Morte del giovane giuliese Amir: il 20enne amico elettricista è accusato di averlo ammazzato

Al giovane di Giulianova contestato anche il tentato omicidio del trentenne in prognosi riservata. Il cameriere romenoferito trasferito dall’ospedale in carcere. Fissati per oggi gli inrerrogatori
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. La svolta arriva con alcune immagini ed è il preludio di un finale terribile già scritto: un ragazzo di 24 anni ucciso a coltellate in un’alba di morte e sangue fuori da una discoteca, l’amico ventenne elettricista accusato di averlo ammazzato con un fendente forse sferrato per sbaglio in quei momenti di furia cieca tra gruppi opposti. È una dinamica ricostruita e con ruoli già definiti quella con cui la Procura di Ascoli porta oggi nell’udienza di convalida davanti al gip i tre giovani arrestati dopo la morte di Amir Benkharbouch, il 24enne nato in Italia, residente a Giulianova, mamma moldava e papà marocchino, ucciso all’alba di domenica sul lungomare di San Benedetto del Tronto. Per gli inquirenti (indagine coordinata dal procuratore di Ascoli Umberto Monti) a uccidere è stato il ventenne elettricista di Giulianova Federico Di Stanislao, amico della vittima, arrivato a San Benedetto con la sua macchina insieme ad Amir e al 22enne cameriere di origine romena Denis Raoul Rotaru. A lui la Procura contesta anche l’accusa di tentato omicidio per la coltellata inferta al 30enne di Grottammare ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Le Torrette di Ancona. Ricostruzione, quella della Procura, che l’avvocato Luigi Gialluca, difensore di Di Stanisalo contesta integralmente: «In questa fase tutto è ancora da accertare e verificare. Il mio assistito, che ho incontrato in carcere, è molto provato dall’accaduto. Nell’udienza di convalida risponderà alle domande per far chiarezza sulle accuse che gli vengono mosse. Voglio evidenziare ancora una volta che è stato lui a chiamare i soccorsi, è stato lui a tamponare la ferita con una felpa in attesa degli operatori del 118 e queste sono le certezze. Tutto il resto è ancora da accertare. Parliamo di un giovane incensurato che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato». E da ieri nel carcere ascolano di Marino del Tronto si trova anche Rotaru che è stato trasferito dall’ospedale di San Benedetto dove domenica mattina era stato ricoverato per le ferite riportate durante la rissa. A lui la Procura contesta il reato di tentato omicidio di N.H., il trentenne nordafricano che resta ricoverato all’ospedale di San Benedetto in stato di fermo con l’accusa di lesioni e rissa. Rotaru è assistito dall’avvocato Francesco Gozzi che dice: «Prima dell’udienza incontrerò il mio assistito e insieme si deciderà se avvalersi della facoltà di non rispondere o rispondere alle domande del giudice». Nell’indagine ci sono anche due indagati: il ferito ricoverato ad Ancona e un trentenne di San Benedetto del Tronto accusati di rissa insieme a tutti gli altri. Il 22enne cameriere Rotaru e la vittima da meno di un mese erano fuori dai domiciliari dopo essere stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio di un barista – fatti avvenuti a Giulianova nel 2023 – per cui entrambi erano in attesa di essere giudicati al termine di un processo la cui udienza finale è in programma per domani al tribunale di Teramo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA