Omicidio del giovane giuliese Amir. L’autopsia: “Fatale il colpo al torace, ecco come è morto il 24enne”

Gli sviluppi dell’assassinio del 24enne residente a Giulianova. L’autopsia è durata tre ore: mortale il colpo inferto al torace per sbaglio da un amico durante la rissa a San Benedetto del Tronto
TERAMO. Un solo colpo mortale, sferrato all’altezza del torace. L’autopsia ha confermato l’ipotesi di partenza sull’omicidio di Amir Benkharbouch, 24 anni di origine marocchina nato e vissuto a Giulianova, ammazzato all’alba di domenica con un machete sul lungomare di San Benedetto del Tronto al culmine uno scontro tra gang. L’esame, affidato ai medici legali Rosanna Zamparese e Paolo Busardò, si è protratto per circa tre ore fornendo le prime certezze sul tragico esito della violenta rissa scoppiata tra i due gruppi, quello sambenedettese e quello giuliese, per questioni di droga. Per avere la certezza sulla ferita mortale è stata eseguita una Tac sul 24enne, ma gli accertamenti di cui sono stati incaricati i due anatomopatologi non sono conclusi. La Procura ascolana, che coordina le indagini, ha chiesto infatti verifiche anche sui feriti nello scontro, per accertare la compatibilità tra lesioni e armi utilizzati e stabilire quanto siano stati gravi i colpi inferti.
Di certo è stato uno quello che ha ucciso Amir. A sferrarlo sarebbe stato forse per sbaglio l’amico Federico Di Stanislao, 20 anni, elettricista di Giulianova, arrestato insieme e Denis Roul Rotaru, 22enne cameriere romeno residente a Giulianova. Il primo, assistito dall’avvocato Luigi Gialluca, è accusato anche di tentato omicidio per l’aggressione a Daniele Seghetti, 29enne di Grottammare ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Le Torrette di Ancona dopo essere stato accoltellato all’addome. e porto abusivo di arma in luogo pubblico. A Rotaru sono contestati, invece, due tentativi di omicidio, lesioni personali aggravate, rissa aggravata e porto d’arma in luogo pubblico. Accogliendo la richiesta del procuratore di Ascoli Umberto Monti, la giudice Angela Miccoli ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Seghetti già indagato rissa aggravata. La misura cautelare è motivata dal fatto che il 29enne si trovava in affidamento in prova ai servizi sociali e all’alba di domenica non avrebbe dovuto essere fuori casa. È finito in carcere anche Francesco Sorge, 30enne sambenedettese residente a Monteprandone, accusato di rissa aggravata e lesioni aggravate dall'uso di una catena, già indagato. Entrambi sono difesi dall’avvocato Maurizio Cacaci. La giudice ha disposto invece l’obbligo di dimora, con prescrizione di rimanere a casa nelle ore notturne, per Helmi Nessibi, 29 anni di Grottammare, indagato di rissa aggravata (assistito dall’avvocato Paolo Pirani). Rotaru e la vittima da meno di un mese erano fuori dai domiciliari dopo essere stati arrestati per tentato omicidio di un barista – fatti avvenuti a Giulianova nel 2023 – per cui entrambi erano in attesa di essere giudicati nel corso di un processo in corso al tribunale di Teramo la cui udienza finale fissata per ieri è stata rinviata ad aprile.
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