Notificato il giudizio immediato a Parolisi

Il giallo di Ripe: il marito di Melania riceve in carcere l'avviso del processo-lampo
TERAMO. Il decreto di giudizio immediato è stato notificato a Salvatore Parolisi. Da martedì il caporal maggiore accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea sa che da indagato è diventato imputato e che il 27 febbraio inizierà il suo processo. I due reati e le quattro aggravanti contestati nel provvedimento, firmato dal gip Giovanni de Rensis che ha accolto la richiesta della procura, sono da ergastolo: omicidio aggravato dal fatto di averlo commesso sul coniuge e dalla minorata difesa della vittima; vilipendio e deturpamento di cadavere. Niente premeditazione, niente concorso: scompare l'ombra del complice che torna a deturpare il corpo della vittima con la svastica sulla coscia e la siringa conficcata sul seno nel tentativo di depistare.
Per gli inquirenti è stato Parolisi a deturpare il cadavere della donna per, scrivono nella richiesta il procuratore Gabriele Ferretti e i sostituti Davide Rosati e Greta Aloisi, «conseguire l'impunità dal delitto di omicidio pluriaggravato, tentando di depistare le indagini mediante l'inserimento sul luogo del delitto di elementi di confondimento». E non solo. Parolisi, scrivono ancora i magistrati nella richiesta di giudizio immediato «ha agito con crudeltà consistita nel proseguire nell'azione lesiva anche quando la donna, ancora cosciente, era ormai incapace di difendersi a seguito dei colpi ricevuti da tergo e nell'infierire sul suo corpo con ben 35 coltellate».
Quando l'assassino ha lasciato il bosco Melania era ancora viva: è morta dissanguata in 10 minuti. Il movente resta quello passionale. I legali del caporal maggiore hanno quindici giorni di tempo per chiedere l'abbreviato. Un rito che, in caso di condanna, consente di avere la riduzione di un terzo della pena. Nei giorni scorsi gli avvocatii Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato hanno ventilato l'ipotesi di ricorrere ad un abbreviato condizionato a due perizie sull'ora della morte e sul telefono cellulare della vittima. (d.p.)
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