Melania, è scontro per la figlia
Dopo la famiglia Rea anche la sorella di Parolisi chiede l'affidamento
TERAMO. Il caporal maggiore Salvatore Parolisi parla e piange davanti ai giudici. Non lo fa come unico indagato dell'omicidio della moglie Melania Rea - per cui è in carcere da luglio - ma come padre di una bambina di due anni. Chiede di vedere sua figlia «perchè è un mio diritto e nessuno può negarmelo».
Nell'aula del tribunale dei minori di Napoli si consuma l'ennesimo strappo tra le famiglie Rea e Parolisi che si contendono la bimba: i familiari di Melania ne chiedono l'affidamento, ma ieri ai giudici è arrivata anche l'istanza di Francesca Parolisi, sorella di Salvatore. E' la madrina di battesimo della piccola e alla richiesta di affidamento i legali di Parolisi hanno allegato anche una lettera scritta da Melania nell'ottobre del 2010, sei mesi prima di essere uccisa. E' una missiva che la donna ha scritto alla cognata in occasione dei suoi 40 anni: «Per me sei come una sorella, potresti essere una madre perfetta per mia figlia».
Il tribunale si è riservato: deciderà tra sette giorni, forse anche prima. Non solo su chi dovrà stare con la piccola, ma anche sulla revoca della patria potestà al caporal maggiore. Una richiesta fatta dalla procura dei minori e motivata dal fatto che, secondo gli inquirenti, la piccola dormiva in auto al momento del delitto. L'udienza di ieri ha rappresentato la prima volta, dopo l'arresto, in cui il caporal maggiore ha incontrato i parenti di Melania. «L'ho guardato negli occhi ma lui non mi ha degnato neppure di uno sguardo», ha spiegato Michele Rea, il fratello della vittima.
«Sono sorpreso, noi ci siamo sempre comportati onestamente», ha detto commmentando la richiesta di affidamento presentata dalla sorella di Salvatore, «la nostra linea guida era di tenere la piccola di comune accordo. Quello di Salvatore è stato un pianto un po' finto. Io invece ho tanta rabbia in corpo che le lacrime proprio non scendono. Franca vuole prendere con sé la bimba, ma noi abbiamo ribadito che fin dal primo giorno é sempre stata con noi e una volta alla settimana veniva portata dai genitori di Salvatore».
Secondo l'avvocato Mauro Gionni, legale della famiglia Rea «ogni decisione che il tribunale prenderà noi la rispetteremo perchè siamo convinti che sarà nell'interesse della bimba, non di questa e di quella famiglia. La rispetteremo perchè conta solo l'interesse della bambina».
Per l'avvocato Nicodemo Gentile (difensore di Parolisi insieme agli avvocati Valter Biscotti e Federica Benguardato) «nessuno vuole lo scontro perchè è una guerra del dolore in cui non ci saranno nè vinti nè vincitori. Ma è certo che per la bambina non ci devono essere parenti di serie A e parenti di serie B. E' stato lo stesso Salvatore ad affidare la sua bambina ai genitori di Melania prima di andare in carcere perchè sa quando loro le vogliano bene. Ma poi qualcosa è cambiato, si è incrinato quando Salvatore ha chiesto di poter vedere sua figlia. Ma questo è un suo diritto».
Nell'aula del tribunale dei minori di Napoli si consuma l'ennesimo strappo tra le famiglie Rea e Parolisi che si contendono la bimba: i familiari di Melania ne chiedono l'affidamento, ma ieri ai giudici è arrivata anche l'istanza di Francesca Parolisi, sorella di Salvatore. E' la madrina di battesimo della piccola e alla richiesta di affidamento i legali di Parolisi hanno allegato anche una lettera scritta da Melania nell'ottobre del 2010, sei mesi prima di essere uccisa. E' una missiva che la donna ha scritto alla cognata in occasione dei suoi 40 anni: «Per me sei come una sorella, potresti essere una madre perfetta per mia figlia».
Il tribunale si è riservato: deciderà tra sette giorni, forse anche prima. Non solo su chi dovrà stare con la piccola, ma anche sulla revoca della patria potestà al caporal maggiore. Una richiesta fatta dalla procura dei minori e motivata dal fatto che, secondo gli inquirenti, la piccola dormiva in auto al momento del delitto. L'udienza di ieri ha rappresentato la prima volta, dopo l'arresto, in cui il caporal maggiore ha incontrato i parenti di Melania. «L'ho guardato negli occhi ma lui non mi ha degnato neppure di uno sguardo», ha spiegato Michele Rea, il fratello della vittima.
«Sono sorpreso, noi ci siamo sempre comportati onestamente», ha detto commmentando la richiesta di affidamento presentata dalla sorella di Salvatore, «la nostra linea guida era di tenere la piccola di comune accordo. Quello di Salvatore è stato un pianto un po' finto. Io invece ho tanta rabbia in corpo che le lacrime proprio non scendono. Franca vuole prendere con sé la bimba, ma noi abbiamo ribadito che fin dal primo giorno é sempre stata con noi e una volta alla settimana veniva portata dai genitori di Salvatore».
Secondo l'avvocato Mauro Gionni, legale della famiglia Rea «ogni decisione che il tribunale prenderà noi la rispetteremo perchè siamo convinti che sarà nell'interesse della bimba, non di questa e di quella famiglia. La rispetteremo perchè conta solo l'interesse della bambina».
Per l'avvocato Nicodemo Gentile (difensore di Parolisi insieme agli avvocati Valter Biscotti e Federica Benguardato) «nessuno vuole lo scontro perchè è una guerra del dolore in cui non ci saranno nè vinti nè vincitori. Ma è certo che per la bambina non ci devono essere parenti di serie A e parenti di serie B. E' stato lo stesso Salvatore ad affidare la sua bambina ai genitori di Melania prima di andare in carcere perchè sa quando loro le vogliano bene. Ma poi qualcosa è cambiato, si è incrinato quando Salvatore ha chiesto di poter vedere sua figlia. Ma questo è un suo diritto».
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