Omicidio Mazza, l'imputato parla in aula e nega le accuse

È durato tre ore davanti alla Corte d'assise di Teramo l'esame di Romano Bisceglia accusato dell'omicidio della sua ex convivente Adele Mazza strangolata il giorno di Pasqua del 2010

TERAMO. È durato tre ore davanti alla Corte d'assise di Teramo l'esame di Romano Bisceglia, il 54enne tossicodipendente teramano accusato dell'omicidio della sua ex convivente Adele Mazza, 49 anni, strangolata il giorno di Pasqua del 2010. Il cadavere della donna venne ritrovato il giorno dopo in una scarpata, tagliato a pezzi. Bisceglia si è proclamato innocente ed ha cercato di smentire l'intera ricostruzione dei fatti elaborata dall'accusa. Ha negato dunque di aver mai sfruttato la prostituzione di Adele Mazza («Anzi, l'ho lasciata proprio quando seppi che si prostituiva»), ha negato di essere stato visto con lei nei giorni precedenti il delitto («Non ci frequentavamo più, anzi ci detestavamo. Quei testimoni mi hanno visto con un'altra donna, una ragazza di cui non ricordo il nome»), ha negato altri fatti e proprie dichiarazioni - alcune delle quali fatte in carcere e intercettate - che l'accusa ritiene importanti per provare la sua colpevolezza. Messo alle strette sulla successione dei fatti accadutigli nei giorni di Pasqua e Pasquetta del 2010, e sui loro orari, si è contraddetto più volte e si è trincerato dietro una serie di «non ricordo». La prossima udienza del processo, che volge ormai alla conclusione, è stata fissata al 20 marzo.

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