Nel computer 1.400 fotografie di ragazzine, 30enne finisce sotto processo

Il giovane, ora difeso dall’avvocato Francesco Valentini, è imputato per la detenzione di immagini osé scoperte dalla polizia. Ecco tutti i dettagli della vicenda
TERAMO. Il web non è un posto sicuro per i minorenni. Lo confermano indagini e processi continui sulla pedopornografia. Come quello che si è aperto ieri e che vede imputato un 30enne teramano nel cui computer sono state trovate 1.400 fotografie di ragazzine dai 15 ai 16 anni in atteggiamenti osé. L’uomo incensurato, ora difeso dall’avvocato Francesco Valentini, è accusato di detenzione di materiale pedopornografico nell’ambito di un’indagine portata avanti dalla Procura distrettuale dell’Aquila (pm titolare Roberta D’Avolio).
Nel corso dell’udienza di ieri davanti al collegio presieduto dalla giudice Claudia Di Valerio (a latere Francesco Ursini e Martina Pollera) sono stati sentiti gli agenti della polizia postale che hanno portato avanti le indagini. In particolare, un agente all’epoca dei fatti in servizio alla polizia postale di Milano. Al nome del giovane teramano, infatti, inquirenti e investigatori sono arrivati nel 2022 nell’ambito di un’indagine nazionale per pedopornografia partita da Milano.
Nell’ambito di quelle indagini è stato scoperto un accesso dell’utente teramano a quel link. Da qui il sequestro di telefonini e computer e l’apertura del fascicolo. Le successive indagini hanno escluso collegamenti con l’inchiesta milanese, ma hanno accertato la presenza nel pc del giovane di 1.400 foto dal contenuto pedopornografico. Dopo l’udienza di ieri si torna in aula a settembre con l’esame del consulente tecnico della Procura.
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