenzo. I tre hanno raccontato di un pomeriggio trascorso insieme a giocare prima al campo di calcetto di Villa Pavone, dove tutti vivono, e poi in quei vasconi che si trovano all’altezza dello svincolo delle Teramo-mare. Le grosse vasche sono recintate, ma si tratta di una protezione che tutti possono scavalcare, tanto che in molti vanno anche pescare nel serbatoio. Uno dei paletti di cemento della recinzione, inoltre, è rotto ormai da tempo.
E proprio da qui i quattro ragazzini sono entrati. Hanno raccontato che si sono tolti le scarpe e hanno messo i piedi nell’acqua per rinfrescarsi. Poi Lorenzo si è aggrappato al muretto, forse nel tentativo di far vedere agli amici come si teneva in equilibrio. E’ stato un attimo. I tre ragazzini lo hanno visto scomparire nell’acqua. «Diceva che sapeva nuotare», hanno raccontato, «ma ad un certo punto ci siamo accorti che annaspava». Uno di loro ha cercato di riprenderlo, ma senza riuscirci. Poi le loro urla disperate hanno richiamato l’attenzione di un pescatore della zona che si è buttato nel tentativo di salvarlo. Ma per Lorenzo, 14 anni appena e tutta una vita davanti, non c’era più nulla da fare.
Per ora i vasconi non sono stati sequestrati. Per tutta la serata di lunedì i poliziotti hanno lavorato per ricostruire la dinamica della tragedia, raccogliendo le testimonianze dei tre giovanissimi amici, tutti coetanei, che lunedì sera erano con Lorenzo. I tre hanno raccontato di un pomeriggio trascorso insieme a giocare prima al campo di calcetto di Villa Pavone, dove tutti vivono, e poi in quei vasconi che si trovano all’altezza dello svincolo delle Teramo-mare. Le grosse vasche sono recintate, ma si tratta di una protezione che tutti possono scavalcare, tanto che in molti vanno anche pescare nel serbatoio. Uno dei paletti di cemento della recinzione, inoltre, è rotto ormai da tempo.
E proprio da qui i quattro ragazzini sono entrati. Hanno raccontato che si sono tolti le scarpe e hanno messo i piedi nell’acqua per rinfrescarsi. Poi Lorenzo si è aggrappato al muretto, forse nel tentativo di far vedere agli amici come si teneva in equilibrio. E’ stato un attimo. I tre ragazzini lo hanno visto scomparire nell’acqua. «Diceva che sapeva nuotare», hanno raccontato, «ma ad un certo punto ci siamo accorti che annaspava». Uno di loro ha cercato di riprenderlo, ma senza riuscirci. Poi le loro urla disperate hanno richiamato l’attenzione di un pescatore della zona che si è buttato nel tentativo di salvarlo. Ma per Lorenzo, 14 anni appena e tutta una vita davanti, non c’era più nulla da fare.