Padre in fuga col figlio L'appello della madre "Ridammi il mio piccolo"
I carabinieri in otto abitazioni nel Teramano. Perquisite a Valle Castellana le case dei nonni e degli zii. Gli investigatori sopettano che il genitore in fuga sia protetto
TERAMO. «Riportami mio figlio, nient'altro»: è una giovane donna in lacrime quella che si appella al padre di Valle Castellana in fuga da 15 giorni con un bimbo di 3 anni. E alla stessa ora i carabinieri perquisiscono le case dei nonni, di una zia e di alcuni amici tra le province di Teramo e Ascoli. Mosse precise che servono a scandire un'altra tappa del giallo e a rivelare che la svolta non è lontana. Forse padre e figlio si nascondono in zona, protetti da qualcuno.
Per gli investigatori è qualcosa di più di un forse. Qualcosa di così forte che da giorni li spinge a negare gesti estremi, a non evocare il caso delle due gemelline svizzere mai ritrovate, a intensificare le ricerche tra Teramo e Ascoli. Familiari e amici del giovane papà in fuga continuano a ripetere «che i due stanno bene, che al bimbo nessuno farà del male». Y.D.A, 29 anni, e il figlio sono spariti dal 10 marzo, dopo che il tribunale dei minori di Ancona ha disposto il rientro del bambino in Grecia. Questo dopo che nel maggio del 2010, secondo la donna, il padre ha lasciato la Grecia portando via il piccolo.
Ieri pomeriggio i carabinieri di Ascoli e Teramo, coordinati dal pm ascolano Carmine Pirozzoli, hanno perquisito la casa dei nonni a Valle Castellana, di una zia di Acquasanta e di alcuni amici nel Teramano. Complessivamente sono state controllate otto dimore: ufficialmente, almeno questo è quello gli investigatori fanno emergere, non avrebbero trovato elementi utili a individuare il luogo dove padre e figlio sarebbero nascosti, forse aiutati da qualcuno.
Nei giorni scorsi nelle ricerche è stata coinvolta anche l'Interpol, che ha condotto accertamenti in Germania e in Svizzera dove l'uomo avrebbe parenti ed amici. E ieri pomeriggio, mentre i militari perquisivano le case dei parenti del padre, la madre greca del piccolo ha lanciato un appello in tv assistita dal suo avvocato Paolo Botzios che ha dato l'assenso a mostrare pubblicamente la sua immagine. Nel corso della trasmissione "Pomeriggio cinque" Eva Elisabeth Lazzari ha raccontato che i rapporti con il padre del piccolo non erano più buoni e che lei ha chiesto tante volte di poter riavere il bambino. Dagli studi di Ascoli era collegata Santina Mucci, una zia del papà.
Tra le due donne toni molto aspri. «Stai tranquilla», le ha detto, «perchè al bimbo non succederà nulla. Tu dovevi tornare prima, dovevi fare la mamma. Tuo figlio non ti conosce e chiama mamma la nonna. E' troppo facile ripresentarsi adesso per toglierlo alle persone che lo hanno cresciuto. Non è giusto che venga strappato ai nonni e a suo padre».
Per gli investigatori è qualcosa di più di un forse. Qualcosa di così forte che da giorni li spinge a negare gesti estremi, a non evocare il caso delle due gemelline svizzere mai ritrovate, a intensificare le ricerche tra Teramo e Ascoli. Familiari e amici del giovane papà in fuga continuano a ripetere «che i due stanno bene, che al bimbo nessuno farà del male». Y.D.A, 29 anni, e il figlio sono spariti dal 10 marzo, dopo che il tribunale dei minori di Ancona ha disposto il rientro del bambino in Grecia. Questo dopo che nel maggio del 2010, secondo la donna, il padre ha lasciato la Grecia portando via il piccolo.
Ieri pomeriggio i carabinieri di Ascoli e Teramo, coordinati dal pm ascolano Carmine Pirozzoli, hanno perquisito la casa dei nonni a Valle Castellana, di una zia di Acquasanta e di alcuni amici nel Teramano. Complessivamente sono state controllate otto dimore: ufficialmente, almeno questo è quello gli investigatori fanno emergere, non avrebbero trovato elementi utili a individuare il luogo dove padre e figlio sarebbero nascosti, forse aiutati da qualcuno.
Nei giorni scorsi nelle ricerche è stata coinvolta anche l'Interpol, che ha condotto accertamenti in Germania e in Svizzera dove l'uomo avrebbe parenti ed amici. E ieri pomeriggio, mentre i militari perquisivano le case dei parenti del padre, la madre greca del piccolo ha lanciato un appello in tv assistita dal suo avvocato Paolo Botzios che ha dato l'assenso a mostrare pubblicamente la sua immagine. Nel corso della trasmissione "Pomeriggio cinque" Eva Elisabeth Lazzari ha raccontato che i rapporti con il padre del piccolo non erano più buoni e che lei ha chiesto tante volte di poter riavere il bambino. Dagli studi di Ascoli era collegata Santina Mucci, una zia del papà.
Tra le due donne toni molto aspri. «Stai tranquilla», le ha detto, «perchè al bimbo non succederà nulla. Tu dovevi tornare prima, dovevi fare la mamma. Tuo figlio non ti conosce e chiama mamma la nonna. E' troppo facile ripresentarsi adesso per toglierlo alle persone che lo hanno cresciuto. Non è giusto che venga strappato ai nonni e a suo padre».
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