TERAMO
Politica in lutto, è morto Italo Di Dalmazio
Aveva 80 anni, fra i suoi incarichi quello di sindaco di Civitella e vice presidente della Provincia
TERAMO. Se n’è andato all’età di 80 anni, stroncato dalla malattia contro cui combatteva da tempo. Pochi giorni dopo la scomparsa di Walter Mazzitti, un altro lutto colpisce la comunità teramana con la morte di Italo Di Dalmazio, il nome con cui tutti lo conoscevano, anche se all’anagrafe era Dalmazio. Un lutto che colpisce soprattutto il mondo della politica e della cultura, di cui Di Dalmazio – il “professore”, era docente di lettere – era stato uno dei protagonisti.
Da esponente della Democrazia cristiana era stato sindaco di Civitella del Tronto, il suo amato paese natale, e poi assessore e vice presidente della Provincia, quando era presidente il comunista Osvaldo Scrivani. Furono loro due, nei primissimi anni Novanta, gli animatori del primo esperimento di compromesso storico nel Teramano, almeno a un simile livello istituzionale. Importante nella sua lunga carriera politica anche l’incarico di amministratore straordinario dell’allora Ussl di Teramo, prima che nascessero le Asl, quando le unità sanitarie nel Teramano erano quattro, una per ogni ospedale della provincia. Interrotta la politica attiva sul finire degli anni 90, Di Dalmazio passò idealmente il testimone al figlio Mauro, anche lui con una brillante carriera politica ancora in corso. Mauro Di Dalmazio è stato assessore comunale a Teramo nella giunta Chiodi e poi assessore e regionale, sempre con Chiodi presidente. Attualmente è consigliere comunale di Teramo dopo essersi candidato sindaco, esponente di minoranza ma molto vicino alle posizioni dal sindaco Gianguido D’Alberto.
Sia da vice presidente della Provincia che da assessore alla cultura, Italo Di Dalmazio ebbe delle idee innovative e fu uno dei primi a inventarsi e proporre le rievocazioni storiche in chiave turistica, che poi sono dilagate dovunque. Resterà celebre l’allestimento – che ebbe successo in più di un’edizione – della rievocazione cinquecentesca “A la corte de lo Governatore” che si svolgeva nella fortezza di Civitella e che attirava ogni volta migliaia di visitatori entusiasti. Organizzò diversi eventi anche a Teramo, per esempio con l’allestimento di un tendone in piazza Dante per ospitare spettacoli e incontri culturali. Nel 2011 vene chiamato a presiedere il comitato per i 150 anni dell’Unità d’Italia a Civitella, incarico che svolse con passione e competenza.
Gli ultimi anni li aveva dedicati alla corale Verdi di Teramo, la prestigiosa istituzione musicale di cui era stato presidente fino allo scorso mese di febbraio, quando passò il testimone all’ex sindaco Angelo Sperandio. Ed è proprio lui a ricordarlo: «Lo conoscevo da molti anni, da quando faceva politica, una persona che ho sempre stimato perché faceva politica per passione e non per interesse. Teramo e la provincia dovranno ricordare quest’uomo che ha dato tanto agli altri».
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