“Pineto 2.0”: a Scerne spiagge libere in stato di abbandono

7 Giugno 2018

L’associazione denuncia il grave stato d’incuria della zona  «Dimenticata dal Comune, servono pulizia e servizi minimi»  

PINETO. Spiagge abbandonate e sporche a Scerne di Pineto. A lanciare l’allarme è il movimento politico culturale “Pineto 2.0” guidato da Mimmo Ruggiero. «Abbiamo scattato delle fotografie lo scorso 5 giugno, per documentare lo stato delle spiagge rese impraticabili per la presenza di rifiuti e degrado», afferma, «la stagione estiva è iniziata, ma sembra che l’amministrazione comunale, si sia dimenticata di Scerne. Eppure il servizio di pulizia delle spiagge libere, disinfestazione derattizzazione è previsto che venga erogato dall’AM Consorzio secondo modalità e termini retribuiti con una somma annua di circa 75mila euro». Secondo il movimento «l’ultimo fine settimana ci ha restituito un quadro preoccupante per una delle aree che ospita il numero più alto di presenze turistiche di Pineto. Purtroppo abbiamo riscontrato molto degrado, altro che spiagge pulite, altro che bandiere blu, altro che accessibilità per i disabili. Niente di tutto ciò».
“Pineto 2.0” informa che ha segnalato la situazione al sindaco Robert Verrocchio, tramite una nota protocollata in Comune, evidenziando «l’assenza dei minimi servizi indispensabili per la quotidiana e sicura fruizione delle spiagge». L’associazione ha chiesto una serie di interventi tra i quali la pulizia non estemporanea ma costante delle spiagge, il riordino ed il ripristino nel rispetto di quanto indicato nella convenzione esistente con AM Consorzio, la pulizia e la disinfestazione dei canali di scolo, la creazione di accessi per disabili, l’installazione di bagni e infine la predisposizione di un numero adeguato di cestini per la raccolta differenziata dei rifiuti. “Pineto 2.0” sottolinea che «terremo la situazione sotto controllo affinché i servizi minimi siano garantiti per la stagione balneare ai cittadini sempre più spesso chiamati a fare i conti con condizioni di degrado e incuria».
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