DELITTO DI CIVITELLA
Omicidio Rea, la figlia di Melania non porta più il cognome Parolisi
Quando la mamma fu uccisa aveva 18 mesi, oggi il tribunale accoglie la richiesta di cambiarlo. Il padre condannato a 20 anni frequenta la facoltà di giurisprudenza
TERAMO. Aveva 18 mesi quando la mamma Melania Rea (nella foto) venne accoltellata a morte dal marito Salvatore Parolisi. Oggi è una ragazzina (affidata ai nonni materni) che non porterà più il cognome del padre dopo che il tribunale ha accolto la richiesta di cambiarlo.
Ieri, giornata internazionale contro l'eliminazione della violenza contro le donne, il caso di Melania – lasciata agonizzante nel bosco di Ripe di Civitella dopo essere stata colpita con 35 coltellate – resta nella memoria di un Paese che continua a contare i femminicidi nonostante nuove leggi, norme giuridiche di più immediata e veloce applicazione come il Codice rosso.
Parolisi – condannato all’ergastolo in primo grado, a trent’anni in appello e venti in Cassazione (dopo la caduta dell’aggravante della crudeltà) – l’anno scorso ha chiesto di poter usufruire di permessi studio per l’università. In carcere l’opinione è che sia un “detenuto modello” come riportato anche dal settimanale Giallo. Lavora infatti come centralinista e può usufruire di permessi uscite per motivi di lavoro o studio. Così può frequentare la facoltà di giurisprudenza.
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