Parolisi faccia a faccia con i suoceri

2 Dicembre 2011

Il caporale trasferito a Napoli per l'udienza nella quale si decide sul futuro della piccola. Entrambe le famiglie chiedono l'affidamento. La procura scrive: "Ha ucciso davanti alla bimba"

TERAMO. In un'aula del tribunale per i minorenni di Napoli va in scena uno dei capitoli più drammatici del caso giudiziario di Melania Rea, la giovane mamma uccisa a coltellate, il 18 aprile scorso, nel bosco delle Casermette a Ripe di Civitella. Mentre i giudici dovranno decidere sull'affidamento della figlia di Melania, i genitori della vittima si troveranno faccia a faccia con il genero Salvatore Parolisi, accusato dell'omicidio. E a sorpresa entrano nella vicenda anche i famigliari del caporale che chiedono anch'essi l'affidamento della piccola.

Parolisi ha chiesto e ottenuto di partecipare all'udienza nella quale il tribunale per i minorenni deve decidere se revocargli o no la patria potestà, così come chiede la Procura per i minorenni di Napoli. Già ieri mattina il caporal maggiore dell'esercito è stato trasferito dal carcere teramano di Castrogno al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Da qui, oggi, è stato scortato in tribunale a Napoli. Dove si trova nella stessa stanza con Gennaro e Vittoria, i genitori di Melania Rea. È il primo contatto tra genero e suoceri da quando Parolisi, il 19 luglio scorso, è stato arrestato. La tensione, è facile immaginarlo, si taglia a fette.

Salvatore Parolisi intende parlare in udienza. Durante la discussione tra le parti chiederà di rendere ai giudici delle dichiarazioni, che verranno verbalizzate. Difficilmente ciò che dirà Parolisi potrà fare la differenza nella schermaglia tra i suoi legali Valter Biscotti e Nicodemo Gentile e quello della famiglia Rea, Mauro Gionni, ma l'intenzione di partecipare all'udienza e di parlare ai magistrati è il segno di quanto il militare tenga a non perdere la patria potestà sulla bambina.

Anche questa battaglia per Parolisi e i suoi legali, che finora le hanno perse tutte (dal Riesame alla Cassazione, passando per la richiesta di incidente probatorio negata), si presenta difficile. Già lo scorso 22 luglio, tre giorni dopo che il gip di Ascoli Carlo Calvaresi aveva firmato la prima ordinanza di arresto, poi confermata dal collega di Teramo Giovanni Cirillo, la Procura per i minorenni di Napoli aveva chiesto la revoca della patria potestà al caporale di Frattamaggiore. Poche parole, pesanti come macigni, per sostenere che «l'omicidio della madre presumibilmente è avvenuto alla presenza della minore» e che la condotta del padre «è pregiudizievole» all'interesse della figlia. Questi i passi salienti della richiesta sulla quale è chiamato oggi ad esprimersi il tribunale per i minorenni. Ai giudici spetterà anche il compito di esprimersi sulla richiesta di affido temporaneo della piccola presentata dalla famiglia Rea. Quando, a fine giugno, i Rea hanno chiesto l'affidamento temporaneo e provvisorio della piccola, in quel procedimento si è inserita anche la Procura dei minorenni che, formalmente, ha chiesto la revoca della patria potestà e la nomina di un curatore speciale per seguire gli interessi della bimba.

Il tribunale, che dopo la discussione tra le parti si riunirà in camera di consiglio, molto probabilmente oggi si riserverà la decisione. Quanto a Parolisi, da Santa Maria Capua Vetere sarà riportato appena possibile in carcere a Teramo.

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